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Il Tourbillon è la complicazione per eccellenza, quella in cui le capacità di un orologiaio vengono messe alla prova ed è la complicazione che avvicina per un attimo grande e piccola manifattura, perché la scala industriale si dissimula e lascia spazio all’abilità ed alle ore uomo dei maestri orologiai. Le proposte di Tourbillon sul mercato sono infinite ma se si va ad indagare sono pochi i marchi che progettano, costruiscono e decorano internamente i loro tourbillon.
Dire che il Tourbillon sia diventato una “commodity” tra le complicazioni è eccessivo ma è vero che le tecniche costruttive per renderlo producibile in quantità più elevate ed accessibile ad una platea più ampia sono aumentate. E’ di pochi giorni fa il mio articolo di un Tourbillon dal prezzo eccezionalmente competitivo senza nulla sacrificare in termini di qualità di realizzazione. In quel caso, Ulysse Nardin Marine Tourbillon, ha certamente pagato la scelta di proporlo nel meno nobile acciaio.
Allo stesso gruppo di cui fa parte Ulysse Nardin appartiene da sempre anche Girard–Perregaux che del suo Tourbillon su ponti d’oro ha fatto una bandiera. Girard–Perregaux è inoltre uno dei pochissimi marchi che non solo hanno continuato a credere nel tourbillon anche nei periodi più bui dell’orologeria svizzera ma hanno anche investito costantemente risorse ingenti per affinarlo ed è in buona compagnia di colossi dell’alta orologeria, giovani e meno giovani, quali ad esempio Greubel Forsey o Jaeger–LeCoultre. Il Tourbillon Tri–Axial di Girard–Perregaux è una prova di forza, la complicazione con cui il marchio mostra i muscoli, mettendo orgogliosamente sul tavolo da gioco tutto il suo archivio di competenze. Nel 2014 aveva già dato prova del suo “savoir–faire” quando ha presentato il primo Tri–Axial ed il 2017 conferma che Girard–Perregaux crede fermamente in questa variante della complicazione, presentando il Girard–Perregaux Bridges Planetarium Tri–Axial.Le origini.
Al primo sguardo il Girard–Perregaux Bridges Planetarium Tri–Axial è una evoluzione del Tri–Axial del 2014. Durante quei giorni a Basilea ciò che mi aveva colpito, mentre facevo continuamente foto, era la concretezza di quel complicato. Portava in dote una complicazione ipnotica, perché la gabbia che ruota nello spazio su tre assi è uno spettacolo di micro meccanica affascinante anche per chi ha poco interesse per il mondo dell’orologeria.
Rappresentava inoltre una prova di concretezza estetica per la semplicità e la purezza con cui il quadrante comunicava tanta elaborazione meccanica: occhi che sono naturalmente attratti dalla “giostra” sotto la bolla in vetro zaffiro ad ore 3 inserita su uno scenario in cui tutto il resto è di un pulizia disarmante: quadrante decentrato delle ore in alto a destra, riserva di carica in basso ed il forte, identitario logo GP applicato. Un equilibrio incredibile, eppure ricco, soddisfacente, “compliant“, come direbbe un americano.
Il Girard-Perregaux Bridges Tri-Axial Planetarium.
Il nuovo Tri–Axial non è solo il prosieguo di quel progetto del 2014. Molto è cambiato in Girard–Perregaux negli ultimi tre anni, dal Ceo al management ed il Girard–Perregaux Bridges Planetarium Tri–Axial è sicuramente il risultato di scelte diverse da quelle che hanno prodotto il precedente Tri–Axial ma lo spirito originale è rimasto intatto, mentre la barra è stata spostata più in alto alla ricerca di nuovi spunti per catturare l’attenzione di appassionati e collezionisti.
Ad una complicazione se ne sono aggiunte altre due, per cui il Girard–Perregaux Bridges Planetarium Tri–Axial include nella lettura del tempo anche due complicazioni astronomiche quali le fasi lunari cosiddette “esatte“, che richiedono quindi una correzione ogni 122 anni e l’indicazione giorno-notte attraverso il globo decorato a mano che riempie la seconda grande bolla sul vetro zaffiro dopo quella dedicata al complesso meccanismo che muove l’organo regolatore.Il calibro Girard-Perregaux GP09310.
