H.Moser & Cie. Streamliner Flyback Chronograph, la recensione

H. Moser & Cie Streamliner Flyback Chronograph, la recensione

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Aspettarsi qualcosa di straordinario da H.Moser & Cie., è ordinario. L’operazione di lancio del primo orologio interamente in acciaio ha svelato anche una storia inedita: la famiglia Meylan voleva entrare nel settore degli sportivi di lusso da lungo tempo, ed a ragione, considerando che tutti i marchi provano a contrastare la leadership di Patek e Audemars Piguet, ed il segmento va presidiato se vuoi completare l’offerta ed allargare la base dei potenziali clienti. Qual’è la proposta giusta per entrare nel segmento degli sportivi? Un dilemma difficile da risolvere per il board di H.Moser & Cie., la cui visione si fonda su effetto sorpresa, ed estetica e tecnica raffinatissime.

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Il H.Moser & CieStreamliner Flyback Chronograph che vedete è l’ultimo di una serie di photo-shooting che abbiamo completato prima che l’emergenza coronavirus fermasse il mondo intero, ed in particolare Milano, che di questo periodo difficile rappresenta purtroppo l’epicentro europeo. Sono in ogni caso contento di avercela fatta e che Horbiter® sia il primo magazine italiano (digitale) ad offrire un contenuto tanto esclusivo.

Lo Streamliner andava visto, toccato, indossato; le foto stampa non sono sufficienti a saziare la passione e prendere confidenza con un orologio tanto interessante. Con questo prodotto, H.Moser & Cie. conferma il suo ruolo di “think tank” dell’alta orologeria, pur ammettendo che uno sportivo di lusso consente una libertà creativa decisamente superiore a quella necessaria su un classico con cinturino in pelle.

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Contemporaneamente, lo Streamliner Flyback Chronograph ha offerto al marchio l’opportunità di lanciarsi in qualcosa di completamente inedito, e di coronare un sogno antico, che completa il primo ciclo di vita di un marchio giovane, ma dalla storia già importante. Secondo il marchio, sono stati necessari cinque anni per passare da concept a prodotto finito; in realtà, per stessa ammissione di Edouard Meylan, lo Streamliner soddisfa un desiderio nato addirittura nel 2012, anno in cui la famiglia ha rilevato un marchio storico ma in bancarotta, mostrando a tanti piccoli marchi indipendenti che con coraggio, investimento sul prodotto, tenacia ed  efficace comunicazione, è possibile vincere la sfida.

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La fonte di ispirazione di questo cronografo, in grado di funzionare senza problemi anche in immersione, è la forma aerodinamica dei treni americani Streamliner, da cui il nome assegnato all’orologio. Lasciamo però i concetti propri dell’aerodinamica ad auto, moto, aerei, e treni ad alta velocità; poco c’entrano con le prestazioni di un orologio, se non per favorire forme sinuose e “vendere” il concetto di dinamismo.

In senso più lato, quello della filosofia di prodotto, H.Moser & Cie. si inserisce di diritto tra gli innovatori puri, leader indiscusso della corrente degli indipendenti, al fianco di alcuni marchi di lusso generalisti, uno in particolare, Bulgari, che ha osato industrialmente tanto con Octo Finissimo. Sebbene marchi e prodotti siano diversi, è giusto sottolinearlo, vanno riconosciuti ad entrambi leadership e coraggio nei rispettivi ambiti.

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La cassa del Moser Streamliner Flyback Chronograph ha una ricercata forma a cuscino, con una geometria che attiva ricordi di altri orologi senza assomigliare mai pienamente ad alcuno di essi. E’ un misto di ispirazione anni settanta e anni ottanta, con richiami alla natura, evidente nel bracciale: a tratti ricorda cronografi Heuer vintage o la cassa di alcuni Sinn, con un po’ di Ebel, nella forma del bracciale. Eppure nell’istante in cui provi a chiudere il cerchio trovando un modello esattamente uguale, il castello cade.

I 42,3mm di diametro sono il frutto di un disegno pensato a lungo, frutto di un’accurata messa a punto, è lampante. Immagino il numero infinito di mock-up estetici realizzati al fine di identificare uno stile pienamente identitario, alla stregua di come si fa quando nasce un nuovo marchio e si attiva la ricerca estenuante sul nome per essere certi che nessun altro lo abbia già scelto.

