Quando un marchio vanta un modello di successo nella sua storia, un orologio dalle linee riuscite, quasi “familiari” che ha rappresentato una sua pietra miliare, l'operazione “riedizione” è un successo quasi garantito. La “riedizione” ha l'effetto di avvicinare al marchio sia quelli che quel marchio non lo conoscono (non siamo tutti appassionati, alcuni sono appassionati che definisco “occasionali“) sia quelli che di quel marchio hanno una considerazione marginale. Oris ha dato vita negli ultimi due anni alla collezione Divers Sixty Five, un omaggio ad un'epoca romantica che ha segnato una svolta nello sviluppo dell'esplorazione degli abissi ed un omaggio al modello che ha rappresentato il marchio in quegli anni. Non so quanto la versione originale abbia realmente segnato quell'epoca, so però che i nuovi Oris Divers Sixty Five hanno raccolto un notevole consenso di pubblico e critica dal momento in cui sono stati lanciati sul mercato, dando ad Oris grande visibilità.
Nella scala delle novità, il Carl Brashear é stata sicuramente la piú interessante del 2016 (che ho ridefinito, orologicamente parlando, l'età del bronzo) di Oris, ma é anche la versione in edizione limitata di un Oris Divers Sixty Five piú grande della prima versione, perché i mm della cassa sono passati da 40 a 42, che introduce un quadrante ancora piú forte del 40mm ed una serie di caratteristiche che gli appassionati di vintage diver cercano avidamente. Sono questi appassionati a dettare oggi le regole delle nuove collezioni ed i marchi lo hanno capito. La sensazione, pur non disponendo di cifre ma osservando i comportamenti di chi compra (e vende) orologi e di come l'industria reagisce, é che il mondo vintage stia guadagnando terreno rapidamente e che tutti i marchi cerchino perciò di capitalizzare al massimo questo rinato interesse riaprendo virtualmente i loro archivi.
Il nuovo Oris Divers Sixty Five 42mm ha incrementato il valore percepito della collezione; sul quadrante blu, un blu particolarmente intenso a tratti tendente quasi ad un viola scuro, gli indici sono rotondi, color ocra (vintage SuperLuminova) e applicati. Quello ad ore dodici riproduce idealmente il logo storico di Oris che è stato inciso anche sul fondo cassa. Il risultato è un quadrante con un'ampiezza visiva notevole, con l'unica lieve nota stonata della finestra della data che nessun marchio riesce proprio ad eliminare, ma che alla fine riduce l'effetto del richiamo vintage.
Oris ha curvato il vetro, non un glass-box (piatto al centro e curvato alle estremità) ma un vetro a bolla come i primi strumenti subacquei ed il quadrante segue all'estremità esattamente la stessa curvatura. L'anello graduato sulla lunetta girevole è un sottile disco in alluminio; una qualunque soluzione in ceramica sarebbe stata completamente fuori luogo, mentre la cassa dalle anse estremamente allungate può chiudersi sul nuovo bracciale in acciaio e su quattro diversi cinturini di cui quello in pelle invecchiata marrone in foto è probabilmente il più riuscito. L'Oris Divers Sixty Five 42mm monta il calibro Sellita SW 200–1, in sintesi un affidabile automatico di fornitura che svolge egregiamente il suo compito, in attesa che questa splendida cassa possa vantare un calibro a carica manuale di manifattura cambiando ulteriormente la prospettiva ed il prezzo di quest'orologio.
Parliamo proprio del prezzo: è di 1900€ circa. Partiamo quindi con le mie considerazioni. L'Oris Divers Sixty Five 42mm è bello ed onesto. E' bello perché ha un autentico gusto vintage e, eccezion fatta per la finestra della data (inserendola ad ore 4:30 sarebbe stata meno intrusiva), ha ogni singola cosa al posto giusto: è equilibrato, pulito, ogni elemento estetico o funzionale è inserito dove dovrebbe essere e senza strafare, compresa la sfera centrale delle ore con semi-estremità del tipo “lollipop” che, ruotando, richiama in realtà la forma degli indici applicati. E' “onesto” perché ha un elevato valore per il cliente in relazione a quanto costa.
Amici o persone che conosco tramite il blog mi chiedono spesso perché i listini degli orologi siano cresciuti così tanto negli ultimi anni e posso dire che hanno, in più di un caso, ragione a lamentarsi. La voglia di molti marchi di entrare nell'olimpo del premium luxury ed, ammettiamolo, lo spostamento del baricentro della clientela verso mercati più ricchi dell'Europa hanno fatto salire in modo indiscriminato i listini, un fenomeno solo in parte spiegabile da un reale aumento dei contenuti per il cliente. In questo scenario l'Oris Divers Sixty Five 42mm è una risposta eccezionale a questo fenomeno; è stato pensato a fondo, curato nei dettagli ed è esattamente quello che, nella fascia dei tre sfere di ispirazione vintage molti, me incluso, aspettavano da tempo.
(Photo credit: courtesy of Oris; Horbiter's proprietary photo-shooting by Entropik)
Gaetano C @Horbiter
