Hamilton Khaki Field: storia e recensioni (2018 - 2023)

Hamilton Khaki Field: storia e recensioni (2018 – 2023)

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Hamilton Khaki Field Automatic Chronograph 1

La storia di Hamilton Khaki Field, in breve

E’ naturale associare il marchio Hamilton alla sua collezione più famosa ed anche quella più antica: Hamilton Khaki Field. Il marchio americano naturalizzato svizzero vanta una “secolare” tradizione nel segmento degli orologi militari risalente alla prima guerra mondiale, in cui il marchio divenne fornitore ufficiale dell’esercito statunitense e, successivamente, in svariati settori, in cui era richiesta una superiore precisione di marcia.

hamilton racing time

Ricordiamo ad esempio i voli del servizio postale americano oppure svariate spedizioni scientifiche in cui gli orologi Hamilton Khaki sono stati cruciali. Nel 1942 il marchio americano fermò la produzione di orologi per il mercato civile realizzando orologi esclusivamente per l’esercito americano in vista dell’impegno nella Seconda Guerra mondiale.

hamilton military army navy E award 1943

La produzione riguardava oltre un milione di orologi, tra cui orologi da polso e cronometri marini, che le garantirono il prestigioso premio “E” della Marina Militare statunitense. Nella nostra guida sugli orologi militari abbiamo trattato la storia dei cosiddetti “Field Watch”, eredità dei Trench watch utilizzati durante la prima guerra mondiale.

hamilton military wrist watch grade II 1944

Sulla base di questo pedigree che coinvolge terra, mare ed aria (oggi sono tre le declinazioni dell’orologio Khaki Hamilton) la gamma di orologi Hamilton Khaki è particolarmente estesa, e spazia dai modelli Hamilton Khaki Automatic agli Hamilton Khaki Mechanical, sia solo tempo che cronografo. In questo articolo abbiamo raccolto tutte le nostre recensioni dal 2018 ad oggi.

Hamilton Khaki Field Automatic Chronograph, la recensione

Introduzione

Hamilton Khaki Field Automatic Chronograph, ultima novità del 2021, è l’incrocio di due filosofie di prodotto. La prima è il Khaki Field Mechanical, che presta al cronografo la base da orologio militare, il più famoso di Hamilton, riconoscibile per il quadrante con grandi numeri arabi, lancette in nichel e vintage SuperLuminova®, e triangoli luminosi sulla minuteria. La seconda è un’idea brillante battezzata con il Khaki Field Mechanical 50 mm, ossia i numeri e gli indici sono sovradimensionati ed alti 3,5 millimetri, pieni di materiale luminescente, sì da creare un effetto scenico al buio senza precedenti.

Dimensioni e caratteristiche principali

Il cronografo estende il concetto del Khaki Field solo tempo, confermando la cassa in acciaio a finitura sabbiata e replicando in forma elaborata il template di maggior successo del marchio. Il cronografo è presente in svariate collezioni ma mancava, curiosamente, proprio dal dizionario del Khaki Field. Il Khaki Field Automatic Chronograph riempie quindi un vuoto che, dal mio punto di vista, era incomprensibilmente non presidiato.

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Il nuovo modello ha la cassa da 44 mm di diametro (corona esclusa) e, soprattutto, è spessa 14,15 mm. Siamo in un territorio che esclude i polsi piccoli; inoltre, lo spessore reale supera questa soglia abbondantemente, visto che l’unica opzione disponibile è un cinturino Bund in nabuk colore verde khaki piuttosto spesso (come su tutte le Bund strap).

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L’obiettivo non è quello di dissimulare le dimensioni, ma esaltarle con un cinturino dalla fattura apprezzabile e, complessivamente, da orologio di categoria superiore. Se amate questa categoria di orologi, che i soldati originariamente usavano durante la seconda Guerra Mondiale per ripararsi dal freddo, scoprirete che il cinturino è molto morbido, prassi cui Hamilton ci ha abituato da tempo. Un altro valido e recente esempio è data da Far Cry 6.

Il disegno del quadrante tende a dissimulare la complicazione attraverso un’opera di generale semplificazione delle informazioni. Al primo sguardo emergono somiglianze con alcuni modelli Pilot, ad esempio IWC o Fortis, in particolare il secondo per la forma dei pulsanti crono.

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Apprezzabile la chicca di inserire, sul lato della cassa, sotto la corona, uno smusso per poter azionare facilmente la corona. Gli esperti del marchio hanno pensato così di semplificare le attività di regolazione ed estrazione corona, rese più difficili dalla presenza della Bund strap, la cui base può comunque essere rimossa, trasformando l’orologio in un più ordinario, e sottile, cronografo.