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In una vista frontale, cassa bombata e bracciale sono satinati, con vetro glass-box ad accentuare il volume verticale, mentre dai lati emergono pulsanti crono a finitura lucida. L’alternanza dinamica tra satinato e lucido è accentuata da sottili lingue di maglia lucida che appaiono tra una maglia e l’altra del bracciale quando si muove il posto. E’ l’effetto più intrigante di un bracciale particolarmente solido, con una struttura rigida, adeguata a cassa e movimento.

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La vista di tre quarti mostro i dettagli sulla carrure: sottili bordi lucidati corrono lungo la cassa (ed il bracciale) e racchiudono superfici incave a finitura satinata. Giochi e profili sono esenti da critiche, i pulsanti crono hanno una geometria molto ricercata e funzionalità perfetta, tutto (o quasi, ne parleremo più avanti) è finito e rifinito a regola d’arte.

Il quadrante è la firma di un H.Moser & Cie., e la sua finitura fumè (e griffè) ha un bel “60” applicato e lucido a contrasto, che suggerisce la presenza di una complicazione importante. Così come H.Moser & Cie. è riuscita a creare un calendario perpetuo leggibile quanto un tre sfere, ha ugualmente costruito un cronografo dotato di doppia funzione Flyback, invitandoti, quasi fosse una provocazione, a scoprire cosa si nasconda dietro l’azionamento dei due tasti.

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Evidentemente, due pulsanti nella metà superiore della cassa e la corona spostata ad ore quattro non sono lì a caso. Per non parlare della scala in stile “chequered flag” sul rehaut interno. Il H.Moser & Cie. Streamliner Flyback Chronograph offre infatti una doppia funzione Flyback, per minuti e secondi, grazie a due lancette sovrapposte che, in assenza di alcuna spiegazione, ti porterebbero a pensare che si tratti di un Rattrappante (ci sarebbe piaciuto ugualmente, vista la rarità della complicazione). Lo Streamliner Flyback Chronograph è l’unico cronografo automatico al mondo con doppia funzione Flyback.

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Per la sua realizzazione, H.Moser & Cie.. si è rivolto ad un fornitore esterno, per la prima volta: è Agenhor, acronimo di Atelier GENevois dHORlogerie, atelier noto per la costruzione di movimenti meccanici particolarmente elaborati ed originali per architettura ed interpretazione tecnica, in particolare sul tema cronografo. Per dare una misura della sua rilevanza, sappiate che Agenhor crea complicazioni per Hermès e Van Cleef and Arpels (le complicazioni poetiche, ad esempio), è esperta in complicazioni retrograde anche se il calibro HMC 902, parente stretto del calibro adottato dal Singer Reimagined Track 1 e da Fabergè, è una costola di un calibro chiamato AgenGraphe.

Il 902 è un movimento automatico, la cui massa oscillante, in tungsteno, è posta sul lato quadrante per offrire piena vista sul movimento, che appare così come un movimento a carica manuale. Ha ben 434 parti, tante, considerando che, per avere un ipotetico termine di paragone a parità di complicazione meccanica d’origine, un Blancpain Villeret Flyback Chronograph ne ha 322.

Perché il calibro Moser HMC 902 è diverso.

Per comprendere cosa renda diverso questo movimento dalla moltitudine di calibri crono può o meno raffinati in circolazione, occorre partire dalle peculiarità di AgenGraphe. Immaginate di voler sintetizzare tre concetti in uno: offrire una visualizzazione centrale di tutte le funzioni cronografiche, migliorare le prestazioni della tradizionale ruota a colonne con frizione ad innesto orizzontale, ed implementare, infine, la funzione saltante di ore, minuti e secondi crono.

Il risultato di un’architettura del genere è, evidentemente, una superiore leggibilità del cronografo, poiché vengono unite su un unico asse di rotazione funzioni cronografiche e visualizzazione dell’ora. Questi requisiti hanno reso Agenhor il partner ideale per H.Moser & Cie. In AgenGraphe, rotismi, scappamento, componenti alla base del funzionamento del calibro, sono tutti disposti su un anello esterno, mentre un considerevole spazio al centro è destinato all’inserimento del sistema che azione il cronografo.

