Audemars Piguet Royal Oak Offshore Tourbillon Chronograph

Audemars Piguet Royal Oak Offshore Tourbillon Chronograph, la recensione

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Le foto proprietarie di questo articolo sono solo due, ciò è dovuto al fatto che l’orologio in foto, un Audemars Piguet Royal Oak Offshore Tourbillon Chronograph è stato prodotto in soli 50 esemplari e che incontrare per caso una delle 50 persone che hanno la fortuna di averlo al polso, è come trovare un ago in un pagliaio; se usassimo per un attimo le formule tipiche del calcolo delle probabilità il risultato sarebbe un numero piccolo a piacere. La mia passione per il marchio è nota, ogni volta che trovo sulla mia strada un Audemars Piguet che ha la lunetta ottagonale ed il motivo Tapisserie sul quadrante (Mega Tapisserie in questo caso), inizio a scrivere, basta dare uno sguardo agli articoli di Horbiter che parlano del marchio e del Royal Oak.

L’Audemars Piguet Royal Oak Offshore Tourbillon Chronograph, presentato per la prima volta a Watches and Wonders 2014, lo definirei quasi un esperimento, nel senso che rappresenta l’estremizzazione del concetto del Royal Oak Offshore e l’anello di congiunzione ideale tra questa collezione e quella del Royal Oak Concept che è ormai entrata stabilmente tra le collezioni del marchio di Le Brassus. I maestri orologiai hanno inserito nella cassa in carbonio forgiato da 44mm del Royal Oak Offshore il calibro di manifattura 2897, un automatico da 3Hz di altissima fattura in cui spicca un rotore periferico, visibile dal lato quadrante, realizzato in platino 950 satinato. E’ una soluzione tecnica eccezionalmente elegante, perché elimina il classico rotore sul retro ed il movimento, pienamente visibile attraverso il fondello, ha la stessa “dignità estetica” di un calibro manuale.

 Inoltre, nel poco tempo che ho avuto a disposizione in cui ho potuto anche indossare l’orologio, non ho avuto neanche la sensazione di indossare un automatico perché il rotore ha vibrazioni pressocché impercettibili; è inoltre montato su cuscinetti a sfera, una caratteristica che lo rende estremamente efficiente ed è costituito da un anello di 180° che ruota all’interno di un incavo anulare ricavato tra il quadrante ed il bordo più interno della cassa. La scelta di realizzarlo in Platino è probabilmente legata alla necessità di usare un metallo pregiato con un peso specifico più elevato dell’oro che potesse compensare la sua geometria estremamente slim. Oltre ad essere una soluzione originale contribuisce a ridurre considerevolmente lo spessore dell’orologio ed è una alternativa sicuramente più pregiata di quella con micro rotore di carica.

Il cronografo con ruota a colonne è esente da qualunque scuotimento, tipico delle fasi di partenza, azzeramento e scorrimento del cronografo, grazie all’utilizzo di una tecnica costruttiva che adotta una forcella di accoppiamento. Il Tourbillon, inserito ad ore sei, ha il bilanciere ad inerzia variabile e la spirale con curvatura terminale di Phillips, che ne migliora l’isocronismo. Le finiture sono pregiate tanto quanto lo sono le soluzioni tecniche adottate perché tutte le singole parti, anche le più piccole del movimento sono state finemente decorate a Perlage o limate a mano e gli angoli sono stati smussati. Lunetta, corona e pulsanti sono in ceramica e questi ultimi sono protetti da elementi in titanio. L’Audemars Piguet Royal Oak Offshore Tourbillon Chronograph non passerà alla storia come il più elegante Royal Oak Offshore mai presentato, ma è sicuramente quello in cui la sintesi di messa a punto, cura dei dettagli e unione tra materiali avanzati e scelte tecniche pregiate raggiunge l’apice dal momento in cui il primo Offshore è mai stato presentato.
(Photo credit: Horbiter®’s proprietary photo-shooting, courtesy of Audemars Piguet)
Gaetano C. @Horbiter®

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