Il nuovo Rolex Deepsea 126660, la recensione completa

Il Rolex Deepsea 126660: ridisegnato e con calibro 3235

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Nell’anno in cui vengono lanciati il nuovo Rolex GMT Master II Pepsi ed il RootBeer, sia in Rolesor che in in full gold, orologi subacquei professionali come il nuovo Rolex Deepsea passano inevitabilmente in sordina. Presentato nel 2008, ricordo ancora l’entusiasmo al momento del lancio sul mercato, il Rolex Deepsea ha avuto un’eco incredibile grazie alle sue caratteristiche di subacqueo iper-professionale fuori catalogo come il rating di 3.900m di profondità che ne faceva il perfetto erede moderno del primo SeaDweller.

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Dieci anni ed alcune versioni dopo, tra cui il Rolex SeaDweller da 43mm, con lente ciclopica e scritta rossa sul quadrante, l’interesse del pubblico è andato lentamente scemando, per poi riaccendersi temporaneamente quando, nel 2014, Rolex ha lanciato il Rolex Deepsea DBlue, tributo alla Deepsea Challenge, la spedizione che James Cameron ha guidato nella Fossa delle Marianne.

Rolex è un marchio in movimento continuo.

Se c’è un aspetto che contraddistingue il marchio Rolex negli ultimi anni o, è più corretto dire, da quando JeanFrédérich Dufour è diventato il numero uno del marchio, è l’incessante lavoro di affinamento che il marchio ha portato avanti su tutte le collezioni: nuovi quadranti, nuovi movimenti e la certificazione di Cronometro Superlativo (una risposta obbligata alla debolezza del COSC a seguito del lancio della certificazione Master Chronometer di Omega), hanno accompagnato una generale revisione delle proporzioni di tutte le collezioni, i cui modelli avevano in alcuni casi perso quella magica percezione di equilibrio formale che ha sempre contraddistinto un Rolex dai tempi di Rod Laver.

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Orologi come il Rolex Datejust 41 o il Rolex YachtMaster 40mm hanno così riacquistato quell’equilibrio che un marchio, il cui design punta a comunicare un senso di eternità, non poteva assolutamente perdere. Per quanto sia difficile stravolgere o ingentilire l’immagine del campione dei pesi massimi di casa Rolex, questo processo non ha escluso il nuovo Rolex Deepsea.

Cosa cambia sul Rolex Deepsea?

Trovare le differenze tra una versione e l’altra di un Rolex è a volte una sfida, sembra quasi che il marchio si diverta a stimolare l’attenzione degli appassionati, molti dei quali sono collezionisti, che si divertono a mettere uno di fianco a l’altro le due versioni di un Oyster per cogliere le differenze tra una generazione e l’altra.

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Se si esclude in questo caso il fatto di aver inserito in maniera stabile il quadrante DBlue in collezione, il cui gradiente di colore indica il passaggio dalle medie alle alte profondità (in cui svanisce anche l’ultimo raggio di luce disponibile), i designer non hanno creato un nuovo orologio ma hanno lavorato su particolari volti a rendere il Rolex Deepsea più equilibrato ed omogeneo. Per stessa ammissione di Rolex le anse sono state ridisegnate ed il bracciale Oyster allargato, per favorire il comfort al polso del Rolex più grande e spesso di sempre. Inoltre, la sfera dei minuti e quella dei secondi sono state leggermente allungate.

Se c’era un Rolex Oystersteel che ne aveva bisogno, con i suoi 44mm di diametro ed uno spessore imponente (pari a circa 18mm, il solo vetro incassato è spesso ben 5,5mm) questi era proprio il Rolex Deepsea, un subacqueo in acciaio per polsi che definire generosi sembra un eufemismo. Tra i lettori che conosco personalmente esistono due precise categorie di pensiero: chi lo ama alla follia e chi non lo comprerebbe mai.

La valvola per l’espulsione dell’elio, un’invenzione di Rolex che è diventata un suo segno di riconoscimento.

