Jaquet Droz Grande Seconde Deadbeat Black Enamel

Jaquet Droz Grande Seconde Deadbeat Black Enamel

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In un mondo che parla, orologicamente, di tourbillon, ripetizione minuti, Fuséechaine e calendario perpetuo a rotazione, c’è una complicazione romantica che pochi conoscono e che ha colto di sorpresa più di un amico durante le nostre conversazioni di alta orologeria: i cosiddetti “Secondi Morti“. Il nome non brilla per bellezza e capacità di comunicazione, suona forse meglio usare la terminologia inglese “Deadbeat“, ma cambia poco perché rappresenta una complicazione misteriosa, direi intima, intrinseca alla pura meccanica e per questo riservata ai più raffinati intenditori.

In un orologio con questa complicazione la lancetta dei secondi non scorre in modo (semi) continuo, ma a scatti di un secondo. Jaquet Droz ha familiarità con questa complicazione, perchè nella sua storia ha creato uno splendido orologio da tasca in oro nel 1785 e la sua interpretazione moderna, all’interno della collezione Grande Seconde, rispetta fedelmente questa tradizione.

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Il Jaquet Droz Grande Seconde Deadbeat lo riconosci dagli altri orologi della collezione per la sfera centrale dei secondi che si sposta dalla posizione originale posta, nelle versioni automatiche, nel grande contatore in basso, al centro del quadrante esattamente come accadeva nel 1785 e con una sfera che ripropone esattamente la stessa geometria, allungata e con una piccola estremità rotonda a fare da bilanciere tipica di quell’orologio da tasca.

Dal punto di vista della pura complicazione, vorrei sottolineare che Jaquet Droz è una delle pochissime manifatture di orologi ad averne continuato lo sviluppo, riportando così interesse in un settore in cui solo ora altre manifatture iniziano ad affacciarsi come ha fatto ad esempio JaegerLeCoultre con il lancio, due anni fa, della collezione Geophysic (il nome é True Seconds ma la complicazione non cambia).

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La sfera centrale dei secondi “a scatti” è morbida e dal suono impercettibile, non ha il minimo ticchettio ed è estremamente precisa, senza avere la minima oscillazione, intorno alla posizione di arresto sui secondi. E’ il risultato di scelte tecniche raffinate, quali la camma a 10 denti invece della classica da 30 denti utilizzata normalmente per questo tipo di complicazione e l’ottimizzazione della geometria dell’ancora. E’ anche il frutto della scelta di usare una spirale in silicio. Posizionata al centro, ha lasciato così spazio, nel grande registro ad ore sei, al calendario retrogrado. Un orologio all’apparenza semplice, perchè potrebbe facilmente sembrare un tre sfere con data del tipo “pointerdate“, che ha invece due complicazioni.

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Il quadrante nero è realizzato in smalto con tecnica Grand Feu, uno dei processi più tradizionali nell’arte decorativa dei quadranti insieme allo Champlevé, alla Finqué ed alla Cloisonné. Il Grand Feu è un processo di smaltatura realizzato in modo completamente artigianale in cui il quadrante in oro, riempito di ossidi, viene cotto ad una temperatura di 1000°C. La resa estetica è un colore pieno, intenso e praticamente inalterabile. La cassa del Jaquet Droz Grande Seconde Deadbeat è larga 43mm e spessa 13,79mm ed il calibro automatico ha un frequenza di 21600 alternanzeora mentre Il bariletto prende carica da un rotore in oro massiccio con inciso il logo Jaquet Droz.

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Il Jaquet Droz Grande Seconde Deadbeat costa 31600€. Sono stati costruiti solo 88 esemplari con cassa in oro rosso, nella versione con quadrante smaltato nero, di un orologio che non segue alcuna moda, estetica e tecnica, ma l’ha piuttosto dettata. Ogni Jaquet Droz Grande Seconde Deadbeat è assemblato, regolato e decorato a mano secondo una tradizione che rappresenta il pedigree di alta orologeria di questa piccola grande manifattura di La Chaux de Fonds.

Un approccio che rappresenta secondo me una forma di rispetto per il facoltoso collezionista che può permetterselo ed una manifattura in cui il prodotto ha così tanto da dire che non occorre alcuna campagna pubblicitaria. Resta il piccolo rammarico di non poter essere entrati ulteriormente, anche per chi scrive, nel dettaglio della complicazione “Deadbeat” ma il 2017 è appena iniziato ed a breve le telecamere di Horbiter® avranno accesso ai laboratori della manifattura.

(Photo credit: Horbiter®’s proprietary photo-shooting)

Gaetano C @Horbiter®

@Gaetano Cimmino

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