Audemars Piguet Royal Oak RD#2 Perpetual Calendar Ultra-Thin

Audemars Piguet Royal Oak RD#2 Perpetual Calendar Ultra-Thin, la recensione

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Aspettatevi sempre un SIHH pieno di nuovi Royal Oak. E’ inevitabile e sono addirittura 49 quelle che ho contato nel press kit del marchio. Se dovessi dare priorità ad una novità su tutte, che mi consenta di riportare in auge la rubrica “5 minuti al posto” e darvi al tempo stesso un primo assaggio di cosa abbia portato la manifattura di Le Brassus a Ginevra, credo sia giusto far cadere la scelta sul nuovo Audemars Piguet Royal Oak RD#2 Perpetual Calendar UltraThin.

Il nome è un po’ contraddittorio, la sigla RD#2 potrebbe far pensare a qualcosa di tecnologico, ad una collezione all’avanguardia, ma non è così. Per quello c’è l’Audemars Piguet Royal Oak Concept Flying Tourbillon GMT.

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Lo scettro va quest’anno all’Audemars Piguet Royal Oak RD#2 Perpetual Calendar UltraThin e per una serie di valide ragioni: è un inno all’orologeria complicata più classica, il calendario perpetuo è una delle complicazioni più ammirate su base Royal Oak.

Audemars Piguet ha una lunga tradizione nella realizzazione di questa complicazione ed il calibro Audemars Piguet 5133 ha richiesto cinque anni di sviluppo, necessari a renderlo il calendario perpetuo più sottile sul mercato.

La cassa dell’Audemars Piguet Royal Oak RD#2 Perpetual Calendar UltraThin è spessa solo 6,30mm e ciò lo rende addirittura 2mm più sottile di un Audemars Piguet Royal Oak ExtraThin Jumbo dando così all’Audemars Piguet Royal Oak RD#2 Perpetual Calendar UltraThin la palma di calendario perpetuo più sottile al mondo.

Il 2018 continua così la sfida iniziata nel 2017 a colpi di calibri ultrasottili: prima il Bulgari Octo Finissimo (solo tempo), seguito quest’anno dal Piaget Altiplano Ultimate, e la competizione si sposta ora sul tema della complicazione.

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E’ una competizione che fa bene a tutta l’orologeria, a collezionisti ed appassionati e che riporta sempre più il prodotto al centro della scena.

Il calibro 5133 discende dall’albero genealogico dei calibri di Audemars Piguet che ha realizzato il suo primo calendario perpetuo nel 1955, e non era certo inserito nella cassa di un Royal Oak che è arrivato più di quindici anni più tardi, ma la dice lunga su quanto questa complicazione sia parte del patrimonio genetico della manifattura: una lettura anche superficiale del libro che racconta la storia di Audemars Piguet, custodito presso la sede del marchio a Via Verri, Milano, durante il cocktail di Natale, mi ha aperto gli occhi.

La cassa dell’Audemars Piguet Royal Oak RD#2 Perpetual Calendar UltraThin è di un sano e logico diametro di 40mm, l’equilibrio perfetto per questo Royal Oak, perfettamente a metà tra un ExtraThin (39mm) e gli attuali Calendari Perpetui a catalogo, che ne misurano 41.

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Ai quali, questi ultimi, manca un richiamo storico, come il posizionamento della luna non più al 6 ma al 12. Audemars Piguet Royal Oak RD#2 Perpetual Calendar UltraThin ha cassa in platino, una più ampia distribuzione dei contatori sul quadrante, perde la visualizzazione delle settimane mediante lancetta a freccia e separa la visualizzazione dell’anno bisestile e dell’indicazione giorno-notte dalle altre.

Sono entrambe poste su piccoli contatori, che sono in intersezione con i contatori del giorno e del mese e non più a questi coassiali.

Se la lettura separata sia necessaria per contenere lo spessore del calibro è una informazione che deve trovare conferma, ma la prima potrebbe essere confermata dalla disposizione di tutti i componenti su un unico layer invece dei tre necessari al tradizionale calendario perpetuo. Indossato è in assoluto uno dei più affascinanti Audemars Piguet Royal Oak che si possano desiderare, il cui prezzo mentre vi scrivo, non è stato ancora confermato.

(Photo credit: Horbiter®)

Gaetano C @Horbiter®

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