Breguet Tradition Chronographe Independant 7077, la recensione

Breguet Tradition Chronographe Independant 7077, la recensione

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Ore 13:20 del 24 Dicembre, sono in partenza per le vacanze, alla fine di un anno che mi ha visto cambiare lavoro e spostarmi a Milano. L’aspetto positivo di questa storia non è tanto l’inizio di un periodo di relax, perchè non ne ho, e sono felice di non averne, da quando è nato Horbiter, quanto il fatto che possa ufficialmente togliere per 10 giorni gli abiti del Manager e dedicarmi full time alla mia più grande passione.

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In queste occasioni, più che in ogni altra, dedico il mio tempo ad approfondire orologi complicati e particolari, quelli che  meritano più di altri una lettura approfondita ed il tuo sguardo attento alle foto che hai fatto per coglierne ogni più piccolo dettaglio. In occasione del Natale ho pensato di regalarmi e regalarvi un articolo sul Breguet Tradition Chronographe Independant 7077, il terzo articolo live di un Breguet dopo altri due modelli uno della collezione Tradition, l’altro della Classique Complications ed il primo vero articolo su una novità del 2015. Meglio tardi che mai dirà qualcuno ma in molti casi non mi interessa arrivare primo, ma scrivere quando sento di scrivere di un orologio e soprattutto quando le foto a mia disposizione sono della qualità che desidero, altrimenti preferisco lasciar perdere.

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Il Breguet Tradition Chronographe Independant 7077 è un orologio a doppia frequenza per il semplice motivo che ha due anime: il cronografo e la misurazione dell’ora sono separate, è come avere al polso un tre sfere e nel palmo della mano destra un contatore crono. Breguet ha armonizzato queste due anime, ma le ha tenute separate, all’interno della stessa cassa. Le ha armonizzate perchè due meccanismi separati con due molle e bilancieri separati (che oscillano a 3 Hz nel caso delle ore ed a 5Hz per il cronografo) richiederebbero due bariletti di carica e quindi, a prima vista, più spazio ed una maggiore complicazione (nel senso negativo del termine). Una strada che Breguet non ha seguito, anche perchè, credo, contraria allo spirito di innovazione che pervade la manifattura (e che secondo me Breguet dovrebbe sforzarsi di comunicare più efficacemente).

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Gli ingegneri di Breguet avranno pensato alla parola “efficienza”, ovvero “dai energia al cronografo solo quando il cronografo ne ha davvero bisogno” cioè quando chi indossa un Breguet Tradition Chronographe Independant 7077 ha deciso di  farlo partire. L’azzeramento del cronografo attiva una molla “a lama” che immagazzina l’energia necessaria ad attivare il bilanciere da 5Hz del crono allo start e per i 20 minuti crono indicati sul quadrante in un settore ad ore 10.

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L’idea di base è quella di non disperdere l’energia spesa in azzeramento ma di riconvertirla e renderla disponibile al successivo riavvio. La molla immagazzina così un’energia impulsiva ma dovrà rilasciarla in modo regolare, alla molla è perciò accoppiato un ingranaggio per rendere questo rilascio di energia costante. Questo sistema, il cui brevetto è stato depositato, è il vero cuore del movimento; mi rende da un lato curioso perchè sono un ingegnere ed una spiegazione superficiale non soddisfa me prima ancora di chi legge, dall’altro sono consapevole che per spiegarne a fondo il funzionamento come vorrei, dovrei spendere una giornata con le stesse persone che hanno ideato e sviluppato questa soluzione.

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Quando leggo ad esempio che “il bilanciere del cronografo è stato realizzato in titanio per garantire la perfetta simmetria con quello dell’orologio” so che si riferiscano alla volontà di realizzarli con lo stesso diametro seppur con oscillazioni diverse ed inerzie diverse, cosa possibile da fare se si gioca sul diverso peso specifico tra lega di titanio e acciaio, argomenti che hanno contraddistinto diversi anni della mia vita universitaria e che l’articolo su questo Breguet fanno tornare prepotentemente in auge. Il bilanciere in titanio si attiva “on purpose”; quando il crono è fermo, un sistema a camme lo blocca in una posizione di tensione che gli consentirà di ripartire di slancio una volta premuto il pulsante ad ore 8 e raggiungere rapidamente i 5Hz; un altro modo per riutilizzare l’energia del ciclo precedente e focalizzarla sulla massima precisione di misurazione dei tempi crono. I due pulsanti crono sono avvitati per proteggerli dall’attivazione involontaria e rendere la cassa impermeabile.

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Il calibro inserito all’interno della cassa in oro bianco (o giallo) da 44mm del Breguet Tradition Chronographe Independant 7077 è il 580DR a carica manuale da 55 ore di riserva quando è completamente carico. I due bilancieri hanno in testa l’inconfondibile sistema a paracadute che protegge, dal 1792, tutti i bilancieri dagli urti accidentali. Entrambe le spirali sono ovviamente in silicio, materiale antimagnetico ed inerte ai fenomeni di isteresi tipici dei metalli. L’estetica di un orologio di questa levatura è un elemento di scelta non rilevante tanto quanto quello che porta in dote: tecnica e livello di decorazione.

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È inconfondibilmente un Breguet ed è un Tradition, quindi per definizione è un classico, conservatore, omaggio alla storia di Breguet, talvolta anche troppo elaborato o, come ho già scritto altrove, un po’ barocco. A prima vista non è il mio “primo” Breguet, a meno che il mio occhio non valuti staticamente quanto vede ma sappia cosa sta esattamente osservando. L’esclusività della architettura del Breguet Tradition Chronographe Independant 7077 fa atterrare il prezzo a 73.600€. E’ la sublimazione della complicazione “cronografo”, tanto da metterlo quasi in competizione interna con un tourbillon e questo fa capire quanto grandi siano pensiero e lavoro spesi per realizzarlo ma pone un ulteriore dubbio se scegliere questo Tradition od una delle proposte “entry level” con la più famosa complicazione mai inventata da Abraham-Louis.

(Photo credit: Horbiter®’s proprietary photo-shooting)

Gaetano C. @Horbiter®

@Gaetano Cimmino

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