Il Museo Omega - parte 1

Il Museo Omega – parte 1

Arrivi un mattino qualunque di agosto a Rue Jakob-Stämpfli e capisci immediatamente di essere nel luogo, forse, più magico di Biel/Bienne. E' un attimo, ti guardi intorno e ti accorgi di essere nel posto giusto:

Senti profumo di orologi (Omega), devi solo capire se seguire quello del futuro, la manifattura, od immergerti nella storia di un marchio che è leggenda. Noi eravamo lì per la seconda tentazione (speriamo un giorno di poter scoprire cosa si cela nel futuro). Un piccolo cartello, nascosto alla vista, con il logo d'epoca Omega all'ingresso di una delle sedi storiche in cui, al primo ed unico piano, è stato allestito il museo. Accedi al salone principale ed hai un attimo di soggezione, perchè prendi atto che tutto quello che sai di Omega è solo una piccolissima, seppur importante parte. Ed è solo l'inizio perchè, ci hanno raccontato, manifattura e museo Omega sono al centro di un piano strategico che vedrà un forte rinnovamento ed ampliamento nei prossimi tre anni. Bene! La visita al museo Omega è più sorprendente di quanto si potesse pensare prima di partire ed è una autentica scoperta perchè, in uno spazio relativamente piccolo, è condensata una tale quantità di storia dell'innovazione da impressionare, suddivisa per linea prodotto ed interrotta ogni tanto da esemplari sperimentali che raccontano di una attività di Ricerca e Sviluppo molto avanzata ed incessante.

Tanto da dover suddividere questo report in più capitoli: il nostro viaggio porta alla scoperta di esemplari sconosciuti a molti appassionati e che, se rieditati, potrebbero a nostro avviso allargare ancora di più gli orizzonti del marchio Omega attraendo nuovi clienti ed innalzandone ulteriormente la “brand awareness” (ne parleremo più avanti). Cominciamo da un modello che è il vero portabandiera di Omega nel mondo : lo Speedmaster.

Lanciato nel 1957, selezionato dalla NASA nel 1965, l'OmegaSpeedy“, come amano chiamarlo oltreoceano, diventa il famoso “Moon Watch” solo nel 1969. Il primo Omega Speedmaster monta il calibro manuale 321 con smistamento della funzione crono mediante ruota a colonne progettato da Lemania (Albert Piguet). Ed è subito un successo; parliamo di un calibro eccezionale per qualità e finitura che primeggiava tra i calibri cronografici (e di produzione su scala industriale) dell'epoca.

Successivamente verrà sostituito dall'861, tuttora in produzione con codice 1861, con l'unica eccezione (sigh) della eliminazione della ruota a colonne con una soluzione a camma, scelta che ha sicuramente semplificato la meccanica ma lo ha reso meno pregiato. La cassa dell'Omega Speedmaster, nata con le anse diritte con quadrante a tre contatori e sfere “broad arrow” verrà poi sostituita dalla versione del 1959 (analoga alla versione 29153 del 1957), caratterizzata da lancette “Alfa“, scala tachimetrica su anello in alluminio e guarnizioni “O-Ring” sui pulsanti. E' questa la versione che ha fatto, attraverso successivi aggiornamenti, da base all'Omega Speedmaster CK2998 che, al polso di Wally Schirra, sarà il primo (e di normale produzione…) Omega Speedmaster ad andare nello spazio, corredato del famoso cinturino in Velcro. Di lì in poi una serie interminabile di missioni fino al famoso allunaggio nel 1969.

La storia di questa serie e del suo legame con lo spazio continuerà anche dopo, basti sapere che nella collezione Omega rientrano alcuni modelli molto rari come l'Omega Speedmaster 125, con cinturino elastico, indossato nel 1977 dal cosmonauta russo Vladimir Dzhanibekov:

Una serie interminabile di versioni ed aggiornamenti, di serie limitate dedicate alle tante missioni spaziali cui l'Omega Speedmaster ha preso parte, la conversione da anse diritte ad anse ad elica, potremmo continuare all'infinito a parlare di un orologio che al polso di chiunque è immediatamente riconoscibile a distanza ed è stato il compagno insostituibile di tutte le missioni spaziali dell'era moderna. Il viaggio alla scoperta della storia di Omega non poteva cominciare in modo migliore…

(Photo credit: Horbiter®'s proprietary photo-shooting)

Gaetano C. @Horbiter®

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Newsletter di Horbiter

Iscriviti gratuitamente alla nostra Newsletter per ricevere direttamente nella tua casella di posta elettronica gli ultimi articoli pubblicati

I tuoi dati con noi sono al sicuro. Puoi approfondire il tutto qui: Privacy Policy