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Si chiamano Omega Days 2022 e sono il manifesto dei nuovi orologi Omega, autentica prova di forza di un marchio che corre verso il rooftop dell’orologeria di lusso, senza lasciare apparentemente scoperto alcun angolo del suo universo. Quest’anno ha mostrato i muscoli, ha razionalizzato la gamma, ha presentato novità in ogni collezione. Ora il testimone passa alla concorrenza ed a cosa sarà in grado di presentare all’imminente Watches and Wonders. Infine al pubblico, ed al modo in cui recepirà i nuovi prodotti.
Omega Ultra Deep
C’è chi lo chiama Omega Seamaster Ultra Deep, chi preferisce aggiungere l’estensione Planet Ocean, e chi, come il sottoscritto, preferisce il più essenziale Omega Ultra Deep, visto che di Seamaster e Planet Ocean c’è poco al netto dell’albero genealogico.
Ultra Deep è il claim breve perfetto per condensare un tasso di innovazione tecnica che consente ad Omega di scalare tutte le posizioni in griglia. Il progetto sembra il frutto di un Laboratorio piuttosto che di un processo di sviluppo standard e ribalta la percezione di una collezione valida in generale, ma indietro nei confronti dei player di mercato storici e forti tecnicamente, quali Seiko e Grand Seiko, o molto ambiti come alcuni Rolex professionali, in fascia alta.
Con Ultra Deep, Omega dimostra inoltre di ascoltare attentamente commenti e suggerimenti. Se l’adesione allo standard ISO 6425 è benvenuto ma non sa di novità dirompente, il progetto complessivo, che prevede una cassa super ermetica ed un rating reale da oltre 6000 metri nominali di profondità (come richiede la normativa in fase di test) assegna alla collezione il ruolo di “best in class”. In sintesi, Omega ha battuto in un colpo la iper-tecnica concorrenza giapponese e quella premium svizzera.
Le caratteristiche tecniche, in pillole.
La cassa da 45,5 mm di diametro e 18 mm di spessore è in linea con le quote del competitor dichiarato, il Rolex Deepsea, ma Ultra Deep è superiore per prestazioni e raffinatezza progettuale. La cassa è impermeabile all’elio e prevede un acciaio di nuova formulazione.
Tabelle alla mano, a 6000 metri di profondità la pressione vale 600 bar ossia 60 MN/mq. Qualunque sia l’acciaio adottato, un provino standard è comunque in fase elastica: 316L e 904L snervano intorno ai 220 MPa in media, mentre O–Megasteel li doppia ad un valore di ben 560 MPa. Ancor più interessante è l’indice di PREN, certamente più tangibile nell’uso comune in cui O–Megasteel è, secondo quanto dichiarato da Omega, ampiamente superiore al 316L adottato ad esempio su un classico Planet Ocean. In questo ambito, se la vede con Ever Brilliant Steel di Seiko, e 904L adottato da Rolex, l’unico acciaio normato a livello ISO.
L’eroe della collezione è la riedizione commerciale dell’orologio in titanio con anse a forma di manta portato da Victor Vescovo sul fondo della Fossa delle Marianne. La costruzione in titanio assicura la leggerezza necessaria a questo peso massimo. In condizioni normali, la versione in acciaio supera i 200 g e diventa un oggetto per pochi, laddove Ultra Deep in titanio grado 5 consente a quasi tutti i polsi di indossarne uno, taglia permettendo. La lucentezza del nuovo acciaio è però un potente argomento all’acquisto, e le opzioni con cinturino in gomma un invito a scegliere il classico acciaio.
Considerazioni su Ultra Deep
Chapeau al marchio per una serie di ragioni: innanzitutto per il coraggio di aver investito in un prodotto di nicchia; O–Megasteel ed i brevetti su cassa, vetro, guarnizioni sono specifici di questa collezione.
Il mio eroe è Ultra Deep in acciaio Orange perché è il tool watch di lusso definitivo ed è al 100% Omega; criticabile invece la scelta del quadrante blu fumé perché si espone a facili similitudini ed è un argomento a favore dei detrattori che si fermano all’aspetto esteriore. Le specifiche sono tutte dalla parte di Omega ed il prezzo in area 12.000 Euro è ampiamente giustificato.
Omega Seamaster Diver 300M quadrante verde
In questo caso parliamo di pura estensione di gamma. Il Seamaster Diver 300M debutta in edizione verde, allargando ancora la già vasta gamma rivisitata nel 2018. La lunetta in ceramica verde ha una soluzione singolare per questa categoria di prodotto; la scala graduata è realizzata in smalto con tecnica Grand Feu, arte riservata usualmente ad orologi classici. Sarei curioso di vedere dal vivo la differenza tra versione standard ed attuale.
Per il resto non si registrano cambiamenti degni di nota rispetto al Diver 300M che misura 42 mm di larghezza cassa e 13,56 mm di spessore. E’ il più elegante subacqueo professionale sul mercato, facilmente identificabile grazie al bracciale tipicamente Seamaster, alle anse curve, al quadrante ad onde in ceramica. L’unico rammarico è che non sia più così accessibile come un tempo. A 5.800 Euro nella variante in acciaio resta comunque tra gli orologi Omega di primo prezzo.
