Zenith Defy Revival A3642: il ritorno del Defy Zenith

Zenith Defy Revival A3642: il ritorno del Defy Zenith

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zenith defy revival A3642 due

Se è vero che non bisogna vivere ancorati al passato onde evitare di arrestare il progresso, è altresì vero che un passato luminoso merita di essere valorizzato. È quello che ha fatto Zenith con il Defy A3642, modello che ha conquistato le luci della ribalta nel 1969, presentando Zenith Defy Revival A3642, celebrazione di un classico tra i più desiderati della maison.

zenith brochure defy 1969-19

La fedele riproduzione di modelli storici è una scelta già adottata da Zenith, ed ha restituito a cultori e appassionati la bellezza degli esemplari più recenti di Zenith Defy El Primero, gli stessi che hanno arricchito gli Anni 60 e 70, come nel caso del Chronomaster Revival A386 Manufacture Edition, di cui abbiamo già avuto modo di parlare. È stato proprio il successo di questa scelta a portare il marchio a replicare con il primo modello della collezione.

Orologi Zenith Defy: una collezione “retro-futuristica”

È con questo aggettivo che la troviamo descritta sul sito ufficiale del marchio. Un concetto molto interessante, sostenuto dalla commistione che – fin dai suoi albori – questa collezione ha saputo creare tra geometrie che rivisitano elementi classici e ingegneria all’avanguardia; oltre ad essere stata la prima collezione ad adottare la forma “ottagonale”.

Era il 1969 quando Zenith decise di inaugurare questo nuovo ramo della sua produzione, e il primissimo modello fu proprio quello di cui stiamo oggi parlando.

zenith brochure defy 1969 1970 ad 2

La scelta di creare una collezione inedita fu guidata da una volontà ambiziosa: contrastare a testa alta l’ascesa inarrestabile della tecnologia al quarzo nel mondo dell’orologeria. Erano infatti gli anni in cui cominciavano a dilagare orologi elettronici e digitali, portatori della preoccupante convinzione che i movimenti meccanici avrebbero presto lasciato il loro posto sul mercato per trovare posto nelle teche di un museo.

E proprio a questa minaccia Zenith rispose con Defy, intenzionata a dimostrare non solo che i movimenti meccanici avevano ancora tanto da raccontare, ma che potevano ancora attirare l’attenzione del pubblico. Capofila di questa fiera “resistenza” fu, appunto, il Defy A3642, orgoglio della collezione Zenith Defy anni 70.

Caratteristiche del Defy A3642

Cosa rese così iconico questo orologio? A segnare il punto decisivo nella battaglia con i nuovi modelli elettronici fu sicuramente il fatto che questi ultimi, prodotti in serie, non potevano garantire una cura al dettaglio estetico e meccanico come quella definita dalla nuova collezione Zenith.

La cassa e la lunetta

Il modello sancì l’inizio di una sperimentazione estetica nuova per il brand, che non di rado divenne poi ispirazione anche per altri marchi con le stesse aspirazioni. Decisamente interessante fu la scelta di realizzare una cassa ottagonale con lunetta a ben 14 lati, andando ad attribuire al modello un carattere talmente solido da fargli guadagnare il soprannome di “coffre-fort”, che in francese significa cassaforte.

zenith defy revival A3642 uno

Una robustezza che si mostrava (allora come oggi nel Revival) nei 37 mm di diametro e nei 13,6 mm di altezza di una cassa dall’aspetto monolitico.

Il bracciale

Le precisa geometria delle linee, così definitive ma allo stesso tempo cangianti in sfaccettature con diverse finiture, lanciava un gusto e una moda rimasti pressoché intatti fino ai giorni nostri.

Il bracciale di cui era fornito l’orologio era prodotto da un’azienda di gran fama, la Gay Frères, che ha dato un contributo enorme all’evoluzione dei bracciali degli orologi. Tra le sue invenzioni più iconiche ci sono il bracciale Oyster – inventato in collaborazione con Rolex -, e il bracciale con le maglie a forma di chicchi di riso, prodotto negli Anni 40.

zenith defy revival A3642

La composizione delle maglie del bracciale del Defy A3642 creava un effetto scalato che le donava di un appeal fortemente sportivo, in grado di risaltare nella mischia.