Girard–Perregaux ha fama di costruttore di calibri eccellenti e vanta una lunga striscia di successi nella produzione di calibri complicati, che hanno nell’Esmeralda Tourbillon su Tre Ponti d’oro del 1889, premiato con la medaglia d’oro all’Esposizione Universale di Parigi, un punto di riferimento per tutta l’orologeria svizzera. In un Girard–Perregaux la tecnica ha una forte funzione estetica e non è, come accade con molti marchi, prestata o funzionale al disegno generale.
Questo concetto è evidente ed estremizzato nel caso del Neo Bridges ma non è meno evidente nel Girard–Perregaux Bridges Planetarium Tri–Axial dove la meccanica pervade l’orologio e sembra letteralmente “esplodere” dall’interno della cassa. L’assieme del Tourbillon tri-assiale ha il 36% dei componenti del calibro GP09310 (388 in totale). Bilanciere e spirale sono montati all’interno di una cassa a forma di lira e fanno un giro completo in un minuto.La cassa è a sua volta inserita in una seconda struttura che compie una rotazione completa in 30 secondi e questa seconda struttura è a sua volta inserita in una terza che compie una rotazione completa in 2 minuti. Questa micro struttura da 140 grammi che richiede una buona parte del tempo necessario ad assemblare (e regolare) un Girard–Perregaux Bridges Planetarium Tri–Axial è deputata a minimizzare gli effetti della forza di gravità sulla precisione di marcia.
Non sappiamo in che misura e sarebbe interessante scoprirlo per dare giustizia al lavoro dei maestri orologiai di La Chaux de Fonds e soddisfare la nostra curiosità. Come ho anticipato sopra, il calibro GP09310 include altre due complicazioni che aggiungono quel senso di sogno che mancava al primo Tri–Axial: un globo interamente dipinto a mano, per la funzione giorno-notte e la fase lunare astronomica, quindi precisa. Le due bolle emergono da un quadrante che altro non è che una rappresentazione in pianta di meridiani e paralleli, con una percepibile sensazione di movimento (e tridimensionalità) anche senza carica. I ponti nel Girard–Perregaux Bridges Planetarium Tri–Axial non sono poi applicati come un semplice marchio di fabbrica ma dissimulati ed integrati nella grande cassa in oro rosa da 48mm. Basti osservare la base del globo ad esempio. Sono, in sintesi, presenti, ma integrati nel concetto generale dell’orologio in cui si passa rapidamente da estetica a tecnica senza soluzione di continuità e contribuisce al fattore “wow” del Girard–Perregaux Bridges Planetarium Tri–Axial.Considerazioni finali.
In uno scenario in cui il Laureato è il nuovo eroe del marchio, è altrettanto rassicurante vedere che Girard–Perregaux continua a regalare sogni. Orologi come il Girard–Perregaux Bridges Planetarium Tri–Axial sono il manifesto della storia di Girard–Perregaux, un Laureato ne rappresenta una fase della sua vita, quella più recente. Un complicato del genere alimenta la fantasia di un appassionato ed avvicina ad un marchio, illuminando inevitabilmente tutte le altre collezioni ed un marchio ne è consapevole.
Inserito nella nicchia cui appartiene, il Girard–Perregaux Bridges Planetarium Tri–Axial è unico perché è un Tri–Axial, perché è stato fatto da una manifattura che fa tourbillon da più di 130 anni (il tourbillon fu brevettato da Breguet nel 1801, il tourbillon su tre ponti è del 1884) ed, infine, perché Girard–Perregaux ha saputo mescolare le sua abilità di orologiaio con quelle dell’arte decorativa, sconosciute ai più, che definiscono un Girard–Perregaux Bridges Planetarium Tri–Axial non come l’ennesima prova di bravura in alta orologeria ma come un oggetto d’arte nel senso più ampio del termine.(Photo credit: Horbiter®)
Gaetano C @Horbiter®