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La finitura grainé del quadrante è tipicamente Hamilton Khaki Field ed i due contatori, dei trenta minuti e delle dodici ore crono, sono lievemente incassati per cui il Khaki Field Automatic Chronograph sembra un due contatori (verticali) con appeal da orologio militare duro e puro in cui tutto è per natura sovradimensionato, intuitivo e razionale.

Il calibro Hamilton H-21

Nel complesso, Hamilton Khaki Field Automatic Chronograph è grande ma ben concepito e disegnato, con la chicca di una luminosità senza eguali. Uscirà senza dubbio vincitore dalle “lume battle” di cui i social sono pieni, e garantisce una facilità di lettura senza eguali, almeno tra i cronografi. Al suo interno i tecnici hanno montato un calibro noto.

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Codificato come movimento H-21, è il discendente di varie edizioni dei calibri Valjoux che sono passati da tempo sotto le sapienti cure dei tecnici di ETA tra i cui target brilla l’incremento dell’autonomia fino a 60 ore. La base, personalizzazioni a parte, è largamente adottata nel Gruppo ed ha il vantaggio di essere un movimento robusto e affidabile sul lungo periodo, con costi di manutenzione contenuti.

Prezzo e considerazioni finali

Il nuovo Khaki Field Automatic Chronograph costa 1.650 Euro, prezzo ragionevole ed allineato non solo alle caratteristiche di marchio e appeal collezione – Khaki Field è indubbiamente la più importante, attraente e storicamente rilevante collezione di Hamilton – ma alla concorrenza in generale, che non presidia questo specifico segmento, in questa fascia di prezzo.

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Ha dalla sua una costruzione solida, un design familiare, un nome importante ed una sua spiccata personalità, operazione non facile quando ci si confronta sul template del cronografo standard a tre registri, sebbene sembri un due contatori. Il cinturino è un plus pregevole. Tra i “difetti” restano le dimensioni extra-large. E’ un orologio grande da ogni angolazione, pur rimuovendo la parte inferiore della Bund, ed è indicato per chi ha un polso importante ed è un fan di orologi-strumento.

Hamilton Khaki Field Titanium Far Cry® 6, la recensione

Il primo, Hamilton, è sinonimo di avventura ed esplorazione con Khaki, o di orologio sci-fi in svariate apparizioni sul grande schermo; la seconda, Ubisoft, è la casa di produzione di videogiochi conosciuta dai fan di gaming e console. Il nuovo Hamilton Khaki Field Titanium Automatic Far Cry® 6 è la serie limitata che celebra la collaborazione tra i due mondi ed il primo orologio al polso di un attore virtuale, una prima assoluta nell’industria del tempo. Far Cry® 6 è l’ultima edizione del videogioco ambientato su Yara, l’isola tropicale in cui si scontrano il dittatore Antón Castillo e la guerrigliera della resistenza Dani Rojas.

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L’idea è geniale dal punto di vista marketing, così Hamilton entra dalla porta principale in una categoria inesplorata e mai classificata da chi fa orologi, a quanto mi risulta: l’universo del gaming. Almeno non con questa formula che gioca sul fattore engagement prolungato, visto che il giocatore scoprirà e, virtualmente, vivrà l’orologio durante l’intera azione.

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Dalla prospettiva di non esperto di gaming, rappresenta anche l’ingresso in una nuova categoria di movie making, tanto è alto il livello di definizione raggiunto dai moderni videogiochi, ed è un modo estremamente furbo per raggiungere e catturare un’audience nuova (ed in crescita) non facilmente classificabile il cui target originale è l’orologio digitale. Tralasciando i potenziali contorni del progetto e le mie considerazioni, resta il prodotto, un Khaki limitato a 1983 esemplari, che aggiunge un inedito livello di personalizzazione al Khaki standard in titanio.

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La base di Hamilton Khaki Field Titanium Automatic Far Cry® 6 è infatti il modello in titanio da 42 mm di larghezza cassa e 11,45 mm di spessore, un orologio leggerissimo, che tra l’altro possiedo, e che è così leggero da dissimulare brillantemente la taglia dichiarata (ed ha tutto il fascino dei Khaki No data). Inoltre, evidenzia nuovamente l’esperienza di Hamilton nel confezionare edizioni speciali o limitate.

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La base è un solo tempo, ma il Far Cry® 6 è ampiamente personalizzato, tanto da offrire un’identità diversa dal modello da cui deriva. Il quadrante è grigio con un anello nero ad effetto vinile, e numeri arabi in SuperLumiNova® modalità “vintage patina”; il numero 6 è spaccato a metà, omaggio diretto al font del gioco. La sfera centrale dei secondi è rossa e dà il tocco finale di vivacità. In sintesi, Hamilton ha dato colore ed un aspetto da esploratore vintage ad un modello bello e tecnico ma un pò “piatto” dal punto di vista emozionale.