Sebbene quello del Revival non sia più prodotto dalla Gay Frères, il bracciale resta comunque identico a quello originale, con i suoi 18 mm di larghezza.

Il quadrante

In una caratteristica sfumatura di grigio che si scurisce procedendo dal centro verso l’esterno, il quadrante di questo Defy è stato uno dei primi nel suo genere.

zenith defy revival A3642 quattro

Alla statica solidità della cassa ottagonale fa da contraltare l’originale composizione degli indici, ognuno dei quali composto da linee tangenti alla lunetta, che regalano un effetto ottico di perenne movimento associate al movimento naturale delle lancette.

Queste ultime sono anch’esse figlie di un progetto di pura ispirazione geometrica: dalla forma che richiama alla parte finale della lama di una spada quella delle ore e dei minuti, piatta quella dei secondi.

Zenith Defy Revival A3642: una replica (quasi) perfetta

In questa celebrazione delle origini, Zenith si è dimostrata ancora una volta molto attenta a rispettare l’originale. Ogni dettaglio del Revival è infatti stato replicato seguendo pedissequamente i progetti originali, così da esser sicuri di non intaccarne l’identità primigenia.

Restano tuttavia alcune piccole differenze. Rispetto all’originale, infatti, il nuovo modello è dotato di vetro zaffiro, di un fondello trasparente, di pigmenti luminescenti e di una colorazione delle lancette in Super-Luminova, colorazione che riprende la tonalità dell’originale.

zenith defy revival A3642 tre

Tra queste, quella del fondello è sicuramente la differenza più importante. La sua trasparenza è infatti al tempo stesso un passo verso una “modernità” e una lieve rivisitazione identitaria.

Dal punto di vista identitario, invece, la trasparenza mette da parte (non di certo in modo definitivo) l’elemento più iconico del brand, ovvero il suo logo di una stella a quattro punte.

Il progresso che si è avuto negli anni ha poi ovviamente influito sull’ottimizzazione tecnica dell’orologio, adesso dotato di un movimento automatico Elite 670 a frequenza di 4 Hz con riserva di carica di circa 50 ore.

La prova che “classico” non vuol dire “vecchio”

Al di là delle motivazioni dietro la scelta di rivalutare un modello storico della propria produzione, Zenith merita a mio parere un doppio elogio.

Stiamo parlando di uno Zenith Defy Anni 70, appartenente cioè ad un periodo che precede di due decadi la mia nascita. Un orologio che non avrei mai avuto modo di vedere effettivamente al polso di nessuno (se non chiaramente in un modello ottimamente conservato). Il marchio guadagna quindi il primo elogio per aver offerto a me e a tutti quelli che come me sono “anagraficamente svantaggiati” la possibilità di scoprire un must della sua produzione.

Il secondo elogio lo dedico al modello in sé, che porta splendidamente i suoi anni nonostante sia definibile come lo “Zenith Defy Vintage”. Se dovessi osservarlo senza disporre di tutte le informazioni che ho adesso, non sarebbe affatto immediato per me indovinarne l’anno di nascita.

Certo, ci sarebbero elementi che mi aiuterebbero a dedurlo, ma ciò non toglie che, nel complesso, questo modello appare ai miei occhi come un orologio ben più “longevo” di tanti coetanei che si definiscono tali senza però riuscirci.

E, a parer mio, non esiste modo migliore per dimostrare che essere “classico” non è sinonimo di “vecchio” né tantomeno di “obsoleto”.

(Photo credit: Zenith)

Tommaso Sabia @Horbiter®

1 Comment

  1. Salve, ho un modello con il bracciale datato 4 68, quindi credo che l’orologio sia del 69, la cosa che ho notato è che alcuni modelli riportano nel quadrante la scritta 28800 mentre altri come il mio no. Da questi dati si riesce a risalire all’anno dell’orologio? Grazie

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