Rado Hyperchrome 1616

Rado HyperChrome 1616, il vintage alla riscossa

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Era il 1616 quando i due esploratori olandesi Willem Schouten e Jacob Le Maire scoprirono Capo Horn e gli anni 60-70 quando Rado presentò il suo omaggio a quella scoperta, denominato laconicamente Rado Cape Horn. Il Cape Horn fu realizzato in svariate versioni tra cui il Cape Horn 1000 che aveva giorno e data disposti verticalmente ad ore 6 in due grandi finestre sovrapposte, grandi indici applicati e la corona sottile nascosta parzialmente all'interno della cassa. Quattrocento anni dopo Rado celebra questa scoperta presentando la versione moderna del Cape Horn, il Rado Hyperchrome 1616, un omaggio allo stile geometrico e fortemente squadrato degli anni 70, un'impennata di sentimento vintage tra collezioni sempre più proiettate nel futuro.
Rado Cape Horn original

La cassa del Rado Cape Horn originale era di 38mm, il Rado Hyperchrome 1616 cresce fino alla soglia dei 46mm di larghezza per 45,5 di altezza e 13,7 di spessore, quote che la forma squadrata della cassa e lo spessore del vetro zaffiro bombato rendono imponente rispetto ad una analoga forma rotonda, con il sistema proteggi corona che riesce a renderla ancora più grande. Rado ci ha spesso “illuso” con geometrie di tutti i tipi, da quella leggerissima e minimal di un Rado UltraLight a quella elaborata di un ROne, giocando con i materiali per ottenere una resistenza ai graffi superiore unita ad una leggerezza senza pari. Il Rado Hyperchrome 1616 è realizzato in Titanio, trattato superficialmente per ottenere una durezza superficiale pari a 1000 Vickers. E' forse una delle poche volte che Rado utilizza il titanio per realizzare la cassa di un orologio ed è la prima volta in orologeria che il titanio abbina la sua leggerezza a una durezza superficiale così elevata (un altro esempio è il Citizen SuperTitanium), una caratteristica cui Rado non puó rinunciare.

Rado HyperChrome 1616 cinque

Il risultato è un orologio imponente, con una lucidatura simile a quella di un orologio con cassa in Hardmetal alla metà del suo peso. Peccato che Rado non abbia osato tanto da aggiungere l'opzione del bracciale in maglia, che spopolava negli anni 70 ed in cui Rado primeggiava grazie ad un disegno di maglia estremamente originale e maglie incapaci di allentarsi anche dopo 20 anni. Il Rado Hyperchrome 1616 monta un cinturino in pelle invecchiata color marrone con fibbia deployante estensibile, trattata superficialmente come la cassa. Il quadrante bianco sporco e gli indici applicati color oro completano l'operazione “vintage reissue” di Rado (inclusa l'ancora girevole che ricorda il mio Captain Cook), forse la più evidente che il marchio di Lengnau abbia mai realizzato negli ultimi anni. La piú visibile concessione alla modernità é il calibro automatico da 80 ore di riserva di carica, derivato dalla famiglia dei calibri automatici di nuova generazione che abbiamo imparato a conoscere su Tissot, Mido e Hamilton.

Rado HyperChrome 1616 tre

Per i puri e duri che scelgono un Rado solo se é di ceramica, Rado ha creato la versione Rado Hyperchrome 1616 Black con cassa monoblocco in ceramica nera e fondello realizzato in titanio trattato PVD nero, facilmente distinguibili ad occhio nudo per la evidente differenza tra la ceramica opaca ed il trattamento superficiale del fondo cassa su cui Rado ha inciso il simbolo della collezione Hyperchrome.

Rado Hyperchrome 1616

Il Rado Hyperchrome 1616 raggiunge la soglia psicologica dei 3000€, un prezzo non proprio popolare se confrontato con un Hyperchrome Chrono, ma i flagship sono così ed il 1616 è un flagship, un invito a tutti i nostalgici e, per quanto mi riguarda, una bellissima proposta soprattutto nella versione in titanio. 

(Photo credit: Google; Horbiter®'s proprietary photo-shooting)

Gaetano C @Horbiter®

@Gaetano Cimmino

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