Seiko Prospex SPB053J1: valido orologio subacqueo e non solo

Seiko Prospex SPB053J1: valido orologio subacqueo e non solo

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Sono così abituato ad indossare Seiko Sumo o Turtle PADI, che la famiglia dei Prospex SPB ha rappresentato una autentica novità quando, prima dell’estate, Seiko mi ha dato un Seiko Prospex SPB053J1. Da quando Seiko ha deciso di incrementare la sua presenza in Europa ed in paesi in cui soffre ancora (ed ingiustamente) di una bassa “value perception”, ha usato la collezione Prospex come apripista. Sebbene collezioni più recenti quali la Presage godano di una buona considerazione, i cultori del marchio sanno che è tra i subacquei professionali che si è affermata la leadership di prodotto di Seiko.

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Quei cultori sono quasi sempre dei diver professionisti disposti ad indossare un Seiko Marine Master con la stessa facilità con cui un professionista indossa un tre sfere classico e vivono soprattutto negli Stati Uniti. Ed il Marine Master è l’esempio perfetto di prodotto professionale ma non è certamente il più adatto se vuoi allargare la base dei tuoi clienti.

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Fu così che nel 2017, nel processo di comunicazione e sviluppo prodotto che Seiko ha messo in piedi per allargare la collezione Prospex, Seiko ha presentato la riedizione del 62MAS, oggetto diventato collector’s piece prima della fine di Baselworld 2017, ed una collezione standard che ha tratto ispirazione dal Seiko SLA017.

La storia di Seiko ispira la collezione Prospex SPB ed una nuova generazione di Easy Diver

Parlare di “Easy Diver” nel caso di Seiko sembra blasfemo. I giapponesi, anche quando realizzano un prodotto generalista o, all’apparenza, meno professionale, lo condiscono comunque di tutte le caratteristiche tecniche necessarie in un autentico subacqueo professionale e così è stato anche nel caso del Seiko Prospex SPB053J1, esattamente come è stato, quest’anno, quando ha lanciato il  Seiko Prospex 1968 Automatic Divers Recreation Limited Edition SLA025 nel suo alto di gamma: la storia del diving associata alla migliore tecnologia che il marchio possa offrire in una fascia di prezzi che va dai 400€ di un Seiko Turtle ai 5500€ di un HiBeat.

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Rispetto al SLA017, il Seiko Prospex SPB053J1 conserva tutte le caratteristiche che hanno fatto la fortuna del SLA017 ma ha un aspetto più moderno, posizionandosi a metà tra un Turtle ed un Marine Master.

Cassa simmetrica ed eccezionale vestibilità.

Invece di partire dalle mere caratteristiche tecniche, il Seiko Prospex SPB053J1 è l’occasione per spostare l’accento sul design, pensato chiaramente per il pubblico europeo. La cassa perfettamente simmetrica con anse diritte e corona grande e sporgente (priva di spallette di protezione) è un’ode al vintage diving, mentre la forma delle anse allungate, a doppia finitura lucida e satinata è perfetta per farne uno dei Seiko subacquei più indossabili di sempre, e non solo quando si entra in acqua.

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Possiedo un Turtle Padi, un Silver Sumo ed un Green Sumo e pochi orologi come il Seiko Prospex SPB053J1 sono così piacevoli da indossare. Le anse allungate sono un voluto riferimento alle anse della cassa di un Grand Seiko, che rappresenta un best-in-class al mondo in termini di comfort. Il sapore vintage del Seiko Prospex SPB053J1 è proprio nella posizione della corona, una “anomalia” se considerate che sui diver giapponesi (non solo quelli realizzati da Seiko) la corona è sempre inserita ad ore 4.

Il blu di Seiko (ed una cassa inscalfibile).

Nell’epoca in cui tutti i marchi si fanno concorrenza a colpi di pantoni di blu, Seiko ha risposto con un accoppiamento singolare: il blu del suo quadrante è profondo, intriso di toni scuri che lo rendono brillante mentre la lunetta ha un tono che cambia fortemente con l’esposizione alla luce: in assenza di luce diretta lunetta e quadrante sembrano avere un tono simile, con la lunetta che tende ad un blu scuro opaco mentre in presenza di luce diretta la lunetta tende ad un azzurro brillante.

