Vacheron Constantin FiftySix

Vacheron Constantin FiftySix, la nostra recensione

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Sono un ingegnere, amo l'alta orologeria e…la migliore cucina italiana

Tra le mie passioni e i miei interessi, dopo l’ingegneria e gli orologi ovviamente, c’è la cucina. Trovo sia una profonda forma di cultura, che può dire molto della storia di una località, di un popolo, di una nazione. Lo scorso 19 giugno l’Osteria Francescana (Modena) dello chef italiano Massimo Bottura, è stato nominata per la seconda volta Worlds Best Restaurant, secondo la classifica “50 Best”.

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La filosofia di cucina dello chef modenese si basa sullo studio attento e meticoloso della tradizione, osservata però in chiave oggettiva, evitando di provare quella sensazione di nostalgia che tende a legarci alla consuetudine e cercando di portare nel futuro solo il meglio che questa ha da offrirci. Ma cosa c’entra tutto ciò con gli orologi? Provo a spiegarlo.

Perpetuare, sapientemente, la Tradizione.

Tra tutti i marchi di alta orologeria, ritengo che Vacheron Constantin sia quello che più si avvicina all’idea che Bottura ha della tradizione e della sua necessaria rilettura attualizzata. La sua idea è estremamente attuale, multidisciplinare e dovrebbe spingere chiunque ad effettuare una disamina dell’influenza della tradizione nel proprio settore per poter crescere, innovare e migliorare.

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Basterebbe vedere cosa ha fatto il marchio con capolavori quali Vacheron Constantin Les Cabinotiers Celestia Astronomical Grand Complication 3600 o Vacheron Constantin Traditionnelle Calendario Perpetuo Squelette.

Vacheron Constantin vanta un archivio storico pressochè infinito.

Analizzando i diversi modelli e collezioni a catalogo di Vacheron Constantin, è impossibile non notare come l’approccio critico della tradizione sia stato da tempo sposato dal marchio di Ginevra. Le collezioni Traditionelle, Patrimony e, naturalmente, Historique hanno radici profonde con il passato e contengono addirittura delle perfette riedizioni di modelli di 70 anni fa (come il Vacheron Constantin Historiques Triple Calendrier 1942 e 1948), ma presentano tutte un certo grado di modernità che è riscontrabile nell’utilizzo di materiali attuali, di nuove tecniche di lavorazione o nella modernizzazione delle forme.

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Gli oltre 260 anni di storia del marchio forniscono senza dubbio un vasto bacino di cultura e tradizione da cui trarre ispirazione per creare orologi riconoscibili, iconici, dall’indubbia qualità e intrisi di storia, ma quest’anno Vacheron Constantin ha deciso di spingersi oltre. Con la nuova collezione FiftySix la maison propone una linea inedita ispirata a un orologio del 1956 che imprime un impulso di modernità e apre le porte dell’alta orologeria a un numero più ampio di appassionati, proponendo un prezzo “accessibile”, almeno secondo lo standard ed il posizionamento del marchio.

Il punto di partenza: la referenza 6073.

La referenza a cui la collezione FiftySix si ispira è la 6073. Rappresenta uno dei primi orologi Vacheron Constantin a montare un calibro automatico (il 1019/1, molto affidabile, preciso e addirittura con cassa impermeabile) e a presentare caratteristiche che oggi riteniamo esclusive del marchio, come le anse che rappresentano ciascuna un braccio della croce di Malta.

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Già negli anni 50 questo modello era un buon mix di tradizione e spirito d'innovazione, grazie al sottile equilibrio tra classicità del quadrante e geometria della cassa, ed è perciò il perfetto punto di partenza per sviluppare l’idea e il messaggio che sta dietro la visione della tradizione da parte della maison.

Il punto di arrivo: FiftySix.

Il nuovo Vacheron Constantin FiftySix è disponibile sostanzialmente in due versioni, una in oro 5N e una in acciaio, ma con tre diverse combinazioni di complicazioni. È, secondo me, interessante notare quali siano i legami connessi con tradizione e attualità per comprendere al meglio le aree su cui i designer di Vacheron Constantin hanno agito, quali, iniziando dai primi:

  • Croce di Malta: le anse si ispirano ai bracci della croce simbolo di Vacheron Constantin, esattamente come il 6073

  • Vetro Boxtype: la forma del vetro è a “box” e sporge decisamente al di sopra della lunetta

  • Calibro automatico: tutti i modelli, anche i complicati, montano un calibro automatico sia per omaggiare la referenza 6073 sia per una questione di praticità, visto il target a cui è rivolta la collezione

Per quanto riguarda invece i secondi:

  • Acciaio o oro: per la prima volta una collezione Vacheron Constantin viene proposta allo stesso modo in acciaio e in oro senza alcuna differenza. Tutti comprendiamo quanto l’acciaio si sia prepotentemente imposto nell’orologeria e sia tornato in auge anche in alta orologeria.