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La value proposition punta su una serie di accessori realizzati per l’occasione e su un package che, oltre ad essere ecologico, include una strap in pelle scamosciata con classica doppia ardiglione se volete sostituire la NATO strap in pelle di primo equipaggiamento. Operazione che reputo remota, tanto è sottile, comoda ed adeguata allo stile la NATO; fa dimenticare di avere l’orologio al polso. Ancor più interessante e di valore aggiunto è la custodia in pelle che rappresenta un vero e proprio watch roll da viaggio con tutti gli accessori al seguito, incluso lo strumento per il cambio cinturino.

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A corredo, aggiungo che Hamilton Khaki Field Titanium Automatic Far Cry® 6 monta il consolidato calibro H-10 da 80 ore di autonomia. Il prezzo? Hamilton è riuscito a contenerlo entro i 1.045 Euro ma un prezzo a soglia psicologica avrebbe aiutato chi considera i 1.000 Euro la soglia del dolore per un Khaki solo tempo, ma va detto che, narrazione e gusti personali a parte, il marchio non ha solo lavorato di fino sull’orologio ma, all’interno del 16% di delta prezzo rispetto al Khaki standard offre un pacchetto decisamente completo.

Hamilton Khaki Field Mechanical Bronze, la recensione

Credo sia superfluo ricordare quanto sia ormai comune la lega di bronzo in orologeria. Introdotto anni fa attraverso l’alto di gamma si è rapidamente propagato nel medio e “basso” di gamma per invadere oggi la fascia di prezzo inferiore ai mille euro, come dimostra, tra i marchi mainstream, il nuovo Hamilton Khaki Field Mechanical Bronze.

Premesso che, quando si parla di lega di bronzo, le opzioni variano da modello a modello, in particolare in tema di composizione, va subito apprezzato lo sforzo di Hamilton di proporre un orologio con cassa in bronzo che non raggiunga la soglia degli 800 Euro. Per quanto possa sembrare una nota conclusiva di una argomentazione piuttosto che l’incipit di una recensione, è un argomento rilevante della discussione.

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Fatta questa premessa, la seconda, sempre in ordine inverso, conferma la natura del Khaki Field Mechanical, orologio solo tempo che continua ad evolversi; è la strategia comune alle collezioni di successo, facile da adottare sull’orologio militare per eccellenza, “no-frills”, che racconta in modo impareggiabile spirito ed origini militari del marchio, su cui poggiano le fondamenta di una parte considerevole dell’attrattiva di Hamilton. La neonata variante in bronzo offre un’alternativa più raffinata del modello standard che, vittima dell’originale spirito militare, pecca talvolta di eccessiva semplicità.

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Il suffisso Mechanical, ricordiamo, identifica i modelli con movimento a carica manuale, un terreno sul quale il marchio sta investendo come insegna Intra-matic Crono che ho altrove definito un jab alla concorrenza (sebbene marchio ed ETA debbano sforzarsi e ridurre lo spessore della cassa rispetto al modello automatico).

38 millimetri di diametro ed appena 9,6 mm di spessore, Hamilton Khaki Field Mechanical Bronze conferma le specifiche del Khaki Field in acciaio ponendosi come valida alternativa ai modelli trattati PVD, pur insinuando il più classico dei dubbi quando si acquista un orologio in bronzo: come si ossiderà? E’ questo il primo dilemma legato ad ogni orologio in lega di rame e stagno.

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Il calibro H-50 è l’ultima evoluzione su base ETA a carica manuale, quindi raggiunge le lodevoli ottanta ore di autonomia, tuttora validissimo argomento di differenziazione in questa fascia tra gli automatici, ed ancor più interessante su un orologio a carica manuale. Passando al cinturino, emerge la prima e probabilmente unica critica che mi sento di muovere, all’interno di un contesto complessivamente positivo. Tra i pro includo la scelta (e la fattura) della NATO in pelle, il cui spessore completa adeguatamente i 9,6 millimetri di cassa, un valore basso per un polso generoso come il mio (poco sopra i 20 cm di giro).

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Sostituendo il doppio cinturino in pelle con una NATO strap in nylon, Hamilton Khaki Field Mechanical Bronze soddisfa una più ampia platea. Mi soddisfa meno la scelta di adottare una fibbia ad ardiglione in acciaio. Pur ipotizzando che i ridotti volumi di produzione ed il posizionamento di marchio e modello non consentano di adottare una fibbia in bronzo, l’ardiglione in acciaio stona, nonostante il fondello in acciaio dell’orologio.

