Omega Aqua Terra Beijing 2022, la recensione completa

Omega Aqua Terra Beijing 2022, la recensione completa

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Quasi cento anni di Olimpiadi per Omega

E’ forse poco percepito dal pubblico, eppure Omega è partner tecnico delle Olimpiadi invernali dal lontano 1932. Il lavoro del cronometrista ufficiale è silenzioso ma è un pilastro dell’organizzazione tecnica; dalla sua efficacia dipende il successo dell’intera manifestazione. La divisione di ricerca e sviluppo che cura la misurazione del millesimo di secondo al digitale, evidentemente separata da quella che pensa e realizza i prodotti consumer, è la NASA di Omega, o l’equivalente di un reparto di Formula Uno per un costruttore automotive, se preferite. Viaggia al ritmo della più spinta tecnologia digitale.

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In novant’anni Omega ha prodotto così tanto in questo settore da dedicare ampio spazio al cronometraggio all’interno del rinnovato museo, in cui la storia della misurazione sportiva si interseca con quella dell’orologio da polso. Questa storia quasi secolare iniziò nel 1936, a Garmisch Partenkirchen, con un team composto da appena un orologiaio e 27 orologi da tasca.

1936 Omega first Olympic Winter Games

A dodici anni di distanza dal debutto ecco la prima rivoluzione: Omega introdusse i rilevatori a celle fotoelettriche proiettando il cronometraggio nel futuro e sostituendo progressivamente l’intervento umano con macchine sempre più sofisticate da quest’ultimo concepite.

omega olympics 1948

Il 1948 segna pertanto lo spartiacque tra pionierismo ed era moderna e nel 1956 si consolida con il debutto dei primi cancelletti di partenza, che resistono tuttora.

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L’attuale livello di tecnologia è “stellare” tanto che il gap tra tecnologie digitali terrestri e quelle adottate nei viaggi spaziali si è virtualmente assottigliato; difficilmente vedremo una cella a combustibile sulle piste a sci, ma i concetti di estremizzazione della prestazione e miniaturizzazione delle parti è comparabile.

omega beijing olympics 2022

Ad esempio, gli atleti oggi gareggiano con leggerissimi transponder montati sugli scarponi; sono in grado di registrare una consistente mole di dati che viene poi elaborata in tempo reale. E’ sempre difficile affermare quanto di questo ingente know-how sia entrato nei reparti di progettazione degli orologi meccanici, ma non mi meraviglierei se Z-33 ed X-33 siano anche figli di quella divisione di Omega.

Omega Beijing 2022: gli orologi

Con l’augurio che Omega provi a sfruttare prima o poi questa esperienza offrendo un flagship ricco delle sue tecnologie digitali (non un’idea peregrina perché fa parte del DNA della marca degli anni settanta), concentriamoci ora sul core business del marchio: l’orologio meccanico. Possiamo almeno affermare che l’approccio olimpico ha influito sulle recenti scelte industriali di prodotto di Omega? La certificazione “Master Chronometer” e prodotti come Aqua Terra Ultra-light suggerirebbe di sì; l’approccio ultra-tecnologico è del tutto analogo.

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In concreto, poi, quando parliamo di eventi, Omega li celebra sempre con uno o più orologi commemorativi e Beijing 2022 non fa differenza. Gli orologi celebrativi sono due, e sono stati promossi in momenti differenti pur provenendo dalla stessa famiglia: Seamaster: il primo è un diver professionale, all’anagrafe Seamaster Diver 300M Beijing 2022 in titanio, versione olimpica di un modello il cui nome è Nekton.

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Il secondo, che con l’occasione introduce finalmente la collezione Aqua Terra sul magazine, è il Seamaster Aqua Terra 150 M Co-Axial Master Chronometer Beijing 2022, stato dell’arte dell’orologio che ha introdotto i 15.000 Gauss di resistenza magnetica in orologeria.

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Aqua Terra è lo sportivo di lusso in acciaio di Omega, il solo tempo che compete nel segmento degli sportivi in acciaio automatici multiuso ed ha avuto l’onere di diffondere i calibri automatici della serie Master Chronometer. E’ il modello cui guardare se si desidera un Omega complicato, ad esempio, come la variante Ore del Mondo, l’unica collezione accessibile prima di saltare ai tourbillon. E’ complessivamente un orologio equilibrato, destinato a chi non cerca la specializzazione di uno Speedmaster od un Seamaster e preferisce un design sostanzialmente più neutro e dai colori chiari, in cui Aqua Terra funziona esteticamente bene e meglio delle varianti scure.

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L’edizione Beijing 2022 introduce un quadrante bianco tipo “frosted” su base in ceramica bianca. Per apprezzare il motivo abbiamo realizzato alcune macro che evidenziano dettagli altrimenti invisibili ad occhio nudo. La superficie ha una grana singolare e riporta, quasi “misteriosa”, l’incisione “ZrO2”. Il motivo si interrompe in prossimità del “chapter ring”.

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Appena più in basso risalta la geometria a scalino della finestra della data: i profili superiore ed inferiore sono su circonferenze concentriche ed a gradino. Il blu galvanizzato di lancette e indici applicati (la Super-Luminova è bianca) crea un effetto a specchio che si alterna al blu scuro completamente opaco, in altre inquadrature. Sotto assegnate angolazioni, si riesce a “mettere in fase” blu elettrico e pigmenti sul quadrante, sì da creare un effetto singolare.

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Aqua Terra Beijing 2022 offre un’esecuzione piacevole ed equilibrata (ed un livello di finitura che continua a progredire dal lancio della prima serie), conferma l’intenzione di Omega di abbandonare definitivamente certi eccessi del passato, riducendo cioè al minimo ogni richiamo diretto alla partnership, come prova il fondello chiuso con incisione, ulteriore prova della raggiunta maturità da marchio premium.

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Anche il bracciale brilla per esecuzione e, soprattutto, per la morbidezza al polso, requisito necessario in questa classe di prodotti. Si potrebbe forse osare con qualcosa di più originale a costo di abbandonare la comoda e rassicurante architettura a tre maglie. La cassa misura 41 millimetri ed incorpora il calibro 8900 certificato Master Chronometer, dotato di 60 ore di autonomia a piena carica e, soprattutto, di una proverbiale precisione di marcia in tutte le condizioni.

Considerazioni finali

Due anni fa non avrei considerato un Omega Aqua Terra tra le possibili opzioni, ma la prospettiva è progressivamente cambiata. L’orologio ha senza dubbio un ruolo più fluido di altri nell’offerta Omega e deve costruire un pedigree che la storia non gli ha regalato, mentre deve cercare spazio tra due giganti quali Speed e Seamaster.

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Silenziosamente, ma con costanza e sostanza, Omega Aqua Terra guadagna spazio ed autorevolezza, aggiungendo continuamente contenuti e finiture sempre più curate pur non polarizzando l’attenzione come fanno in modo compulsivo i due fratelli, soprattutto il cronografo. In tale scenario, forte di specifiche allineate con il resto della gamma e la curva di crescita dei prezzi, quello di listino di un Aqua Terra Beijing 2022 (6.600 Euro), è un incredibile posizionamento di mercato.

(Photo credit: Marco Antinori per Horbiter®)

Gaetano C @Horbiter®

Instagram – Gaetano Cimmino

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