Sono molte le persone che, quando entrano in un negozio per comprare un subacqueo professionale, richiedono espressamente che l’orologio abbia una valvola per l’espulsione dell’elio. E’ universalmente riconosciuta come il segno di riconoscimento di un autentico subacqueo professionale. Rolex l’ha brevettata nel 1967 quando ha lanciato il primo SeaDweller e da allora è stata progressivamente adottata da tutti i marchi (con l’eccezione della scuola giapponese che ha seguito una filosofia diversa basata sullo sviluppo di cassa monoblocco o architettura di cassa tradizionale ma ben sigillata e certificazione ISO).

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La valvola è utilizzata durante le immersioni in saturazione, in cui la fase di decompressione viene eseguita in una campana riempita di ossigeno ed elio. Le particelle di elio, particolarmente piccole, entrano nella cassa dell’orologio e quella valvola consente, una volta arrivati in superficie, di farle fuoriuscire. Nella fase sperimentale del diving, in cui un orologio era uno strumento più che un accessorio, il SeaDweller era un perfetto strumento per le immersioni in saturazione. Le soluzioni tecniche oggi disponibili consentono di fare a meno della valvola, ma poco conta in questo caso perché è una pietra miliare della storia del marchio che Rolex usa sapientemente nella sua strategia di comunicazione.

Il vero cambiamento.

Se si escludono questi fattori, sebbene non banali (bastano a volte pochi mm per cambiare la fisionomia di un orologio), cambia poco dal punto di vista estetico tra vecchia e nuova versione del Rolex Deepsea, che conserva l’architettura con anello Ringlock System disposto sotto il vetro zaffiro per garantire che la cassa resista ad una pressione superiore del 25% a quella indicata di 3.900m, per un valore reale pari a 4.875m.

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Il corpo umano non può ovviamente mai arrivare a tali profondità se non all’interno di dispositivi pressurizzati ma è evidente che lo sforzo tecnologico per realizzare un orologio del genere è di gran lunga superiore a quello richiesto per realizzare qualsiasi altro Rolex Oystersteel solo tempo. La novità di prodotto più interessante è l’introduzione del calibro Rolex 3235 che abbiamo già conosciuto in diverse occasioni e che fa parte della nuova generazione di calibri ad alta efficienza (e meglio decorati) di Rolex, un calibro che fonda molte delle sue caratteristiche distintive sul nuovo scappamento Chronergy. Le 70 ore di riserva di carica sono un bel valore aggiunto e fanno dimenticare rapidamente le precedenti 48 ore. Il valore aggiunto offerto dal calibro 3235 è tangibile sotto tutti i punti di vista.

Il Rolex Deepsea: considerazioni finali e opinioni.

Faccio fatica a dire di istinto quanto possa un Deepsea essere appetibile rispetto ad un Daytona in acciaio un Pepsi o, anche, uno YachtMaster II. Considerate le caratteristiche e le dimensioni, è un secondo Rolex perché è difficile da indossare tutti i giorni. Se la valutazione si basa sul rapporto tra euro e tecnologia, il Rolex Deepsea è di gran lunga il più performante tra tutti i Rolex sportivi presenti a catalogo ed i suoi 11.700€ lo fanno sembrare quasi conveniente rispetto al listino di altri orologi Rolex, sebbene il prezzo reale del nuovo si sia oggi posizionato già oltre la soglia dei 13.000€ come spesso accade per Rolex negli ultimi due anni.

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Questo è l’ennesimo risultato di una politica volta a centellinare la disponibilità di prodotto e farne salire le quotazioni; quotazioni che, secondo me, restano costantemente alte nel tempo da quando il marchio ha portato la garanzia a cinque anni (oltre a ridurre l’offerta), una operazione che rende ogni Rolex, il marchio in assoluto più scambiato sul mercato dell’usato, estremamente appetibile anche dopo tre anni di vita.

(Photo credit: Horbiter®’s proprietary photo-shooting)

Gaetano C @Horbiter®

Instagram – Gaetano Cimmino

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