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E’ una sensazione comune quando l’inserto è in ceramica ma si tratta in realtà di un anello di alluminio. Seiko deve aver realizzato qualche procedimento superficiale in grado di darle un tono simile a quello della ceramica. Un’altra piacevole sorpresa, scoperta per caso, è quanto sia efficace il trattamento superficiale Hard Coating (o DiaShield) per proteggere la cassa dai graffi.

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L’SPB053J1 è accidentalmente scivolato tra le rocce del Lido del Faro di Capri cui fanno riferimento queste foto, io ed il fotografo eravamo preoccupati, fino a quando non abbiamo osservato che sull’orologio non c’era e non c’è alcun graffio. E’ una delle caratteristiche più utili e sottolinea quanto Seiko faccia sul serio quando realizza orologi per uso professionale. Le dimensioni di 42,6mm per 13,8mm sono ben dissimulate, l’SPB offre una sensazione che si avvicina a quella di un dress watch sportivo.

La strap in silicone, la splendida lunetta.

Seiko non usa il classico caucciù ma una gomma siliconica che è decisamente più morbida del caucciù e non è soggetta a fenomeni di indurimento o ingottamento tipici di alcune strap in caucciù, che ne causano la rottura (l’ho verificato a mie spese nel corso di questi anni). La strap si chiude su una fibbia ad ardiglione che trovo eccessiva per dimensioni perché spezza l’eleganza formale della cassa.

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A proposito della lunetta, abbiamo parlato dell’inserto ma non del suo stile: il Seiko Prospex SPB053J1 rappresenta uno dei rari casi in cui la lunetta di un diver Seiko è sottile e con una dentatura molto fitta. E’ proprio questo l’aspetto che avvicina quest’orologio più ai gusti europei ed a chi non è necssariamente un diver professionista.

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Fortunatamente Seiko non ha lesinato sulla qualità del feeling dei 120 scatti, che umilia orologi e marchi europei che vantano una percezione ed un costo molto più elevati di un SPB. L’attitudine generalista della collezione è data dalla possibilità di montare su SPB un bracciale in acciaio.

Il calibro Seiko 6R15 (e le mie considerazioni finali).

Benvenuti nel mondo dei calibri di manifattura di Seiko perché, è sempre bene ricordarlo, tutto ciò che è montato all’interno del movimento è di esclusiva produzione giapponese: 50 ore di massima riserva di carica sono più che sufficienti per un calibro che offre la funzione Hack Seconds e la capacità dichiarata di essere caricato manualmente, oltre ad avere una chicca tecnica come la spirale Spron510, brevetto di spirale in metallo di Seiko che non condivide l’entusiasmo svizzero per la spirale in silicio.

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In sintesi, è estremamente difficile che un Seiko Prospex SPB053J1 abbia il minimo inconveniente tecnico, perché 6R15 è, per usare un termine inglese, un “workhorse” con una buona resistenza agli shock. Come nel caso di un’auto od una moto, solo l’uso prolungato di un orologio può permettere di apprezzarne pienamente le caratteristiche e trovarne i difetti. Ho scoperto SPB con un anno di ritardo perché, per varie ragioni, non abbiamo visto dal vivo le novità 2017 di Seiko, mentre questa collezione rappresenta un vero game changer per la collezione Prospex.

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Ci sono cose che avrei fatto diversamente, come eliminare la data ad esempio e conservare così la perfetta simmetria della cassa (cosa rara oggi in orologeria) e modificare la strap che considero sovradimensionata e fuori tono rispetto all’equilibrio generale, che considero, insieme al confort, i plus di questo Prospex. Il prezzo al di sotto dei 900€ per un orologio con movimento di manifattura di questa fattura è semplicemente mostruoso e fuori catalogo.

(Photo credit: Horbiter®’s proprietary photo-shooting)

Gaetano C @Horbiter®

Instagram – Gaetano Cimmino

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