Rado True Stratum: la recensione completa

Rado True Stratum: la recensione completa

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Il Vice-Presidente Marketing di Rado l’ha definita tempo fa “crossfertilizzazione“, ovvero quel processo in cui un marchio attinge da diversi settori e li studia per esplorare tutte le sfaccettature della sua personalità per moltiplicarle all’infinito. Era lo scorso aprile e queste parole furono pronunciate da Andrea Caputo durante la nostra video-intervista in occasione del Rado Star Prize. Nessuno marchio di orologeria esplora oggi tutti i settori del design con la stessa profondità con cui lo fa Rado e nessun marchio ha anche più titolo di Rado nel farlo, perché non è così vincolato alla tradizione come altri marchi svizzeri ed è un vantaggio innegabile.

Rado-True-Stratum-5Il Rado True è l’ode di Rado alla semplicità, la collezione più pura, quella in cui a parlare è quasi esclusivamente il suo marchio di fabbrica, la ceramica, lasciando ad altre collezioni sia la complicazione che un design più elaborato fatto di commistione di materiali e calibri. Eppure è proprio questa la collezione che Rado ha deciso di reinterpretare attraverso la matita di alcuni illustri designer internazionali.

Rainer-Mutsch-for-radoTra le serie speciali 2017 emerge il Rado True Stratum, frutto della collaborazione con Rainer Mutsch. Rainer Mutsch è un celebre designer austriaco, che gioca con il minimalismo e con le geometrie semplici che si ripetono all’infinito, senza mai perdere di vista la piena funzionalità dei suoi oggetti, un raro esempio di fusione tra stile e pragmatismo.

cliffy-rainer-mutsch-for-sixinchIl Rado True Stratum sembra l’alter ego in orologeria d’avanguardia di progetti quali Cliffy o Ray, un modo elegante ed estremamente semplice, ma funzionale, di declinare lo spirito minimal di Rado True. L’aspetto singolare, visto che si parla di un’operazione di design e personalizzazione di una collezione esistente, è che il Rado True Stratum non è una semplice declinazione di un Rado True, apparirebbe riduttivo, ma è un orologio completamente nuovo che assomiglia ad un True classico solo nelle proporzioni originali.

Rado-True-Stratum-4Rainer Mutsch ha sviluppato la terza dimensione, quella che mancava, senza toccare le dimensioni del True da uomo (40mm di cassa) ma usando il suo linguaggio lineare per creare una serie di cerchioidi (concentrici) che partono dalla base del rehaut per degradare a passo costante verso il centro delle sfere di ore, minuti e secondi, che sono sopraelevate, creando così un effetto ipnotico in cui lo sguardo si “immerge” nell’orologio. Un gran lavoro, completato dalla scelta del giallo sulla sfera dei secondi e sul logo Rado a contrasto che sembrano lievitare sul quadrante, grazie anche alla serigrafia circolare al centro.

Rado-True-Stratum-2Il quadrante, se si osserva questa macro, ha una texture a grana fine ed una placca di forma rettangolare smussata agli angoli, replicata sul fondo cassa ed attraverso cui si intravede il movimento, che richiama il design degli anni 70 e, personalmente, mi riporta alle geometrie tipiche della cinematografia dell’epoca come Spazio 1999 od il capolavoro di Kubrick. La numerazione della serie limitata, 1001 esemplari, sembra casualmente rinforzare questo legame con il genere spaziale-apocalittico dell’epoca.

Rado-True-Stratum-3Rainer condivide con Rado anche la passione per la ricerca sui materiali e questo aspetto ne fa secondo me un connubio riuscito. Rado potrebbe prendere spunto da questo esperimento per esplorare altre possibilità della collezione True. Nel frattempo, al prezzo di 2170€, si entra in possesso del Rado True più costoso mai realizzato dopo il Phospho ma anche di un oggetto di design destinato a diventare prestissimo un’icona di design ed un futuro collectible.

(Photo credit: property of Rainer Mutsch; Horbiter®’s proprietary photo-shooting)

Gaetano C @Horbiter®

@Gaetano Cimmino

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