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Un sistema a molla e camme con profilo a lumaca consente di immagazzinare l’energia dei secondi crono e rilasciarla, per consentire, al raggiungimento dei sessanta secondi, il salto istantaneo della lancetta dei minuti. Stesso dicasi per le ore crono nei confronti dei minuti crono. Nei cronografi tradizionali, oltre ad esser decentrati, i contatori dei minuti sono semi-continui, e non perfettamente saltanti.

La differenza sostanziale tra la declinazione di AgenGraphe in HMC 902 e quella realizzata per Singer Reimagined Track 1 e Fabergè, ad esempio, è la assenza di un contatore saltante anche per le ore crono. Questo sistema viene utilizzato anche per la funzione reset a zero. Accoppiato al cronografo c’è AgenClutch, brevetto di una rivisitazione profonda della frizione laterale per attacco e stacco della ruota a colonne. L’aumento dell’attrito tra i dischi della frizione e l’aggiunta di ruote aggiuntive, mirano a garantire un contatto costante durante il processo di azionamento della frizione.

La prova più difficile, l’aspettativa più grande: com’è uno Streamliner Chronograph al polso?

Oggi più che mai il confort al polso è un requisito imprescindibile per uno sportivo di lusso in acciaio, tanto quanto la complicazione meccanica che richiede tempo per essere acquisita da un appassionato e collezionista, a meno di avere una competenza specifica. Ho infatti mostrato almeno due video indipendenti e didattici, che spiegavano il funzionamento di AgenGraphe, ad amici collezionisti e c’è voluto del tempo prima che comprendessero a fondo come funziona.

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Al polso è un cronografo complicato con l’aspetto di un solo tempo. Il bracciale sinuoso, a maglia singola ed integrato nella cassa, ha una forma che ricorda la natura, (a me è venuta in mente l’armatura di un armadillo, ad esempio). E’ solido, personale, appagante, eppure due dettagli sono da migliorare, secondo me: la chiusura a doppio pulsante e la parte interna della deployante. Sono entrambi poco raffinati per un marchio che fa della cura del dettaglio in modo maniacale un assioma. La cassa è larga 42,3mm al centro e spessa 14,2mm; non è quindi un peso leggero, ma forma a cuscino e confort della maglia (è esente da pizzicature) lo fanno aderire bene al mio polso, da 20cm di perimetro. E’ davvero un grande piacere indossarlo.

Considerazioni finali.

H.Moser & Cie. ha centrato l’obiettivo primario: quello di lanciare un sasso nello stagno degli sportivi di lusso; mai avrebbe concepito qualcosa di banale, lo sappiamo, e non ha deluso le aspettative, confermando il suo ruolo di instancabile pioniere. E’ un approccio coraggioso cui molti gruppi del lusso, dotati di capacità di investimento decisamente superiore, dovrebbero ispirarsi.

Tecnicamente prelibato, il H.Moser & CieStreamliner Flyback Chronograph ha nel calibro HMC 902 un punto di forza tecnico, ed un punto di debolezza in termini di immagine perché, seppur eccellente, toglie a H.Moser & Cie. lo scettro di esclusività tecnica che ha reso i suoi orologi pienamente ed immediatamente riconoscibili. Un occhio allenato nota subito che il calibro non è costruito da Moser, e riconosce le origini di AgenGraphe.

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Viceversa, il marchio avrebbe dovuto assumersi un rischio enorme, sviluppando internamente un calibro egualmente sofisticato, che non avrebbe ripagato gli investimenti legati all’attuale prezzo di posizionamento (38.000€), ed i volumi previsti da questa edizione limitata (100 pezzi). Forse ci sarebbe riuscita raddoppiando un prezzo che è già alto.

Sarà il mercato a confermare se H.Moser & Cie. ha avuto ragione o meno, è più interessante ora ipotizzare lo scenario, sperando non si tratti di un caso isolato: immagino una gamma completa che includa anche una versione solo tempo, più sottile degli attuali 14mm, e dotata di un calibro di manifattura H.Moser & Cie.. Personalmente, sono animato da un misto di curiosità ed impazienza, e mi auguro che uno scenario del genere si concretizzi presto. H.Moser & Cie guadagnerebbe immediatamente un cliente.

(Photo credit: Marco Antinori per Horbiter®)

Gaetano C @Horbiter®

Instagram – Gaetano Cimmino

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