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Ad un prezzo che supera percentualmente almeno del 40% il fratello in PVD, avrei fatto di tutto per usare il bronzo. Per quanto riguarda l’associazione tra cassa e cinturino, considerando che molti marchi adottano un approccio analogo (patina garbata ma comunque importante e che tende a scurire l’orologio col tempo), proporrei al cliente un secondo cinturino NATO color sabbia in pelle da usare quando l’orologio ha eventualmente raggiunto il massimo livello di patina; tra l’altro Hamilton suggerisce attraverso le sue pubblicità come evolve la patina sulla cassa. Prezzo? Un Hamilton Khaki Field Bronze costa 745 Euro.

Hamilton Khaki Field Titanium 2020

Infine, il Khaki Field Auto è anche Titanium. Non è una novità, potreste obiettare, visto che una versione di Khaki Field in titanio da 42mm già esiste; perché parlare quindi di novità per una collezione che già esiste da tempo nel catalogo Hamilton? La risposta è immediata, se si osservano attentamente le due nuove varianti lanciate dal marchio, considerando che l’offerta di orologi Khaki è così vasta, che non è sempre facile cogliere al volo cosa sia cambiato.

Hamilton Khaki Field Titanium 2020

Inseriti nella collezione da 42mm, piena di opzioni tutte a carica automatica, il Khaki Field Titanium prosegue il processo di avvicinamento ai modelli militari storici del marchio, quelli che ne hanno alimentato storia e forza, prima che Hamilton entrasse anche in altri segmenti. Le due nuove versioni confermano la direzione volta a ridurre il gap, soprattutto estetico, tra Khaki automatico e meccanico a carica manuale, ben rappresentato dal Khaki Field Mechanical. In tal senso, la eliminazione della data rispetta la purezza originale del classico quadrante a doppia scala.

Hamilton Khaki Field Titanium 2020

Hamilton aggiunge due combinazioni di colori che sono, secondo me, più mature ed esteticamente riuscite delle precedenti, puntano ad offrire superiore leggibilità e visibilità al buio e, nel caso della versione con trattamento PVD della cassa, contribuiscono a creare una combinazione militare nuova ed interessante. Trovo in tono l’incisione della scritta Titanium sul lato cassa; ricorda la classe di appartenenza di questo Khaki. Altrove l’avrei trovata ridondante, qui aggiunge invece un accento da prodotto specialistico.

Hamilton Khaki Field Titanium 2020

La lega di titanio adottata è il Grado 2, quello più facile da lavorare e industrializzare, ideale per una produzione su larga scala quale quella prevista da un top seller ad alto volume come il Khaki. Consente di tenere ragionevolmente competitivo il prezzo rispetto ad una soluzione Grado 5. In generale, è il metallo perfetto per chi soffre di intolleranze ai metalli più comuni e desidera un orologio sufficientemente leggero. Osservando i nuovi quadranti, basandoci sulle foto di cui disponiamo (in alcuni mercati i primi campioni sono già arrivati e sono stati fotografati), e confrontandoli con quelli già in gamma, ho la sensazione che questo ultimi offrano punti luminosi più grandi. E’ evidente soprattutto se si confrontano le due versioni con cassa trattata PVD.

Hamilton Khaki Field Titanium 2020

Tra le opzioni più interessanti includo il cinturino in pelle scamosciata con fibbia ad ardiglione e doppio pin, bello per fattura e morbidezza. E’ simile alla versione NATO adottata sul Khaki Field Mechanical 50mm che possiedo (e che meriterebbe una opzione in titanio, vista la taglia). Proposto a 895 Euro nella versione con cassa trattata PVD e a 850 Euro in quella con cassa satinata, monta il calibro ETA C07 da ottanta ore di riserva di carica.

Hamilton Khaki Field Titanium 2020

Sebbene preferisca il metallo nudo a quello trattato PVD (o DLC) nero credo che quest’ultima combinazione sia la più riuscita, e la più vicina ad un moderno orologio di ispirazione militare. In entrambi i casi, e concludo, avrei però montato un fondo cassa chiuso.

Hamilton Khaki Field Mechanical 2019, la recensione

Se confrontassimo gli ultimi due anni, con i precedenti, noteremmo che la collezione Khaki Field è cresciuta notevolmente. Tra versioni automatiche, modelli esclusivi come il Khaki Field Murph o extra-large come il Khaki Field Mechanical 50 (ne ho comprato uno lo scorso anno), la collezione Khaki rappresenta al meglio le origini militari del marchio americano, il suo status di fornitore dell’esercito americano e, più recentemente, della Royal Air Force, come nel caso del Khaki Pilot Pioneer. Quando l’orologio automatico non era ancora una realtà, e tutti caricavano l’orologio esclusivamente attraverso la corona di carica, un orologio Hamilton era per gli americani (militari e civili) la prima opzione, ed anche la più precisa, per l’epoca.

