Glashütte Original Sixties and Sixties Panorama Date

Glashütte Original Sixties e Sixties Data Panoramica, la recensione

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La storia – Quel “file rouge” tra Glashütte e Pforzheim

Il Glashütte Original Sixties ed il Glashütte Original Sixties Data Panoramica sono la rievocazione in chiave moderna degli Spezimatic, affidabili orologi degli anni ’60 prodotti quando la manifattura era ancora chiamata GUBGlashütter Uhrenbetriebe” (fabbrica di orologi di Glashütte) e caratterizzati da quadranti sfumati e decorati nelle versioni più rare. È interessante notare come in un periodo storico molto difficile per la Germania dell’est, come gli anni successivi alla Seconda guerra mondiale che furono caratterizzati da una forte chiusura verso il mondo intero, Glashütte Original abbia saputo sviluppare un orologio di grande successo e ancora oggi molto ricercato.

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Lo Spezimatic fu introdotto nel 1964 e alcuni modelli montavano quadranti non prodotti internamente da GUB, bensì realizzati da un’apposita fabbrica a Pforzheim. La qualità costruttiva di questi quadranti è stata senza dubbio il fattore principale che ha decretato il successo dello Spezimatic ed il suo attuale valore collezionistico. Inoltre, sebbene le finiture dell’epoca siano ben lontane da quelle che possiamo trovare oggi, le soluzioni tecniche adottate per proteggere il movimento dagli shock e la costruzione a sandwich del calibro stesso hanno reso praticamente eterni questi orologi, rendendoli molto ricercati dagli amanti del vintage. Nel 2006 il Gruppo Swatch ha acquistato la fabbrica di Pforzheim affidandola direttamente a Glashütte Original ed è così ripartita quella collaborazione iniziata 50 anni prima. È dal 2010 che, periodicamente, Glashütte Original propone delle ri-edizioni dello Spezimatic.

Caratteristiche tecniche

Entrambi i Glashütte Original Sixties sono realizzati in acciaio con finitura lucida, cinturino in pelle nero e fibbia ad ardiglione, ma presentano una sostanziale differenza nelle dimensioni. Il Glashütte Original Sixties ha un diametro di 39mm ed è la versione più legata allo Spezimatic originale, mentre il Glashütte Original Sixties Data Panoramica ha un diametro più maschile di 42mm e presenta il datario nel centro dell’orologio. I calibri adottati sono, rispettivamente, il 3952 e il 3947 e sono tipici movimenti ad architettura Sassone, con la platina a 3/4 (che vanta anche A.Lange & Söhne ed indica come la storia sia stata a lungo comune), elementi lucidati a specchio, il rotore scheletrato con massa aggiuntiva in oro e logo Glashütte, angoli smussati e, immancabile, la regolazione fine del bilanciere mediante sistema a collo di cigno.

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Meno male che c’è qualcuno, e viene quasi sempre da Glashütte, che ricordi al mondo come si fa un vero orologio. Rispetto ai modelli originali, la qualità delle finiture e del calibro è stata indubbiamente migliorata e portata ai livelli di una manifattura di alta orologeria. Fin qui, tutto o quasi nella norma per chi ha familiarità con il marchio sassone, e poi?

Perché questo Sixties o perché no?

Perché un cliente dovrebbe interessarsi ad un Glashütte Original Sixties? La risposta è nel nome “Pforzheim” e si traduce in “quadrante dégradé“. A Glashütte hanno quest’anno dato sfogo a tutta la loro creatività realizzando un quadrante dégradé verde con una trama davvero affascinante o, almeno, mai vista prima d’ora. Le lavorazioni necessarie per ottenere questi effetti sono diverse e partono dall’utilizzo dei calchi originali e di una pressa da 60 tonnellate capace di imprimere il motivo che vedete, sul quadrante.

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Il quadrante viene poi sottoposto a un bagno galvanico che lo prepara alla successiva stesura di diversi strati di lacca verde, per essere infine cotta ad alta temperatura, in modo da fissarne adeguatamente il colore. Il passaggio finale è rappresentato dalla stesura di un ultimo strato di lacca nera tramite una pistola a spruzzo, ad una ben precisa angolazione che permette di ottenere l’ipnotico effetto dégradé che potete ammirare nelle foto. Quest’ultimo passaggio è rigorosamente fatto a mano e rende così ogni quadrante unico, perché non ce ne sarà mai uno uguale all’altro.

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L’effetto prodotto è estremamente interessante ed insolito. L’orientazione delle linee insieme alle sfumature, che virano dal nero al verde chiaro convergendo verso il centro del quadrante, sembrano ipnotizzare chi osserva l’orologio, cercando di concentrare la sua attenzione verso punti mutevoli con il movimento del polso o la variazione della sorgente luminosa. La lucidatura e l’uniformità di forme, poi, riescono ad amplificare ancor di più questa sensazione perché non ci sono punti di interesse al di fuori del quadrante che possano catturare l’attenzione dell’osservatore, distraendolo dal quadrante stesso. Vorrei, infine, far notare il particolare font utilizzato dagli indici intagliati a ore 3, 6, 9 e 12 (tipico della metà degli anni cinquanta) che richiama le forme spigolose e affilate delle lavorazioni adottate sul quadrante, permettendo loro di integrarsi a meraviglia. Questo è solo l’ultimo di una lunga serie di quadranti realizzati nei laboratori di Pforzheim, un altro splendido esempio è rappresentato dal Glashütte Original Senator Chronometer Blue Dial.

Conclusioni

Il Glashütte Original Sixties ed il Glashütte Original Sixties Data Panoramica rappresentano più di altri la storia e le radici del marchio di Glashütte. Hanno prezzi di 6500 e 8000 Euro rispettivamente; non sono edizioni numerate, ma sono acquistabili unicamente quest’anno. Una intelligente operazione di marketing. E’ apprezzabile la presenza di due versioni orientate a target di clienti differenti (una per i puristi del vintage e una più moderna) perché permette di rispondere a due diverse tipologie di potenziali clienti e di far apprezzare a più persone lavorazioni e stili che, purtroppo, non siamo più abituati a vedere.

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Sono lavorazioni che non solo meriterebbero più spazio nella cultura dell’alta orologeria ma ne alzano tremendamente il livello ed è un bene per tutti che ci siano marchi, come quelli sassoni, che non copiano ed incollano quanto fanno gli svizzeri provando a migliorarlo, ma continuano a promuovere la loro scuola.

(Photo credit: Horbiter®’s proprietary photo-shooting)

Andrea Frigerio @Horbiter®

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