JeanRichard Basilea 2015

JeanRichard a Basilea 2015

JeanRichard ha deciso tre anni fa, a Baselworld 2013, di lanciare un importante progetto di re-branding che ha portato alla semplificazione della gamma di prodotto ed alla realizzazione di una unica architettura di cassa su cui sviluppare tre varianti dalla più classica alla più sportiva, cui si aggiunse la collezione di manifattura 1681. Una scelta coraggiosa per la maison di La Chaux de Fonds che vanta una storia importante in alta orologeria e che ha deciso di proporre una gamma di accesso al marchio dall'eccezionale rapporto qualità-prezzo eccezionale.

Sebbene ricordi con piacere la cassa di un Paramount Square ed alcune sue soluzioni tecniche, questi tre anni hanno chiaramente dato ragione alla strategia del marchio che è ripartita da un unica forma di cassa, quella coussin, ne ha migliorato dettagli e finiture, definito una sua chiara identità e proposto quattro nuove collezioni. Lo schema modulare della cassa ai più dice poco, ma è alla base della proposta di prodotto e spiega perchè JeanRichard sia riuscita, in assoluto, a creare, tra serie limitate e speciali, il maggior numero di varianti, sia estetiche che tecniche di un classico automatico tre sfere.

A Basilea 2015, JeanRichard ha ormai raggiunto una certa maturità di prodotto, ha una gamma completa, che comprende anche una gamma femminile da 39mm di diametro, ha iniziato a lavorare sulle prime complicazioni, ha accelerato lo sviluppo e l'introduzione di materiali avanzati come la fibra di carbonio, una scelta che consente ad un appassionato di avvicinarsi più facilmente ad una tecnologia che si trova su orologi da almeno 15-20k€. Questa introduzione porta ad una sintesi delle più interessanti novità che, secondo me, JeanRichard ha portato a Basilea, una su tutte la complicazione GMT, perfetta per pulizia estetica e leggibilità ed uno dei segni evidenti di questa crescita.

Nessuna complicazione si adatta meglio al Terrascope, il modello più trasversale di JeanRichard, associata al cinturino in “rubbergator”, la gomma che “simula” il cinturino in alligatore. I designer non hanno esagerato nel definire il quadrante del GMT, hanno conservato gli indici applicati ed usato i numeri arabi, con passo di 4 ore e piccoli, solo per la scala interna del secondo fuso orario. La piccola sfera a freccia blu del secondo fuso richiama nella forma quella più grande delle ore, ormai uno dei segni di riconoscimento del marchio. Saranno tre i quadranti disponibili per il Terrascope GMT: nero, blu e grigio. In tutti gli indici sul quadrante sono sospesi, rodiati per i primi due, in nichel nero nell'ultimo. Il calibro è il JR62, automatico da 4Hz, derivato dal JR60 e visibile attraverso il fondello, una novità rispetto ai primi Terrascope, il cui rotore con logo JR crea quel family feeling con il 1681, il top di gamma di manifattura, che mancava.

Il Terrascope, sia nella dimensione da 44mm che in quella da 39mm, di cui abbiamo dato una preview prima del salone, aggiunge il quadrante blu con motivo tessuto e gli indici sospesi sempre di colore blu, con la differenza che la versione maschile ha un cinturino in caucciù, mentre quello del modello femminile è in struzzo dello stesso colore. 2700€ per la versione maschile, 2200€ per quella femminile. Anni fa avevo detto che la collezione Aeroscope avrebbe adottato nel tempo i materiali più tecnici e non mi sbagliavo, ma anche il Terrascope quest'anno è diventato cronografo in fibra di carbonio esattamente come come era successo, l'anno scorso, con il Terrascope Chrono Carbon Arsenal: il Terrascope Crono Carbonio sarà realizzato in soli 200 esemplari ed utilizza un compound di fibre undirezionali multistrato. Ciascun set di fibre unidirezionali garantisce una eccellente resistenza a trazione lungo l'asse della fibra ma debole man mano che ci si sposta se si applica una forza lungo un asse perpendicolare alla direzione della fibra.

Vengono allora sovrapposti diversi strati con le fibre disposte in diverse direzioni tra due strati adiacenti in modo da aumentare la resistenza complessiva del composito finale. Osservate il colore della cassa che tende ad un grigio opaco e contrasta con il nero dei tre contatori. Cronografo e carbonio, insieme, funzionano secondo me meglio sul Terrascope, dove la scala tachimetrica, incisa, è dello stesso colore della cassa, che sull'Aeroscope; viceversa credo l'Aeroscope sia più riuscito quando la cassa è in acciaio o titanio (come nell'Aeroscope 208 Seconds).

Il prezzo, pari a 8100€, non è per tutti ma è comunque uno dei prezzi più competitivi se non il più competitivo del mercato. È quanto bisogna prevedere quando si sceglie la fibra di carbonio, un processo produttivo lontano dai numeri e dalle tecnologie consolidate per realizzare una cassa in acciaio. Il pay off è un orologio dall'aspetto militare hi-tech, leggero, ipoallergenico e molto molto resistente. Spero che la diffusione e la standardizzazione dei processi consentano in futuro di abbassare il prezzo di questa architettura, come sarà a breve in automotive, perchè il composito in fibra di carbonio è uno delle soluzioni in assoluto più affascinanti in orologeria.

La più bella sorpresa di JeanRichard a Basilea 2015 è però un orologio…semplice: il nuovo Aquascope con quadrante bianco e lunetta blu e arancio. Dona a questa collezione una personalità più decisa. Sembra il fratello minore del Girard-Perregaux Sea Hawk Blu (qui il nostro post), con gli stessi colori. La lunetta è un classico disco in alluminio di colore blu con i primi 15 minuti di immersione color arancio e gli indici sospesi con materiale luminescente dello stesso colore. Lo spessore, a 13,15mm è leggermente più alto del Terrascope che si ferma a 12,60mm. Provo ad immaginare come possa essere quella lunetta se quel disco fosse in ceramica. Non ne conosco il prezzo ma immagino sia, come per il Terrascope, al di sotto della soglia psicologica dei 3000€.

(Photo credit: Horbiter®'s proprietary photo-shooting)

Gaetano C. @Horbiter®

@Gaetano Cimmino

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