TAG Heuer Connected Modular 45

TAG Heuer Connected Modular 45: la recensione

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Gli smartwatch sono partiti un po’ in sordina, ed in molti casi i grandi marchi del lusso hanno quasi snobbato e sottovalutato inizialmente questo fenomeno. I grandi gruppi leader nei prodotti consumer digitali quali Samsung, Apple, Google sfruttando la loro tecnologia nel digitale e la loro eccezionale disponibilità di capitali hanno fatto da apripista, rompendo gli argini che separavano uno smartphone da un orologio. Subito dopo, come in un universo in continua espansione, i grandi gruppi del lusso hanno fiutato le opportunità di business offerte da questo nuovo settore, avanzando le loro proposte. Tra i marchi che hanno le radici più profonde nel mondo dell'orologeria classica, TAG Heuer è stato il primo marchio ad entrare con una sua proposta concreta in questo settore ed il primo a proporre un luxury smartwatch con il suo TAG Heuer Connected Modular 45. In piena coerenza con il suo pay off di Swiss avantgarde dal 1860.

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Un rischio che ha pagato, tanto che TAG Heuer ha presentato già la seconda versione del suo Connected Watch con interessanti novità lato hardware (fa quasi impressione associare il termine hardware ad un orologio svizzero…) ed accessori, uno degli aspetti su cui il prodotto digitale stacca di misura il prodotto classico. E poi c'è la modularità: ogni cliente può scegliere per un TAG Heuer Connected Modular 45 tra diverse opzioni di cinturini ed anse con un mix di opportunità che arriva ad oltre 500 combinazioni

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Molto interessate è la soluzione adottata per il cinturino, perché le anse sono parte del cinturino stesso, consentendone appunto l’intercambiabilità, rapida e ben pensata: basta infatti toccare un pulsante e tirare leggermente il cinturino per separarlo dalla cassa. Il cuore del TAG Heuer Connected Modular 45 è stato realizzato in collaborazione con Intel cui viene associata tutta la parte di realizzazione di cassa e componenti fatti nella sede di TAG Heuer, secondo i requisiti che consentono di rispettare i criteri per accedere al sigillo “Swiss Made”. Un marchio di fabbrica non secondario ed un unicum che sposta la bilancia della tecnologia smartwatch verso la Svizzera in contrapposizione ad un brand in particolare, Apple, che l'ago di quella bilancia ha provato a spostarla oltreoceano.

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È una guerra commerciale e strategica non tanto diversa da quella che ha visto opposti negli anni 70 la Svizzera ed il Giappone con la differenza che il nuovo contendente è americano (e coreano negli altri casi). Considerando la tecnologia di cui dispone, il Giappone ha perso un'occasione. Intel ha messo a disposizione la sua tecnologia, il processore Intel Atom della serie Z34XX, riferimento per prestazioni e basso consumo energetico. Scorrendo i numeri e la dotazione tecnica abbiamo 512MB di RAM e 4GB di spazio di archiviazione, accelerometro, GPS, giroscopio, NFC, microfono, feedback haptico, WIFi e Bluetooth 4.0 il tutto racchiuso in una cassa da 45mm con display AMOLED da 34.5mm e 287 ppi di densità di pixel.

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E se vi state chiedendo come affrontare l'inevitabile obsolescenza di questo smartwatch dopo alcuni anni di servizio, TAG Heuer ha già pensato alla sua sostituzione, proponendovi il Carrera calibro 5 a tre sfere con datario oppure il calibro tourbillon Heuer02T in sostituzione del modulo centrale. Questa soluzione mi ha particolarmente colpito, soprattutto perché lascia intendere che la casa considera probabilmente questa tecnologia utile ad avvicinare al marchio giovani ed amanti della tecnologia digitale che nel tempo saranno pronti a convertirsi ad un Carrera meccanico. Il tutto ad un prezzo di attacco di 1400€.

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Il lato software è completato da Google con Android 2.0, versatile e compatibile anche con iOS tramite l’app dedicata. Questa versione di Android è anche stand alone, ossia non necessita di un telefono per funzionare, certo con il telefono connesso gli orizzonti si ampliano consentendo ad esempio di effettuare telefonate. TAG Heuer ha sviluppato a fondo e personalizzato la parte software del TAG Heuer Connected Modular 45, con schermate che rispecchiano alcuni modelli attualmente in gamma, consentendo anche di personalizzare colore e stile del quadrante rendendo veramente unico il proprio orologio grazie ad un totale di circa 4000 quadranti

La versatilità di Android 2.0 si unisce alla qualità costruttiva che contraddistingue TAG Heuer e in generale l’orologeria svizzera, binomio che sembra essere ben azzeccato, soprattutto per tutti i business man che intendono rimanere connessi senza rinunciare a prestigio e stile, su cui l'Apple è a mio avviso ancora indietro. Peccato, dal punto di vista tecnico, aver rinunciato al sensore del battito cardiaco, una feature che da runner abituale, considero molto utile. Si potrà discutere sulla opportunità o meno di un TAG Heuer digitale ma, a pensarci bene, il mondo digitale non è estraneo al marchio svizzero che del timing digitale è leader ed il mio riferimento è alla divisione che i occupa della misurazione di eventi sportivi od a un Microtimer ad esempio.

Ha sicuramente mostrato una grande visione entrando per prima in uno dei settori con il maggiore margine di sviluppo, l'IOT, anticipando un fenomeno che ha visto ora l'ingresso del marchio fashion luxury del gruppo Louis Vuitton e marchi della concorrenza legati alla tradizione come Montblanc.

(Photo credit: Horbiter®'s proprietary photo-shooting)

Matteo Bulla @Horbiter®

@Matteo Bulla

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