Autodromo Ford GT Endurance Chronograph Le Mans 2016

Autodromo Ford GT Endurance Chronograph Le Mans 2016

Autodromo è un’idea intelligente, il seme della passione di Bradley Price, appassionato di motori e design industriale trasferitosi a New York, da Chicago, all’inizio degli anni 2000 per seguire la sua passione per il design e fondare infine il suo marchio di orologi dopo un’esperienza di dieci anni in uno studio di design. Un nome, Autodromo, che molto dice della sua passione per l’Italia, di molte delle auto che hanno fatto la storia dell’automobile ed un logo che rappresenta un chiaro riferimento alla nostra scuola di design, in particolare quella degli anni 70, che va da Bertone ad Italdesign, fatta di uno stile geometrico ed essenziale ma evocativo, proprio come le linee delle sue collezioni. E’ tutto iniziato alcuni anni fa con il lancio di un tre sfere e di un crono a due contatori, il Monoposto ed il Prototipo ed una meccanica affidabile che sposasse la matita leggera di Bradley.

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L’originalità dell’idea alla base di Autodromo è quella di realizzare orologi che raccontino i motori senza necessariamente uscire da una partnership, eppure dopo anni dal lancio di quella prima collezione l’interesse dei grandi marchi di auto per Autodromo, come Ford ad esempio, è cresciuto così tanto da avvicinare il colosso di Detroit ed il piccolo atelier, incontro da cui sono nate le prime collezioni a tema. E’ perciò naturale la mia associazione tra questo marchio e questa nuova rubrica di Horbiter®. Se molti dei marchi che raccontiamo su queste pagine digitali hanno stretto un legame con un marchio proveniente dal mondo dei motori, Autodromo è nato dai motori e dai contatori in plancia, dalla sfrenata passione di Bradley per questo mondo (guida abitualmente una Ferrari Dino) e nessuno ha perciò più di Autodromo il diritto di raccontare questo mondo abitato da appassionati di entrambi i settori.

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Autodromo Ford GT Endurance Chronograph Le Mans 2016 è uno degli esempi di questa collaborazione. E’ un orologio che si stacca dal concetto di minimalismo vintage caro al marchio, fatto di poche tonalità di colore e quadranti panda grazie ai quali il marchio si è fatto conoscere, per mescolarsi invece con l’immagine di marca di un costruttore e delle sue storiche auto da corsa.

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Un Autodromo lo riconosci innanzitutto dal suo cinturino con motivo cannellè che richiama il disegno e le cuciture presenti sui sedili delle vetture sportive degli anni 70 (basterebbe osservare quelli di una Daytona o di una Miura), che qualche grande marchio di orologi ha poi palesemente copiato proprio da Autodromo, unito ad una cassa in acciaio con scala tachimetrica (espressa in miglia) su superficie satinata, due contatori su una base che riassume i colori della Ford GT vincitrice alla 24 Ore di Le Mans 2016, 50 anni dopo la sua prima storica vittoria a La Sarthe.

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Un crono che, come ho detto, aggiunge una nuova dimensione al marchio, quella delle collaborazioni con i grandi nomi dell’automobilismo. La scelta dei calibri è stata dall’inizio molto attenta, il marchio ha optato per calibri meccanici ed al quarzo di produzione giapponese, quindi best in class sia per la qualità che per l’affidabilità della meccanica giapponese e, credo, per staccarsi dalla dipendenza di una fornitura dalla lontana Svizzera che diventa sempre più difficile. Chi ha familiarità con l’orologeria saprà sicuramente che i calibri Seiko e Miyota (Citizen) sono eterni e molto precisi e lo stesso vale per il calibro Seiko VK64 Hybrid MecaQuartz (ho un Seiko che monta esattamente lo stesso calibro) montato sull’Autodromo Ford GT Endurance Chronograph Le Mans 2016).

(Photo credit: courtesy of Autodromo)

Gaetano C @Horbiter-R

@Gaetano Cimmino

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