Rado Hyperchrome Automatic Chronograph

Rado Hyperchrome Automatic Chronograph, la recensione

È passato del tempo dal mio incontro con il primo Hyperchrome di Rado. Era il 2015 e da poco il marchio aveva presentato il Rado Hyperchrome Match Point Limited Edition, un omaggio al tennis, veicolato attraverso la collezione più popolare di Rado che ha sdoganato il marchio agli occhi dei più tradizionalisti ed ha fatto da ponte tra la cultura della ceramica e quella del crono in acciaio a tre contatori. Hyperchrome è l'anello di congiunzione tra due mondi un tempo separati, che serviva forse a Rado, più che all'altra metà del mondo, per catturare un pubblico più vasto.

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In due anni quella gamma si è ampliata e il cronografo che per certi versi sembra essere il più lontano dai canoni di Legnau ha sposato il nero, il colore che tutti noi associamo naturalmente alla ceramica, in orologeria. I due Rado Hyperchrome Chrono in ceramica nera che vedete in queste foto sono gli ultimi due modelli aggiunti alla collezione Hyperchrome. Il primo dei due forse più vicino all'architettura di Hyperchrome Limited Edition: i tre grandi contatori circolari in intersezione sono accoppiati ad indici a bastone applicati mentre gli unici numeri arabi sono al 12 ed al 6 ed in cima ai tre registri. Una versione “ibrida” perché Hyperchrome esiste anche in una versione completamente “nuda” in perfetto stile Rado. No numeri arabi. La seconda versione ha invece gli accenti color oro su indici arabi applicati, sfere e pulsanti. Variazioni di colore possibili grazie alla ceramica ed alla cassa ibrida.

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La cassa è infatti una soluzione mista che ha reso famoso Hyperchrome cronografo: la cassa in ceramica ha due innesti laterali in acciaio mentre la lunetta con scala tachimetrica fino a 500km/h è di fattura e lucentezza eccezionali, con i numeri della scala perfettamente leggibili pur considerando quanto sia sottile, per lasciare spazio a tutti i 45mm di cassa. Il rapporto tra diametro del quadrante e diametro di cassa è infatti prossimo all'unità, uno dei rapporti più spinti per un orologio sportivo. Gli inserti in acciaio sono trattati PVD color oro sulla versione con numeri arabi, in una associazione nero-oro che è parte della storia dei modelli Rado. Se avete familiarità con una Rado Centrix od un Rado R20 capirete immediatamente a cosa mi stia riferendo.

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I pulsanti crono sono in acciaio con un disegno che riprende la trama dei pedali delle moto e che, seppur lucidati, sono facili da azionare e non tendono a scivolare. Sono l'estensione del proteggi corona, un componente su cui Rado ha probabilmente esagerato un po' in dimensione; la spiegazione è dovuta probabilmente alla volontà di realizzare una corona facile da afferrare seppur molto incassata ed infatti l'anello più esterno ha un diametro superiore al nucleo scanalato centrale. Se avete un orologio con 2894-2 ed io ne ho uno, un Rado Hyperchrome Automatic Chronograph vi fa capire quanto questo calibro, prodotto in varie versioni quasi esclusivamente ormai per i marchi del gruppo. Una prestazione su tutte: il confort, grazie alla totale eliminazione di ogni minima vibrazione in fase di carica, solo un lontano ricordo.

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Argomento che mi consente di introdurre la più grande qualità di questo orologio e la filosofia di chi sceglie un orologio in ceramica, sebbene il suo peso generale lo avvicini tantissimo come presenza al polso a quella di un normale cronografo in acciaio. La comodità di un Rado Hyperchrome Automatic Chronograph è irraggiungibile, non è un peso piuma, per quello vi suggerisco di orientarvi su un Rado Hyperchrome Ultra Light e la sua straordinaria NATO strap, e questo è confortante per chi vuole sentire costantemente l'orologio al polso. Ma è un orologio di un piacere e di una longevità uniche. Poter portare un orologio per un'intera giornata senza doversi preoccupare di rovinarlo (a patto di non esagerare), poterlo togliere e rimettere sulla scrivania di lavoro certi di non trovare un graffio sulla chiusura deployante o sul bracciale, è una garanzia. Ed in un orologio da usare almeno 12 ore al giorno è un plus innegabile così come lo è la tollerabilità della vostra pelle ai metalli. Due versioni, due personalità, due prezzi non poco diversi tra loro se è vero che la versione con i tre contatori bene in vista è appena sotto la soglia dei 4000€ , mentre quella con gli accenti dorati in PVD raggiunge i 4650€.

(Photo credit: Horbiter's proprietary photo-shooting)

Gaetano C @Horbiter®

Instagram – Gaetano Cimmino

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