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Il marchio di orologi fondato a Lancaster ha contribuito allo sviluppo industriale del Nord America: la precisione dei suoi movimenti consentì ad Hamilton di guadagnarsi il titolo di marchio riferimento durante lo sviluppo della rete ferroviaria che doveva collegare rapidamente ed efficacemente costa est e ovest di un paese sconfinato, favorendone l’incessante processo di sviluppo e industrializzazione.

Gli orologi Hamilton hanno accompagnato non solo lo sviluppo dell’aviazione militare, ma anche quello dell’aviazione civile: l’evento storico più rilevante è stato il primo viaggio portato a termine dalle Poste Americane, da Washington a New York, in cui piloti utilizzavano un orologio Hamilton.

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E’ una fortuna oltre che una scelta strategica intelligente quella attuata dal Gruppo Swatch di preservare il DNA del marchio, rispettandone le radici americane e, negli ultimi anni, lavorando per potenziarne l’immagine attraverso il continuo miglioramento delle prestazioni degli orologi. Hamilton ha da tempo avviato una fase di rilancio dei modelli storici, un processo che mi auguro possa durare ancora a lungo.

Nessun orologio incarna però meglio del Khaki Field Mechanical spirito e successi del marchio, nell’immaginario collettivo: il Khaki Field Mechanical è stato rilanciato quest’anno nella forma più pura di solo tempo a carica manuale dalla misura ridotta, con l’aggiunta di nuovi colori e materiali, un calibro evoluto e nuove NATO strap di fattura (e confort) superiori.

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La cassa a finitura sabbiata in acciaio è nel pedigree del Khaki Field Mechanical, è un suo segno di riconoscimento, cui si aggiungono quelle con finitura superficiale PVD che offrono una opzione nuova e moderna, sia per la differente resa estetica che evidentemente per la superiore resistenza a graffi e urti quotidiani. Da tempo il vetro zaffiro ha preso il posto del vetro in plastica, mentre la deposizione di materiale luminescente in SuperLuminova® vintage color crema su numeri arabi e lancette accentua il sapore vintage delle quattro nuove referenze. Ciascuna, realizzata nella taglia da 38mm di diametro cassa, è proposta con una NATO strap in morbidissima pelle oppure in tela canvas kaki, tra loro facilmente intercambiabili.

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38mm di diametro e la cassa estremamente sottile sono sempre stati l’elemento di forza di un orologio unisex e ne hanno decretato il successo; l’unico piccolo neo è che per garantire coerenza formale con i modelli originali, la corona è generosa e tende a lasciare un po’ il segno sul polso, anche perché la NATO strap proposta da Hamilton tende, correttamente, a garantire una consistente adesione al polso, come nessuna altra NATO strap che ho provato di recente riesce a fare.

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Trattandosi, infine, di un orologio a carica manuale, la riserva di carica assume un’importanza primaria; con l’adozione del nuovo calibro H–50, il Khaki Field Mechanical raggiunge le ottanta ore di massima riserva di carica, ponendosi in linea con lo standard stabilito dai marchi del Gruppo Swatch, che è poi standard di riferimento del mercato, in questa fascia di prezzo e prodotto.

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Se volete un orologio Hamilton ed è il vostro primo in assoluto, in particolare, il Khaki Field Mechanical è la prima scelta, l’orologio che incarna alla perfezione la storia di Hamilton. Con prezzi che variano dai 445€ (per la versione con cassa in acciaio e NATO strap in tela canvas kaki) ai 530€ di quelle con cassa in PVD e NATO in pelle, il Khaki Field Mechanical rappresenta la miglior “value proposition” di mercato in assoluto, considerando che parliamo di un orologio meccanico e non di un modello al quarzo, anche se avrei, da un punto di vista strategico e al fine di favorire l’interesse sulle nuove declinazioni, ridotto ulteriormente la forbice tra versione entry-level e top di gamma con cassa trattata PVD.

Hamilton Khaki Field Murph

Interstellar? E’ stato l’ennesimo capolavoro di Christopher Nolan, un film con un cast di attori eccezionale, premio Oscar 2015 per i migliori effetti speciali. Nolan e Nathan Crowley hanno prodotto una pellicola che fonde fantascienza, teoria della relatività e l’amore paterno di Joseph Cooper, alias Matthew McConaughey, verso la figlia Murph, interpretata da Jessica Chastain.

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Persino la colonna sonora, per la quale i film di Nolan sono rinomati (ricordate la trilogia di Batman, e Dunkirk?), è oggetto di culto tra gli appassionati del genere. Il marchio di orologi Hamilton non fa da comparsa nel film, è perfettamente calato nel ruolo di attore protagonista ed il genere sci-fi è un ambiente familiare al marchio dal giorno in cui un Hamilton X01 è apparso in “2001 Odissea nello Spazio“; un genere che vedrà a breve il marchio nuovamente protagonista nel sequel di Men In Black.

