King Seiko, la corsa all'eccellenza raccontata da un esperto

King Seiko, la corsa all’eccellenza raccontata da un esperto

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king seiko ksj14102 ks15034 the first

Suwa Seikosha e Daini Seikosha: la corsa all’eccellenza.

Nel 1960 Suwa Seikosha presentava il suo primo Grand Seiko Chronometer ribattezzato “The First”, il GSJ 14070 dotato del famoso calibro 3180. Il calibro 3180 vantava una precisione di marcia compresa tra +12 e -3 secondi al giorno e offriva una riserva di carica di 45 ore.

Fu il primo orologio giapponese a conformarsi allo standard di eccellenza dei Bureaux Officiels de Contrôle de la Marche des Montres.

In risposta al Grand Seiko sfornato dall’impianto di NaganoDaini Seikosha presentava nel 1961 il suo primo Seiko di fascia alta, il King Seiko ribattezzato anch’esso “The First” dagli appassionati, eppure non ancora in grado di fregiarsi del termine “Chronometer”.

Iniziava così la storica ed epica rivalità, tutta interna, tra le due fabbriche di Seiko il cui obiettivo era il ruolo di leader all’interno dell’azienda. Le analogie tra questi due “cugini” sono tante; si ponevano entrambi l’obiettivo di rappresentare il meglio dell’orologeria nipponica.

Da Seiko News n°39 – 1961

Nell’immagine riportata sotto trovate un estratto del periodico Seiko News n. 39 del 1961 in cui si annuncia, appunto, il lancio di un nuovo modello di punta, il King Seiko.

Seppur entrambi i marchi puntassero alla realizzazione dell'”orologio perfetto”, il King Seiko perseguiva dall’inizio l’obiettivo di offrire una qualità da orologio premium luxury ma ad un prezzo più accessibile rispetto al cugino Grand Seiko (photo credit: https://www.egalizer.hu).

1961 seiko news 39

Per questa ragione le prime referenze sono prive di complicazioni come datario o fermo macchina, o di alcuni elementi tecnici a corredo quali la certificazione di cronometro, sebbene i test applicati nello stabilimento di Kameido garantissero un rigore analogo a quelli previsti per la certificazione di cronometro.

Un estratto dalla brochure del 1963 nella quale sono riportati sia il Grand Seiko che il King Seiko “The First” conferma il differente posizionamento di prezzo tra i due (photo credit: Adventures in Amateur Watch Fettling).

1963 seiko world watch brochure

A differenza del primo GS, il primo KS monta un quadrante “piatto” e non “convesso” (fu il primo Seiko ad adottare questo tipo di quadrante), l’iscrizione King Seiko è stampata e meno elegante di quella incisa, in corsivo, sul GSJ 14070 (in realtà nel corso della sua produzione quest’ultimo ha avuto tre varianti di quadrante, “Carved”, “Rised” e “Printed”).

Il quadrante è disponibile solo nella colorazione argento con lavorazione Soleil, la più diffusa, oppure la più rara Liner, ed è disponibile sia in variante AD che SD.  Cosa indicano questi acronimi?

Applique Dial e Special Dial

AD e SD identificano il livello qualitativo del quadrante; il primo significa “Applique Dial”, il secondo sta invece per “Special Dial”. Quest’ultimo è caratterizzato dall’utilizzo di indici applicati in oro 14k o 18k (rispettivamente oro bianco per le casse acciaio e oro giallo per le casse Gold Filled), a differenza del primo che invece ha indici in acciaio inox rodiati (cassa in acciaio) o placcati oro (casse Gold Filled).

Entrambe le tipologie di quadranti sono riconoscibili dall’apposizione ad ore 6 di uno stemma, ovvero una stella rispettivamente a 6 o 8 punte.

king seiko ksj14102 uno

Le linee sono pulite e semplici, il quadrante è ampio, le anse dritte e lunghe e gli indici sono sfaccettati e lavorati per conferire profondità e luminosità al quadrante; sono tutti elementi che sposano appieno i canoni della bellezza secondo gli standard giapponesi.

La cassa è disponibile in oro (Gold Filled da 100 e 80 micron) o in acciaio inossidabile e, seppur dotata di apposite guarnizioni, non è a tenuta stagna. La corona è a pressione e riporta la “S” di Seiko in rilievo, mentre i margini sono caratterizzati da una dentellatura morbida che consente una maggiore presa.

king seiko ksj14 original crown

Anche il fondello è a pressione e mostra le effigi del famoso scudo di King Seiko, seppur con una distinzione a seconda che la cassa sia in oro o in acciaio. Nella prima, lo scudo è impresso su un vero e proprio medaglione dorato applicato sul fondello, nel secondo caso è invece dolcemente inciso sulla base in acciaio.

