Cartier Drive de Cartier Fasi di Luna, la recensione

Cartier Drive de Cartier Fasi di Luna, la recensione

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Mi capita sempre più spesso di vedere al polso orologi che dal grande pubblico vengono percepiti e definiti come “sportivi ma eleganti” o “adatti a tutte le occasioni” e vengono etichettati come “musthave“. Questa fascia include ragazzi della mia età (circa 25 anni) che scelgono un marchio perché rappresenta uno status symbol prima ancora che un orologio ed è comprensibile considerando che a quest’età ci si avvicina a questo mondo e non si ha ancora una sufficiente conoscenza del mercato e del prodotto.

Mi piacerebbe provare a fare una riflessione ragionando con voi lettori su una particolare collezione: il Cartier Drive de Cartier. Perché particolare? Per il semplice fatto che non ricorre così frequentemente tra i desideri dei miei amici, molti dei quali, ne sono convinto, non la conoscono neanche. Il nome, Cartier, non ha bisogno di presentazioni, in gioielleria come in orologeria.

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Era il SIHH 2016 quando la collezione venne presentata al pubblico e da quel momento ha riscosso subito un buon successo. Stilisticamente, il Cartier Drive de Cartier colma il vuoto esistente tra il Ronde de Cartier e il Santos de Cartier, rivolgendosi a un pubblico preferibilmente maschile, come è espresso dal suo design che si ispira chiaramente al mondo dei motori (classico).

Nel Cartier Drive de Cartier trovo innanzitutto una sintesi non comune di eleganza e stile, ma cosa rende il Drive un portavoce di queste caratteristiche? L’uso delle forme. Cartier è regina in questo, vista l’esperienza che vanta anche nel campo della gioielleria. Osserviamo la cassa, è rettangolare, quasi quadrata (41mm x 40mm) ma la percezione che si ha alla vista è che sia rotonda e la lucidatura accentua questa sensazione.

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L’eleganza traspare dalla pulizia delle linee e dal richiamo alla classicità nel colore del quadrante e nell’utilizzo dei numeri romani al posto di quelli arabi, da sempre un segno di riconoscimento di un Cartier. Anche il vetro “a cupola” ha un ruolo importante nell’equilibrio stilistico perché genera un volume che slancia l’orologio e gli dona una personalità inconfondibile. Le anse, infine, sono ben lavorate e non troppo pronunciate. Lo spessore invece non è ridotto come potrebbe apparire dalle foto (11.25mm).

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L’altra fonte di stile ed eleganza è senza dubbio il quadrante. Il gioco delle forme presenti sulla cassa viene reinterpretato utilizzando diverse lavorazioni. La parte esterna, dove sono presenti gli indici delle ore disposti a raggio di sole, è liscia mentre la parte centrale presenta una lavorazione a guilloché (ispirata alle griglie di un radiatore) che genera degli interessanti giochi di luce e sfumature. Il quadrante è argenteé ma è disponibile anche la versione grigia o nera. Mi piace sempre sottolineare che l’indice a ore 4 è composto da quattro I consecutivi al posto del canonico numero romano IV al fine di donare armonia e simmetria all’intero quadrante.

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Un dettaglio per nulla scontato. In questo modo, infatti, ci sono 4 indici caratterizzati dal numero I (I, II, III, IIII), 4 dal numero V (V, VI, VII, VIII) e 4 dal numero X (IX, X, XI, XII). Persino il disegno della corona di un Cartier Drive de Cartier non è lasciato al caso, ma è ispirato ad un dado, come tanti se ne trovano negli assembly di un motore; le lancette infine sono a forma di gladio in acciaio azzurrato. Personalmente, adoro questi dettagli, arricchiscono e caratterizzano meravigliosamente l’orologio.

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A ore 6 è possibile vedere la complicazione con fasi di luna, introdotta quest’anno sul Cartier Drive de Cartier Fasi di luna. Le versioni disponibili sono tante ed è difficile non trovarne una che assecondi i propri gusti, soprattutto se si parla di varietà dei materiali utilizzati. Infatti, quasi tutti i modelli sono disponibili sia con cassa in acciaio che in oro rosa 18kt. Le complicazioni disponibili vanno dal classico ore-minuti-data-piccoli secondi, al meraviglioso solo tempo con tourbillon volante (addirittura certificato Punzone di Ginevra!), al complicato con fuso orario retrogrado, grande datario, indicazione giorno/notte e piccoli secondi, fino all’elegantissimo solo tempo in oro bianco.

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A completare la già vasta gamma a disposizione si è aggiunta, dallo scorso SIHH 2017, la versione del Cartier Drive de Cartier con le fasi lunari (che sostituisce i piccoli secondi). E’ questa la versione del Drive che più incontra il mio gusto personale, ha un chiarissimo richiamo vintage ed un calore non comune. A rimarcare la tradizione di Cartier come orologiaio provvede il calibro automatico di manifattura 1904MC da 4Hz che garantisce 48 ore di riserva di carica. Il nome dato al movimento non è affatto casuale, il 1904 è infatti l’anno in cui Cartier iniziò a produrre orologi, mentre le ulteriori sigle presenti sono le iniziali della complicazione utilizzata (1904MCPS dove PS sta per “petite seconde” ad esempio).

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Il calibro è decorato a Côtes de Genéve e presenta raffinate soluzioni tecniche. Una delle più importanti è la presenza di due bariletti che assicurano un aumento della riserva di carica (aumentata del 14% rispetto alle 42 ore garantite dal movimento 1847MC montato sul Clè de Cartier) e una maggiore precisione durante tutta la riserva di carica, grazie a una migliore distribuzione della coppia dai bariletti al treno del tempo.

La molla del bariletto, come è noto, non rilascia costantemente la sua coppia allo scappamento, ma ne rilascia di più quando è totalmente carica, a maggior ragione se le sue dimensioni si fanno sempre maggiori. Adottare due bariletti permette quindi di avere due molle di dimensioni ridotte che riescono a garantire un rilascio della coppia più costante, incrementando così la precisione di marcia dell’orologio e la durata della riserva di carica stessa.

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Il vetro zaffiro sul fondo della cassa permette di ammirare il sistema di regolazione della spirale che ha la piccola vite collegata a una “camme” a forma di C di Cartier e il rotore finemente decorato posto su un cuscinetto in ceramica. Dettagli che fanno la differenza sia sul piano estetico che tecnico. Il Cartier Drive de Cartier è un orologio interessante e diverso da tutto quello che la concorrenza può offrire. Sono convinto che diventerà presto un’icona del marchio, come lo è già il Santos, ed il prezzo di vendita se rapportato ai contenuti è altamente competitivo; se escludiamo le versioni in oro ed estremamente complicate, un Cartier Drive de Cartier si posiziona tra i 6100 e gli 8550 euro, a seconda delle versioni.

(Photo credit: Horbiter®’s proprietary photo-shooting)

Andrea Frigerio @Horbiter®

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