L’attore protagonista è Hamilton Khaki Field Murph.

La fantascienza mi affascina e la teoria della relatività, narrata in modo magistrale da Kubrick, ha sicuramente ispirato anche Interstellar. Nella scrittura del film, Nolan si è affidato alla competenza di Kip Thorne, fisico teorico del Caltech (California Institute of Technology) per essere sicuro di raccontare correttamente il concetto di dilatazione temporale gravitazionale.

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Se avete visto il film, ne conoscete la trama e sapete che Joseph Cooper comunica con la figlia da una dimensione spazio-temporale estranea a quella terrena. Viceversa, posso solo svelarvi che Hamilton Khaki Field Murph, che appare in più occasioni durante il film, è lo strumento attraverso cui il padre, chiuso all’interno del tesseratto, cubo quadrimensionale di un infinito spazio a cinque dimensioni, comunica con la figlia, che si trova sulla terra.

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Cooper, ex scienziato della NASA, è in viaggio nello spazio con altri astronauti, alla ricerca di un pianeta su cui traghettare l’intera umanità, destinata a sicura estinzione sulla terra, dove un flagello naturale sta rapidamente divorando l’ossigeno presente in atmosfera.

La complessità dello spazio-tempo.

Uno degli elementi che rendono Interstellar affascinante ed il Khaki Field Murph protagonista è l’antitesi tra la semplicità di un orologio analogico e la complessità dell’ipercubo creato da un popolo alieno per aiutare Cooper a comunicare con Murph. Nel film, il Khaki Field Murph ha un ruolo attivo nello svolgimento della trama, trasformandosi da oggetto ad attore.

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In questo modo, Hamilton Khaki Field Murph ha avuto grande visibilità perché il marchio ha costruito intorno all’orologio una storia e non la solita partnership commerciale. Lo stile del Khaki Field Murph è perfettamente adeguato allo scenario in cui si svolge il film; la casa di Cooper è un cottage nella campagna della provincia americana ed il Khaki Field Murph ha l’aspetto di un orologio anni cinquanta tirato fuori da una vecchia cassettiera di famiglia.

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Nella realizzazione della riedizione di quell’orologio, Hamilton ha prodotto una serie numerata di scatole a forma di tesseratto (2.555), un accessorio realizzato con molta cura, che ha alimentato una sfrenata caccia al gadget. Noi abbiamo piuttosto cercato di riprodurre il più fedelmente possibile l’ambiente in cui si svolge la scena e credo che ci siamo riusciti.

La risposta del pubblico

L’eco è stata così forte che il Murph è andato a ruba (il prezzo è sotto la soglia dei 900€); penso che avrebbe avuto successo anche se il movimento al suo interno fosse stato al quarzo (che non è uno scandalo, perchè esistono i Khaki al quarzo). Per rendere l’orologio ancora più credibile, il Khaki Murph è estremamente semplice, non è presente la finestra della data che ho criticato in altre occasioni, ed i numeri arabi sono riempiti di SuperLuminova® beige.

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Inoltre le lancette non sono a bastone, ma a cattedrale, diverse quindi da quelle dei classici Khaki Field, contribuendo così ad aumentare ulteriormente l’effetto romantico, e l’aspetto da orologio militare vintage. La differenza più interessante con gli altri Khaki è nella lancetta dei secondi al centro, che reca incisa la scritta “Eureka” in codice Morse.

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E’ la frase che Murph pronuncia quando decripta i messaggi del padre dal tesseratto e capisce quindi come salvare l’umanità. Di vintage c’è invece poco dentro la cassa in acciaio (da 42mm di diametro, corona esclusa), in cui Hamilton ha montato il calibro H10 con 80 ore di autonomia, mentre il cinturino in pelle nera avrebbe meritato di essere un po’ più morbido, simile a quelli che Hamilton monta da quest’anno sui nuovi Khaki Field Mechanical.

Hamilton Khaki Field Mechanical 50mm, la recensione

Quando hai tra le mani un Khaki Field difficilmente superi la taglia dei 42mm di un Day Date Auto o di un Khaki Auto Chronograph eppure Hamilton ha incrementato le dimensioni del Mechanical nel 2018, quando ha lanciato a Basilea il Khaki Field più grande della storia.

Sembra strano realizzare un orologio da 50mm di diametro quando la concorrenza, Panerai esclusa, inizia a ridurre il diametro di alcuni dei suoi orologi. Seppur sia un marchio spesso identificato con il Jazz, il cinema e svariati eventi culturali, Hamilton ha origini americane e militari e questo segmento è il suo territorio originale. Per cui, un Khaki Field Mechanical da 50mm ha senso.