Nessun’altra incisione è riportata all’esterno; numero della referenza, numero di serie ed ogni altra indicazione sono infatti riportate all’interno, così come l’elemento distintivo di questo primo modello, la raffigurazione dello “TSURU”, ossia la “Gru Giapponese”, simbolo di longevità e felicità a testimoniare l’originalità di un Seiko.

king seiko ksj14 case back

Va sottolineato che il simbolo dello Tsuru non era prerogativa dei King Seiko ma era già stato introdotto nelle linee Seiko antecedenti per volere di Yoshikawa Tsuru, ingegnere che ricoprì un ruolo determinante nello sviluppo di Seiko a partire dal secondo dopoguerra.

Il calibro è meccanico a carica manuale, derivato dalla linea Cronos; batte a 18.000 a/h, vanta 25 jewels, il sistema diashock ed ha una riserva di carica di 45 ore. Sfoggia, inoltre, un sistema di regolazione fine, ma è privo di fermo macchina come anticipato.

Veniamo però al dunque; ciò che caratterizza questo primo modello è la doppia variante. Con l’appellativo “The First” identifichiamo quindi non uno ma due modelli di King Seiko, il KSJ 14102 e il KS 15034.

king seiko ksj14102 and ks15034 the first

Il primo dei due “gemelli” ad essere introdotto sul mercato fu senza dubbio il KSJ 14102 nell’agosto del 1961 e rimase in produzione fino alla fine del 1963; il KS 15034 arrivò invece nell’autunno del 1962 e rimase sul mercato fino alla tarda metà del 1964.

Le due varianti condividono le caratteristiche tecniche ma differiscono esteticamente per dimensioni, forma della cassa e lavorazione degli indici. Entrambi furono erano proposti con un cinturino in pelle ed ardiglione dotato di fibbia impreziosita dal logo Seiko inciso a rilievo.

Di quest’ultima versione esistevano due varianti (anche se pare che i primi esemplari di KSJ 14 fossero stati commercializzati con una fibbia “semplice”): la prima introdotta nel 1961 presenta una forma leggermente incurvata e con il logo in corsivo, la seconda, prodotta dal 1963 al 1968 circa, sicuramente più moderna, squadrata e con il logo in stampatello.

Entrambe le fibbie rappresentano oggi elementi preziosi del corredo di un King Seiko “The First” raggiungendo sul mercato quotazioni anche superiori ai 100€.

king seiko ksj14102

Il KSJ 14 ha un cassa tonda e sottile con anse dritte e allungate dal profilo squadrato. Il design del primogenito di King Seiko riprende gli stilemi del suo precursore di alta gamma, il Seiko Lord Marvel, misurando 35 mm (37 con la corona) e con distanza da ansa ad ansa di 42 mm, mentre lo spazio tra le anse è di 18 mm.

Il quadrante è caratterizzato dalla presenza indici applicati tipo “shokuji” che presentano un’apposita sfaccettatura centrale creata per conferire all’orologio maggior luminosità, attraverso un superiore indice di rifrazione.

Ad ore dodici, risaltano i due indici accostati. Il KS 15 presenta invece una cassa da 35 mm (38 con la corona) e una lunghezza verticale di 43 mm e spazio tra le anse di 19 mm.

king seiko ks15034

Le anse sono ora più affusolate e dotate di una sfaccettatura frontale che conferisce maggior ricercatezza; in realtà siamo di fronte ai primi esempi di ciò che successivamente alimenterà la ormai nota “Grammar of design” di Taro Tanaka.

Anche il quadrante del KS 15 presenta indici applicati con sfaccettature laterali ma non più centrali ed un doppio indice ad ore dodici, tipico di queste prime referenze.

Seiko: una scoperta continua

Mi auguro che questo articolo di racconto ed approfondimento vi sia piaciuto. Quando si studia la storia di Seiko, non si finisce mai di scoprire e si trova sempre una storia nella storia, come la rivalità tra Suwa Seikosha e Daini Seikosha nella corsa a costruire l’orologio ideale dimostra.

Come è noto, la competizione tra King Seiko e Grand Seiko portò al riconoscimento di quest’ultimo come brand di riferimento dell’azienda nell’alto di gamma ma ci tengo a sottolineare quanto la competizione e la collaborazione reciproca nel design e nella tecnica abbiano favorito il raggiungimento di questo traguardo.

(Photo credit: Horbiter®)

Andrea Luddi @Horbiter®

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