Rado Original Captain Cook MKII e MKIII: la recensione

Rado Original Captain Cook MKII e MKIII: romanticismo e Neo-vintage

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La presentazione dei Rado Original Captain Cook MKII ed MKIII ha un sapore molto dolce. All’inizio degli anni ’60 la ceramica, in orologeria, era un miraggio ma un giovane marchio svizzero debuttava sul mercato con i suoi orologi in acciaio dotati di un inedito trattamento di indurimento superficiale che li rendeva più resistenti a graffi ed urti accidentali. Era l’alba del marchio Rado. Mentre il mercato seguiva con curiosità ed ammirazione lo sviluppo delle immersioni subacquee professionali e l’allunaggio, Rado scuoteva il settore con una filosofia di prodotto basata sulla costruzione di orologi ultra resistenti dotati di materiali innovativi e prodotti come il Captain Cook divennero presto oggetti di culto.

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Riproporre orologi del passato non è certo una strategia nuova, sono tanti i marchi che la usano per elevare il loro valore percepito e funziona. Rado, nonostante sia un marchio relativamente giovane, vanta già una lunga lista di appassionati che cercano avidamente di entrare in possesso dei suoi orologi degli anni ’60 e ’70, basterebbe vedere quanti Rado vintage sono disponibili su Chrono 24 e i prezzi interessanti che hanno raggiunto: uno di loro, GMTSKY, ha la proposta più ampia e tutti i Rado vintage che offre sono stati completamente rimessi a nuovo.

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Tra questi, ci sono anche i Captain Cook le cui moderne versioni, denominate MKII e MKIII, erano esposte al centro dello stand Rado a Basilea ed il cui lancio sul mercato è stato programmato per il quarto trimestre dell’anno. Le versioni moderne condividono con l’originale lo stesso spirito, ossia una cassa di forma dal disegno vagamente aeronautico o racing, familiare su cronografi come i Flightmaster o gli Heuer ad esempio, e specifiche da orologio subacqueo professionale.

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Il Captain Cook MKII è l’erede del mio Ticin (importatore di Rado per l’Italia al tempo) e le sue dimensioni sono pienamente in linea con l’originale: 37mm di diametro all’altezza della corona, una taglia giusta per una cassa non circolare dotata di vetro zaffiro a bolla, per cui la dimensione percepita è maggiore di quella reale. La scelta di non esagerare con le dimensioni è dettata dalla volontà di rispettare fedelmente la versione originale e non alterare l’equilibrio formale del quadrante, che ospita la scala per le immersioni, disposta normalmente su lunetta girevole esterna, al suo interno. E’ difficile trovare difetti in termini di equilibrio formale, anche se non tutto è esattamente come 50 anni fa: il bracciale a maglia, moderno e ben integrato nella cassa, non ti regala le stesso sensazioni del bracciale ultra sottile del mio Ticin.

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Rado è un marchio all’avanguardia, ragion per cui ha creato un secondo Captain Cook, l’MKIII, che evolve i concetti dell’MKII ma intraprende una strada diversa: la cassa non è in acciaio ma in titanio grado 5 indurito e la forma è più spigolosa. Il quadrante è una versione con Super-Luminova® gialla del Captain Cook MKII con alcune importanti differenze: le lancette sono a freccia mentre indici luminosi a bicchiere sovradimensionati accentuano a dismisura l’effetto tridimensionale di tutto il quadrante.

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La cassa ha inoltre un diametro di ben 46,8mm ad altezza corona e la differenza al polso con un MKII è evidente. Poiché non tutti sono amanti del vintage, l’MKIII rappresenta per me la volontà del marketing di prodotto di Rado di ispirarsi al Captain Cook offrendo un prodotto destinato agli amanti della cultura “Neo-vintage”, quelli che comprerebbero un HyperChrome 1616 piuttosto che un Diastar Original, per intenderci.

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Dotati entrambi di calibro automatico da 80 ore di riserva di carica, il Rado Captain Cook MKII ed il Rado Captain Cook MKIII sono già disponibili negli Stati Uniti a 2150 dollari e 2550 dollari rispettivamente, in attesa di disporre dei prezzi in Euro, che credo non si discostino tanto.

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La mia preferenza va senza alcun dubbio alla versione MKII per ragioni personali e sentimentali, soprattutto perché credo che i Rado Captain Cook originali siano tra i più interessanti orologi vintage realizzati a cavallo degli anni ’60 e ’70 e siano tuttora tremendamente attuali. Sono quindi felice che Rado abbia riproposto esattamente le stesse proporzioni, gli stessi indici, gli stessi colori del Captain Cook di mio padre, che non ritrovo invece sulla versione MKIII, vincente per versatilità e leggerezza, meno per il design, un po’ forzato.

(Photo credit: Horbiter®’s proprietary photo-shooting by Peter Tung)

Gaetano C @Horbiter®

Instagram – Gaetano Cimmino

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