Non è passato molto tempo da quando mi sono appassionato al mondo dell’orologeria, saranno 4 anni circa, e ricordo benissimo modelli e marchi che hanno alimentato la mia voglia di saperne sempre di più. Uno di questi è stato il Portugieser di IWC. Il cronografo con cinturino in pelle per antonomasia, uno stile che continua ad essere di un'attualità incredibile (e che quest'anno porterà in dote un calibro di manifattura per la prima volta sulla referenza classica). Ed è questo che mi aspetto da ogni new entry tra le collezioni più classiche pensate a Sciaffusa: un triangolo perfetto di stile, eleganza e raffinatezza.
Il 2018 è un anno importante per IWC perché segna il suo 150esimo anno di vita. Per celebrare questo significativo evento, sono stati presentati svariati modelli in edizione limitata all'interno di una collezione battezzata “150 years” o più semplicemente Jubilee collection, di cui una consistente parte è rappresentata dalle tre declinazioni di IWC Portofino Edition “150 years”.
La storia del Portofino inizia alla fine degli anni 70, per via della sempre maggiore richiesta di orologi classici e senza tempo, attraverso l’orologio da tasca Lépine ad esempio, che nel 1984 venne riadattato a modello da polso con l’aggiunta delle fasi lunari e presentato al mondo con il nome di IWC Portofino. Quel Portofino, che abbiamo avuto la fortuna di fotografare durante il Pre–SIHH di novembre a Sciaffusa, è oggi un oggetto da museo ed asta ed è di una incredibile attualità.
Da quel momento in poi, il Portofino è diventato l’interpretazione di IWC di concetti come understatement e raffinatezza, caratteristiche dell’omonimo borgo ligure della riviera di Levante cui si ispira, uno dei luoghi più affascinanti ed esclusivi che il mondo ci invidia. Sarà forse un caso che anche Ferrari abbia dedicato la riedizione della sua California a questo luogo? Direi di no.
Il modello che voglio analizzare oggi è il Portofino Hand–Wound Moon Phase Edition “150 years”, la versione più complicata della serie Portofino in ordine decrescente a partire da tourbillon e cronografo monopulsante. Per inserire l'IWC Portofino Hand–Wound Moon Phase Edition “150 years” nella giusta prospettiva occorre però separare il discorso in due parti: una prima parte dedicata all’orologio in sé, già presente in collezione nella sua versione di normale produzione e l’altra dedicata alla sua declinazione Jubilee.
L'IWC Portofino Hand–Wound Moon Phase (ref. 5164) è, innanzitutto, un orologio molto ben bilanciato. Non lasciatevi “ingannare” dai 45mm della cassa, quanto di più lontano ci sia idealmente da un orologio classico per definizione (al massimo 41mm). Le dimensioni sono funzionali ad una ottimale distribuzione visiva delle complicazioni e lo spessore contenuto (13.2mm) in rapporto al diametro lo rende sufficientemente vestibile anche per polsi più esili.
La virtuale assenza della lunetta concede ancor più spazio al quadrante. Gli orologi con più funzioni corrono facilmente il rischio di essere caotici e di difficile lettura, mentre su IWC Portofino Hand–Wound Moon Phase Edition “150 years” gli spazi sono ben distribuiti, ogni complicazione è facilmente intuibile al primo sguardo ma è al contempo correttamente inserita nella geometria generale dell'orologio. La rotondità delle forme, gli smussi che si raccordano con il vetro zaffiro glass box e le anse a goccia danno, infine, un'armoniosità non comune al prodotto finale, generando quel senso di eleganza che ha decretato il successo del Portofino e gli ha permesso di entrare nell'olimpo degli orologi classici “senza tempo”. Traendo infine vantaggio dai 45mm di cassa e non viceversa, in termini di rispetto dei canoni classici.
Il calibro 59800 è un piccolo gioiello di manifattura. E' un grande movimento a carica manuale con ben 8 giorni di riserva di carica, 4Hz e spirale Breguet, fasi lunari, datario e piccoli secondi. Un degno erede, in formato celebrativo, dei grandi calibri da orologio da tasca su cui IWC ha costruito la sua fama alle origini della manifattura fondata da Florentine Ariosto Jones.
Il fondello a vista permette di ammirarlo in tutta la sua bellezza e le fasi lunari sono progettate per richiedere una correzione una volta ogni 122 anni grazie all’aumento del numero di denti del ruotismo che le regola, rispetto ai tradizionali 59 che rappresentano i 29.5 giorni necessari alla luna per compiere il suo moto di rivoluzione intorno alla terra. Se non si utilizza un IWC Portofino Hand–Wound Moon Phase Edition “150 years”, gli otto giorni di riserva di carica sono perfetti per evitare che l’orologio si fermi e necessiti di regolazioni tra un weekend e l'altro.
L’edizione anniversario presenta nuovi abbinamenti di colore rispetto ai modelli attualmente presenti in collezione. In particolare sono disponibili 3 nuove versioni: una in oro rosso con quadrante laccato blu e sfere in oro (edizione limitata a 150 esemplari) e due in acciaio con quadrante laccato blu o bianco e sfere rodiate (edizione limitata a 350 esemplari l’una). Tutte e tre hanno delle incisioni sul calibro a vista che segnano l’appartenenza alla collezione Jubilee.
Devo ammettere che il blu laccato del quadrante si sposa a meraviglia sia con i toni caldi dell’oro rosso che con quelli più freddi dell’acciaio, risultando a mio avviso più riuscito della variante bianca e abbinandosi alla maggior parte dei colori generalmente indossati. Ed è proprio la laccatura una delle novità delle collezioni Jubilee. A seconda delle versioni, un IWC Portofino Hand–Wound Moon Phase Edition “150 years” ha un prezzo di poco superiore alle versioni originali in collezione: 24500€ vs 23800€ per l’oro e 13800€ vs 13400€ per l’acciaio.
Un delta prezzo molto ridotto a fronte di un delta valore evidente: 150 anni sono una data importante ed unica, la personalizzazione del calibro e del quadrante smaltato da sole giustificherebbero un posizionamento decisamente più alto. E, proprio per l'importanza di questo anniversario e per il ridotto numero di orologi che verranno prodotti, i tre IWC Portofino Hand–Wound Moon Phase Edition “150 years” hanno uno spiccato valore collezionistico. Soprattutto la versione in oro rosso che ha un raro mix di colori tra quadrante e cassa e che credo al polso parli da solo.
(Photo credit: Horbiter®'s proprietary photo-shooting)
Andrea Frigerio @Horbiter®