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Hamilton è un marchio camaleontico e non stupisce mai l’arrivo di un orologio fuori dagli schemi, ma di una terza edizione del Face to Face onestamente sì, ed è la prova di quanto il marchio creda in questa tipologia di orologi. E’ un flagship ma se incontrate le persone che si occupano di sviluppo prodotto capirete perché Hamilton è speciale, in grado di gestire la sua storia originale e militare quanto l’innovazione nella sua forma più espressiva, libera da ogni vincolo.
Evoluzione del Face 2 Face
Un po’ di storia può aiutare a comprendere il significato della versione attuale. Se il primo Face 2 Face ha rappresentato un momento di rottura, proiettando Hamilton tra i marchi in grado di offrire un orologio con cassa reversibile, un elemento di novità rispetto a tutto ciò che lo ha preceduto, la seconda edizione (provata nel 2016) ha semplificato l’architettura con doppio calibro automatico per iniziare un percorso di semplificazione tecnica più che formale.
Versione uno e due sono accomunate dalla cassa provocatoriamente ellittica di gusto art-nouveau e dalla doppia visualizzazione su entrambi i lati. Il Face to Face ha perso, da edizione uno a due, l’identità da oggetto kepleriano, tuttora ineguagliato per fascino e originalità, per entrare in una dimensione più congeniale al posizionamento del marchio, pur restando per quanto possibile un oggetto fuori dal coro destinato ad “early adopters” ed eclettici collezionisti.
Il Face to Face II è sostanzialmente un cerchio inscritto in una ellisse e presumo che la scelta, al tempo, sia stata comprensibilmente guidata anche dalla volontà di ridurre il gap tra questo orologio e tutto ciò che gravitava all’interno della collezione Jazzmaster.
Il nuovo Hamilton Jazzmaster Face to Face III
La terza edizione non è più un UFO atterrato per caso all’interno di una collezione Hamilton; la sua genesi parte dal codice genetico del Jazzmaster, in variante Performer. La terza edizione limitata (sono 999 gli esemplari) è la prima a montare una cassa tradizionale nelle forme; la rotazione del corpo centrale avviene sempre intorno ad un asse orizzontale coassiale alla corona e si blocca sul telaio esterno grazie a minuscole sfere che la assicurano nella posizione assegnata a multipli di 180 gradi (in entrambe le direzioni), con il sistema di aggancio e sgancio che ci è apparso più morbido che in passato ma anche meno stabile in fase di bloccaggio, almeno sul nostro esemplare.
Il telaio, ossia il bordo esterno della cassa, è decisamente più evoluto nel design, con spigoli più accentuati che in passato e pulsanti crono sovradimensionati ed allungati come sui Jazzmaster Performer. Il confronto con Face 2 Face II mostra un design complessivamente più ricercato e proporzioni differenti, ottenute attraverso una cassa più sportiva dal vago gusto vintage come emerge dal cinturino in pelle (ultra classico) con impunture blu (decisamente sportive), dalla combinazione indovinata.
L’analisi si sposta sul quadrante, un classico schema a tre contatori sospesi su una base che simula una scheletratura, in cui l’anello della data a vista è elemento di stile tipico della collezione. Il blu è stato scelto per il contatore delle 12 ore e la lancetta crono centrale cui è accoppiata un’analoga sfera, ruotata di 180 gradi, sul lato posteriore.
Quest’ultima offre doppia scala, pulsometrica e tachimetrica, dedicata agli appassionati di misurazioni. Non entusiasma però la massa oscillante a vista come non entusiasmava sulla versione precedente, ma è difficile trovare un’alternativa ed è uno tra gli argomenti a favore di un Face 2 Face I.
La cassa girevole è per sua natura affascinante, la contropartita è lo spessore complessivo perché il Jazzmaster Face to Face III supera di slancio i 17,00 mm fermandosi a 17,25 mm a fronte di un diametro che si attesta su un onesto 44 mm, ottimo per un cronografo automatico dalla doppia cassa. L’orologio monta il calibro modello H-41 da 60 ore di autonomia a piena carica; è un movimento onesto, robusto; le finiture sono da ordinario movimento industriale ma non nasce per catturare con effetti speciali.
Considerazioni finali
E’ più Jazzmaster dei precedenti l’ultimo Face 2 Face III, lo abbiamo già detto, perché il family feeling con il resto della collezione è palese e voluto. Hamilton si è concentrata sull’integrazione in gamma di un modello “halo”, quasi proibitivo per prezzo nelle edizioni precedenti e lontano dalla proposta che si attende un cliente Hamilton.
La riprogettazione ha dimezzato il listino rispetto al primo esperimento (che, ricordiamo, monta due movimenti automatici) e tagliato un -27% rispetto al modello uscente, e mira al rilancio di un modello in cui il marchio continua a credere fermamente. Lo fa con una cassa più moderna, ricca di spigoli, ed una più evidente alternanza di superfici lucide e spazzolate per elevare la qualità percepita ed allargare la clientela, fermandosi per la prima volta sotto i 3.000 Euro di listino.
(Photo credit: Horbiter®)
Redazione @Horbiter®