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Il marchio ha a lungo fornito l’esercito americano (dalla prima guerra mondiale fino al Vietnam) ed il Khaki Field Mechanical 50mm raccoglie quella eredità. È idealmente la versione moderna di un Type 1 Navigator, orologio popolare tra gli appassionati del vintage con un discreto valore sul mercato ed un forte appeal. L’originale non raggiungeva la dimensione “monstre” di questa versione che somiglia ad un B–Uhr di Laco, ma condivide con questo ed altri Khaki Field la inconfondibile doppia scala, su dodici e ventiquattro ore, sul quadrante.

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Hamilton ha lanciato tre serie limitate del Khaki Field Mechanical, con cassa sovradimensionata a 50mm che avvicina il marchio ai produttori di grandi orologi da aviatore. Caratteristica comune ai tre modelli è la finitura della cassa, sabbiata in un caso e trattata PVD negli altri due, con la versione in acciaio che più si avvicina, per sensazioni, a quella originale.

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Hamilton ha introdotto una novità interessante: ha sostituito i numeri arabi stampati con indici alti 1mm interamente riempiti di SuperLuminova® ed anche i triangoli luminosi sull’anello più esterno sono rialzati, per una eccezionale luminosità al buio. Inoltre, ha inserito nella cassa il calibro a carica manuale ETA 2804, da 4Hz e ben 80 ore di riserva di carica (H–50).

Cosa mi piace. Cosa mi piace meno.

Anche in questo caso, se si voleva proporre un autentico orologio di gusto squisitamente militare, poteva farsi a meno della data, che sembra essere il risultato di un compromesso: doveva esserci ma non notarsi troppo. Risultato: è intrusiva e si legge poco. Le tre versioni rispecchiano la volontà di soddisfare tre diverse tipologie di clienti: chi vuole un oggetto idealmente fedele all’originale, chi una variante di ispirazione Safari e chi, infine, sceglierebbe la versione all black.

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In ciascuna di queste, Hamilton ha alzato il livello delle finiture rispetto agli standard della collezione Khaki Field ed a ciò contribuisce il largo e spesso cinturino NATO in pelle: in due casi su tre è fatto di pelle martellata marrone o nera, è invece in nabuk color sabbia sulla versione in acciaio sabbiato. Ricorda per qualità di fattura e scelta del pellame, le strap aftermarket realizzate da Bosphorus Straps mentre la tipologia di NATO strap assomiglia a quanto propone Yellow Watch Dog Straps.

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E’ particolarmente curata e contribuisce tanto al confort al polso anche se il mio consiglio è di avvicinarsi al Khaki Field Mechanical 50mm solo se si ha un polso davvero robusto, perché 50mm di diametro sono tanti anche per chi ha un polso generoso come il mio. Prodotto in 550 esemplari per ciascuna versione, il Khaki Field Mechanical 50mm costa 995€.

Congratulazioni a Hamilton per essere riuscita a fermarsi sotto la soglia dei 1.000€. Un’ultima considerazione ed una proposta ad Hamilton: perchè non realizzare, esattamente con le stesse caratteristiche, una versione più piccola, da 45mm di diametro ad esempio?

Hamilton Khaki Field Day Date 42mm Camouflage Collection

La storia di Hamilton è indissolubilmente legata al Khaki Field ed al suo classico tre sfere con doppia scala, un orologio di ispirazione militare, legata alla fornitura di orologi con determinate specifiche alla Marina Militare americana.

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Anche senza voler chiamare in causa le origini della collezione Khaki, che Hamilton ha progressivamente allargato ad altri settori realizzando il Navy Scuba Auto (prima con cinturino in nylon e poi in gomma), ed il Khaki Navy Frogman per i super professionisti del diving, il Khaki Field Day Date 42mm riporta la collezione Khaki nel suo territorio d’origine.

L’eredità moderna del Khaki Field Mechanical

Ho spesso ripetuto, ed è intuitivo comprenderlo dal punto di vista commerciale, che quando una collezione ha successo è naturale che il marchio la allarghi per esplorare e soddisfare tutti i gusti dei suoi attuali o potenziali nuovi clienti. Un Hamilton Khaki Field Mechanical, che rappresenta l’essenza del marchio fondato in territorio americano ed il nuovo “King Size” da 50mm rappresentano oggi i due estremi di una collezione che non conosce ormai limiti e che è andata addirittura al polso dei piloti della Red Bull Air Race, ma nulla è tanto familiare quanto quel verde militare oliva opaco su cinturino in tessuto che riusciresti ad individuare anche tra centinaia di orologi diversi sparsi sul tavolo, all’interno di un pop-up shop americano.

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L’Hamilton Khaki Field Day Date Auto è il ponte tra la semplicità del Mechanical no data a carica manuale e la modernità di un Khaki Field Crono automatico (che ha ora anche i colori militari della nuova serie Jack Ryan in programmazione su Amazon Prime Video) perché ha lo spirito del primo con tutta la comodità, la taglia (42mm) ed i contenuti di un moderno automatico.

