Il Rado Diamaster Grande Seconde, la recensione

Il Rado Diamaster Grande Seconde, la recensione

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Sono lontani i tempi in cui Rado era sinonimo di forme squadrate, rettangolari, con bracciale integrato e colore nero lucido. Erano gli anni 80 e 90 ed il Rado Ceramica spopolava, era quasi una sfida all’orologeria da parte di un moderno marchio di orologeria svizzera che si faceva strada a colpi di lotta alle convenzioni di stile e di tecnica. Quella sfida (vinta) è ormai un ricordo, oggi un Rado Ceramica è quasi un oggetto da collezione, che personalmente amo alla follia proprio perché così originale ed in anticipo sui tempi, un oggetto da design degno di un museo di arte moderna e che ha un valore non trascurabile sul mercato dell’usato considerando che la versione crono, la più famosa, ha quotazioni davvero interessanti per un orologio al quarzo.

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Tempi che hanno aperto le porte del presente e che hanno suggerito a Rado di esplorare nuove tecnologie e, soprattutto, nuove forme che non sostituiscono quelle originali, perché i Rado Ceramica sono rinati grazie alla matita di Grcic, ma che hanno evidentemente in collezioni come Hyerchrome un nuovo cavallo di battaglia. Alla fine, se vuoi estendere il portafoglio di clienti, la forma circolare resta quella maggiormente associata alla misura del tempo e Rado ha dovuto inevitabilmente “cedere” o semplicemente “investigare” nuove forme (alla fine degli anni 60 quelle forme erano nel dna del marchio), pur senza rinnegare le sue origini, quelle di un eccezionale laboratorio di Scienza dei Materiali, che non conosce alcun limite di ricerca quando si tratta di trovare l’ultimo materiale che abbia caratteristiche antigraffio ancora superiori o proprietà che altri marchi non hanno ancora scovato.

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Se cercate un Rado più sportivo, la risposta è il nuovo vero eroe, la collezione Hyperchrome, che però classica non si può definire: solo tempo o cronografo l’Hyperchrome è un orologio sportivo, ne ho visti tanti ed ho scritto di diversi negli ultimi due anni, ma non è esattamente il Rado che sceglierei per una serata o, semplicemente, se non volessi cronometrare un evento ma sia amante della purezza di un tre sfere di cassa rotonda. La risposta che Rado dà a questa richiesta, anzi la proposta di Rado in questo settore è il Rado Diamaster Grande Seconde ed il nome è già una dichiarazione d’intenti perché l’affermazione “Grande Seconde” è una frase che fa rima con patrimonio storico dell’orologeria. Un non senso od una sfida da parte di Rado? Nessuno dei due. Il Rado Diamaster Grande Seconde si posiziona in modo molto chiaro.

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Se immaginiamo il mondo Rado come un insieme separato da tutto il resto come, secondo il mio modesto parere, effettivamente è per la singolarità delle sue caratteristiche, un Rado Diamaster Grande Seconde rappresenta l’estremo di questo insieme che è in tangenza con quello in cui rientrano i tre sfere classici. Rado ha però due aree in cui è diversa dai suoi simili: non è proprio un classico tre sfere con piccoli secondi, scelta che avrebbe messo un Rado Diamaster Grande Seconde in vantaggio sui classici tre sfere, e ce ne sono davvero tanti, solo sul piano della scelta dei materiali ma…

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…in qualità di marchio trend setter dell’orologeria, ha inserito un quadrante decentrato di ore e minuti associato ad uno più piccolo dedicato ai secondi continui. Semplice ma originale, perché i due registri sono su una base a finitura soleil molto moderna, con un aspetto simile a quello di un orologio in acciaio, con la grande differenza che la cassa è in ceramica al plasma ed ha una finitura vagamente simile a quella dell’acciaio, in verità più vicina a quella del titanio che è scelto per il fondello a vista.

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Peccato per l’autonomia, perché un orologio come il Rado Diamaster Grande Seconde meriterebbe una riserva di carica superiore alle 42 ore del calibro ETA 2899, in un contesto competitivo in cui orologi ad uso intensivo come questi sono spesso in carica per almeno tre giorni. Leggero ed ipoallergenico, orologi come il Rado Diamaster Grande Seconde hanno inoltre un innegabile vantaggio: la cassa da 43mm di diametro manterrà quest’aspetto a lungo, proprio per le caratteristiche della ceramica di non scalfirsi, un aspetto che si traduce in costi di service ridotti perché difficilmente quella cassa avrà bisogno di essere lucidata.

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E’ questa una delle ragioni per cui suggerisco sempre di avere un orologio con cassa in ceramica perché la ceramica è perfetta per un orologio da usare ogni singolo giorno e nel caso del Rado Diamaster Grande Seconde anche in occasioni quasi formali proprio perché il suo design è espressamente rassicurante. Il Rado Diamaster Grande Seconde è disponibile  in tre versioni di quadrante: blu, antracite, nero o champagne per iniziare, ma le combinazioni quadrante/indici sono molte di più. A 2950€, il Rado Diamaster Grande Seconde è una scelta alternativa se siete fan incalliti del marchio di Legnau o early adopters ma con più di un valido motivo, se il solito tre sfere in acciaio vi ha stancato e volete optare per qualcosa di apparentemente simile ma, in fondo, completamente diverso dal resto.

(Photo credit: Horbiter®’s proprietary photo-shooting)

Gaetano C @Horbiter®

@Gaetano Cimmino

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