Omega Speedmaster ’57 calibro 9906
Se non ci fosse stato Ultra Deep a rubare la scena, la nuova collezione rappresenterebbe la più grande novità tra gli orologi Omega 2022 considerando anche i potenziali volumi vendita. Se il primo è l’orologio più muscoloso e grande oggi a catalogo, il dizionario prevede in questo caso aggettivi completamente diversi.
Archiviata ogni velleità di rivedere una riedizione in acciaio del leggendario CK 2915 con architettura a tre contatori e calibro 321 (Canopus Gold escluso), Omega ha lavorato notevolmente sul template uscente a due contatori reinterpretando la formula profondamente.
Game changer: il movimento Omega 9906
I nuovi Speedmaster 57 guadagnano lo splendido calibro Omega 9906, introdotto in edizione no data su Chronoscope ed a carica manuale. Si distingue dal fratello per la presenza del disco aggiuntivo del giorno ma spicca in generale per la bellezza del ponte unico interamente decorato Côtes de Arabesque davvero pregevole.
Il 9906 è, esteticamente, il mix di un calibro di vaga impronta sassone (ponte a 3/4) e decorazioni squisitamente svizzere. E’ molto bello, riempie da bordo a bordo la cassa e lo spessore di appena 6,4 mm lo rende un movimento crono estremamente sottile. Il nuovo Omega Speedmaster 57 si ferma così poco sotto la soglia dei 13 mm di spessore (precisamente 12,99) guadagnando un non trascurabile 4% rispetto ad un Moonwatch 3861.
La parola d’ordine è raffinatezza
La cassa è stata ridotta a 40 millimetri, il quadrante preserva l’architettura a due registri di immediata lettura perché il contatore di ore e minuti crono è raggruppato in un unico registro ad ore tre che, a patto di tenere il cronografo sempre in funzione (opzione che definirei onerosa in termini di energia), consente la misura dell’ora in un secondo fuso orario. Mi sarei in generale aspettato una superiore autonomia a piena carica.
Considerazioni
Senza la finestra della data sarebbe stato perfetto, ma il concept totalmente rinnovato, le proporzioni, il calibro lo rendono una validissima alternativa al classico Moonwatch ed alle referenze storiche che montano il 321. La riduzione da 41,5 a 40,5 mm ed il bracciale di ispirazione Apollo 11 creano un’alternativa per molti aspetti più sofisticata.
La superiore raffinatezza del calibro di nuova concezione (ed a ruota a colonne) motiva il prezzo a soglia 10.000 Euro ed i nuovi quadranti colorati danno la possibilità di osare, sebbene nessuna sia in grado di battere il quadrante sandwich con vintage Super–Luminova®.
Viceversa, trovo incomprensibile il passo indietro sulla water resistance: la gamma uscente arriva a 100 metri, la nuova collezione si ferma a 50m.
Sacro Graal: Omega Speedmaster Moonwatch Moonshine Gold
Piuttosto che valorizzare le due nuove opzioni in oro del Moonwatch, la community ha perso tempo a dividersi in fazioni composte da sostenitori di Omega e sostenitori di Rolex senza cogliere il senso della novità e la reale assenza di overlap. Che Omega sia competitor diretto del marchio con la corona non è un mistero, non occorre un esperto di marketing per intuirlo, ed è comprensibile che il confronto sia animato da un palpabile “senso di sfida”. Eppure un Daytona ed un Moonwatch sono così diversi per storia e per caratteristiche tecniche che mostra quanto il popolo dei social si fermi alle apparenze.
Le due nuove proposte replicano finalmente la lega Moonshine Gold oltre l’esperimento di successo della versione Apollo 11, tanto bella quanto poco sobria in certi dettagli, laddove le due nuove combinazioni portano tutto in area di maggiore discrezione.
Rispetto alle versioni in Sedna Gold, l’anello in ceramica verde sostituisce l’anello in alluminio. Il tono di verde su lunetta e quadrante trattato PVD smorza gli eccessi dell’oro giallo, nel primo caso, mentre sul secondo modello il quadrante è in Moonshine Gold come la cassa (i contatori sono trattati in PVD nero).
Considerazioni
I nuovi Moonwatch Moonshine Gold completano la gamma ed estendono la gamma premium. Ora il 3861 può scegliersi nelle due leghe d’oro di Omega. Tra i due preferisco l’opzione quadrante verde anche per la scelta del cinturino, più classica del cinturino in gomma montato su Moonwatch Moonshine Gold Panda. Il cinturino integrato in gomma non è Moonwatch né sull’acciaio, men che mai su oro. I prezzi partono dai 26.200 Euro del Green Moonwatch su cinturino in pelle e si fermano ai 38.900 del Moonwatch Moonshine Gold Panda con bracciale.
(Photo credit: Horbiter®, Omega Watches)
Gaetano C @Horbiter®