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Un Khaki Field Day Date Auto non tradisce le sue origini, esaltandole esteticamente con nuovi cinturini camouflage e tinta unita sui quali Hamilton ha applicato un inserto in gomma nella parte interna ma le raffinandoli tecnicamente con la complicazione giorno e data ed un super calibro.

I colori che hanno reso famoso il Khaki Field arricchiti della versione Camo

Le combinazioni sono tre: il cinturino camouflage è associato al quadrante nero ed a quello kaki mentre la terza versione, più neutra, lega il quadrante grigio creta al cinturino color kaki. A proposito dei nuovi cinturini, Hamilton li ha negli ultimi anni raffinati e resi più personali, trasformando semplici e talvolta anonime fibbie ad ardiglione in raffinate fibbie con inciso il logo Hamilton.

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Ai designer ed al marketing di prodotto va il mio plauso per non aver ceduto alla facile tentazione di inserire una deployante che avrebbe poco senso su questi Khaki.

Basta dire Khaki e sai che si parla di un Hamilton

Viceversa, la deployante è indispensabile sulla quarta ed ultima versione di questo Khaki Field Day Date Auto: quella con bracciale in acciaio e quadrante nero, che ha uno spettro di utilizzo più ampio, è più borghese ma è anche decisamente più pesante. Se il cinturino in nylon con bordino cucito intorno alle asole è una bella novità estetica degli ultimi Khaki, è ancor più interessante il calibro H–30 che con le sue 80 di ore di riserva di carica e la complicazione giorno/data rappresenta un best-in-class.

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Su orologi di questo tipo e fascia di prezzo (che variano da 745€ a 795€ per il tutto acciaio) saper calibrare l’offerta e dare il giusto controvalore di contenuto è fondamentale. E su tutto pesa in modo positivo l’immagine e la forza della collezione Khaki Field, un marchio nel marchio come dimostra il fatto che alla classica domanda: “Che orologio hai?” la risposta di chi hai di fronte sia sempre: “Ho un Khaki”.

Hamilton Khaki Field Auto Chrono PVD Nero incontra Jack Ryan

Ricordate l’ultima volta che avete sentito parlare dell’analista della CIA Jack Ryan? Se avete almeno quarant’anni probabilmente si, in caso contrario vi aiuto io: era il 1990 e fu presentato sul grande schermo il film Caccia a Ottobre Rosso, il capolavoro diretto da John McTiernan con attori protagonisti Sean Connery ed Alec Baldwin nei panni, rispettivamente, del comandante del sommergibile russo Ottobre Rosso e dell’analista della CIA Jack Ryan. Quel film si ispirava al bestseller dello scrittore americano Tom Clancy (La grande fuga dell’Ottobre Rosso) e, come spesso succede negli ultimi anni, il bestseller si è trasformato ora in serie televisiva.

Amazon Prime Video, che ha segnato l’ingresso del colosso americano tra i canali streaming di successo (oltre 100 milioni di iscritti al momento) ha lanciato a fine agosto la nuova serie Tom Clancy’s Jack Ryan che racconta, in otto episodi ad alta tensione, le gesta dell’analista più famoso (ed anche più operativo) della storia del cinema, catapultato ora come nel 1990 sul campo d’azione.

Jack Ryan Campaign Poster

Per Hamilton, marchio svizzero dalle origini americane, è l’occasione giusta per allargare la sua presenza al settore delle serie televisive che raccoglie un seguito sempre più ampio di pubblico e critica.

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L’attore John Krasinski, che dal 31 agosto veste i panni di Jack Ryan, ha portato al debutto un orologio molto particolare ovvero Hamilton Khaki Field Auto Chrono con cassa trattata in PVD nero e cinturino in gomma nera e fibbia ad ardiglione a forma di H. Se il Field Auto Chrono è conosciuto al grande pubblico dal momento che è uno dei cronografi più popolari del marchio (e più performanti del mercato, con le sue 60 ore di riserva di carica), questa versione dal gusto squisitamente militare è completamente inedita ed attraente.

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Dopo aver celebrato il Khaki Navy Scuba Auto, la fine dell’estate segna il debutto di una versione speciale, non limitata, dedicata al genere spy-militare. Un genere inedito ed un canale di comunicazione altrettanto inedito per il marchio Hamilton Watch che dopo il grande schermo vuole catturare l’attenzione anche sul piccolo, quello delle serie televisive di successo.

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(Photo credit: Hamilton, Horbiter®)

Redazione @Horbiter®

2 Comments

  1. Complimenti, globalmente un bell’articolo, interessante e sempre ben espresso… se la gente si soffermasse di più a “leggere” prima di andare su Youtube….
    Grazie

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