NOMOS Glashütte Ludwig 175 Years Watchmaking Glashütte

NOMOS Glashütte Ludwig 175 Years Watchmaking Glashütte, la recensione

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Non tutti sanno che 175 anni fa la piccola città di Glashütte, che oggi conta poco più di 7000 abitanti, ha iniziato a trasformarsi nella “Silicon Valley” dell’orologeria tedesca e nel più temibile concorrente di quella svizzera. E’ NOMOS Glashütte, il marchio più giovane e minimalista tra gli attuali marchi sassoni, a celebrare questo traguardo e per l’occasione ha scelto un soggetto classico: Ludwig. L’occasione è giusta per scoprire una collezione diversa dal solito, meno promossa di Autobahn, Orion, Ahoi.

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Disponibile a catalogo con movimento a carica manuale o automatico, la nuova collezione NOMOS Glashütte Ludwig 175 Years of Watchmaking è un lotto unico di 175 esemplari, per modello, che differiscono tra loro innanzitutto per le dimensioni: 35, 38,5 e 40,5 mm di larghezza cassa. Il più piccolo è a carica manuale, gli altri due sono a carica automatica, ma tutti sono di manifattura.

Sono tre le caratteristiche che distinguono questi Ludwig dai modelli più moderni in collezione: il quadrante smaltato bianco, le lancette a foglia di colore blu e la minuteria “chemin de fer”, mentre la versione di taglia più grande, l’unica ad avere la finestra della data, ha in questa versione anche la data scritta in numeri romani.

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A proposito della data, credo che la visualizzazione completa in numeri romani sia unica in orologeria; peccato che in NOMOS non abbiano orientato il numero tre del mese come gli indici romani sul quadrante; così facendo, il giorno tre avrebbe idealmente completato il quadrante almeno una volta al mese. Inoltre, seppur molto affascinante, la numerazione romana per la data ha il difetto di essere difficile da consultare immdiatamente quando i numeri crescono, perché è una numerazione che si fonda su una logica additiva.

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Il quadrante smaltato bianco è una prerogativa che si apprezza soprattutto da vicino, e si esalta in presenza di un contatore incassato come quello dei secondi, posto ad ore sei. Il gradino è marcato ed il processo di smaltatura, esente dal minimo difetto, lo fa brillare rispetto ad un quadrante tradizionale.

Il NOMOS Glashütte Ludwig da 35mm è il mio preferito; è purtroppo piccolo per il mio polso, è perfetto per polsi unisex o femminili come quello di Giulia, la violinista che ha suonato la Sonata Op.24, scritta da un altro Ludwig, durante il photo-shooting.

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Questa variante è senza dubbio l’orologio più classico che NOMOS ha a catalogo: monta il calibro Alpha a carica manuale, è sottile, ha numeri romani e sfere azzurrate come i fratelli maggiori. Mi resterà per sempre la curiosità di sapere come sarebbe stato questo Ludwig se avesse avuto una cassa da almeno 38,5mm, una dimensione che il marchio ha riservato alla versione intermedia, dotata del calibro DUW3001, regolato, come gli altri due, secondo requisiti di precisione cronometrica.

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Chiude la trilogia la versione da 40,5mm che monta il calibro DUW6101, le cui dimensioni crescono dai 28,8mm del DUW3001 fino a 35,2mm, una scelta coerente con la volontà di rendere ogni movimento meccanico proporzionato alla dimensione della cassa.

La versione da 40,5mm è la più complicata e la più adatta a polsi generosi anche se lo spessore ridotto lo rende facilissimo da indossare per chiunque. Si parte infatti dai 6,8mm del modello piccolo fino ai 7,7mm della versione “grande”, a dimostrazione di quanto siano sottili i calibri automatici del marchio. La forbice dei prezzi è a favore del 35mm che, a 1.800 Euro, ha un prezzo d’attacco molto attraente.

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Le versioni neomatik costano 2.800 Euro e 3.300 Euro rispettivamente, va però detto che incidono soluzioni tecniche da moderno calibro a carica automatica, in cui il sistema proprietario Swing System è una chicca e lo spessore ridotto è un plus. Infine, NOMOS Glashütte ha curato attentamente anche la scelta del cinturino, realizzato in pelle Cordovan da Horween di Chicago che, sebbene non sia tanto antico quanto il primo orologio realizzato 175 anni fa, vanta una storia che risale al 1905 ed è diventato un fornitore apprezzatissimo per qualità e artigianalità da marchi ed appassionati.

(Photo credit: Luigi Grandillo per Horbiter®)

Gaetano C @Horbiter®

Instagram – Gaetano Cimmino

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