  • Cura del calibro: il calibro presenta delle finiture ben visibili attraverso il fondello in vetro zaffiro. Côtes de Genève, perlage, molatura a spirale e scheletratura del rotore sono i protagonisti indiscussi.

  • Gioco di luce sul quadrante: se i numeri arabi intervallati con gli indici a bastone sono un chiaro invito agli anni 50, le diverse tonalità del quadrante usate per separare le complicazioni dalla minuteria sono, invece, una tecnica molto moderna che permette di dare profondità e personalità all’orologio.

  • Dimensioni: 40mm di diametro di cassa rappresentano una dimensione moderna ma non eccessiva che permette un buon equilibrio e non snatura eccessivamente i canoni tradizionali dell'orologeria degli anni 50.

Come avrete potuto notare, i dettagli tradizionali sono connessi all’uso corretto delle forme e all’eleganza che ha da sempre contraddistinto gli orologi Vacheron Constantin, mentre il lavoro di ammodernamento viene effettuato su materiali, lavorazioni, dimensioni e sull’evoluzione del quadrante. Osservando la referenza 6073 con oggettività, l’elemento che più identifica l’orologio come “vintage” è proprio il quadrante, cioè l’elemento che più di tutti è stato stravolto e modificato, per rendere il FiftySix più moderno.

I modelli.

Sono tre i modelli disponibili: un automatico, un daydate con riserva di carica e un calendario completo.

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Tutti presentano la stessa dimensione di cassa (40mm di diametro e 11.6mm di spessore), la stessa impermeabilità di 30m (3 bar) e la stessa massa oscillante in oro 22 carati scheletrata con croce di Malta applicata.

Vacheron Constantin FiftySix Automatico.

Il FiftySix automatico monta il calibro 1326 con 48 ore di riserva di carica ed è un classico tre sfere con indicazione della data. L’alternanza dei numeri arabi e degli indici a bastone in oro ravviva il quadrante monocromatico a doppio effetto opalino-soleil.

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Le sfere sono ricoperte di materiale luminescente ed è disponibile con cinturino in alligatore con deployante in acciaio o fibbia ad ardiglione in oro, a seconda della versione scelta, a forma di mezza croce di Malta. Il prezzo di vendita è di 11'800 euro per l’acciaio o 19'600 euro per l’oro.

Vacheron Constantin FiftySix Day-Date con Riserva di Carica.

Il FiftySix DayDate monta invece il calibro 2475 SC/2, che permette di avere le indicazioni del giorno della settimana, della data, della riserva di carica e della canonica minuteria. Il giorno della settimana e la data sono indicati attraverso due contatori (che ricordano un po' il design bicompax dei vecchi cronografi) posti simmetricamente ad ore 9 e 3 rispettivamente, mentre l’indicazione della riserva di carica è posta ad ore 6 tramite un indicatore a lancetta.

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La massa oscillante è dotata di un sistema di cuscinetti a sfera in ceramica che non necessita di lubrificazione, aumentando così la durata del movimento e riducendo anche il numero di revisioni nel corso della vita dell’orologio. Il prezzo di vendita è di 17'400 e 32'600 euro per le due differenti versioni e presentano il punzone di Ginevra. Cinturini, fibbie e lavorazione opalino-soleil del quadrante sono le stesse del FiftySix base.

Vacheron Constantin FiftySix Calendario Completo.

Infine, il FiftySix calendario completo è il modello di punta della collezione e monta il calibro 2460 QCL/1 che permette di indicare giorno della settimana, mese, data, fasi lunari e minuteria classica. Mese e giorno della settimana sono indicati attraverso due piccole finestre poste al di sotto del logo Vacheron Constantin, la data viene indicata con un’apposita lancetta che indica i numeri romani posti intorno al quadrante, mentre le fasi lunari sono indicate ad ore 6 con un canonico indicatore a mezzaluna e lune in oro.

La disposizione delle complicazioni è del tutto simile al Vacheron Constantin Historique Triple Calendrier 1948. Le fasi lunari, poi, necessitano di una correzione ogni 122 anni. Il prezzo è di 23'000 e 35'900 euro rispettivamente, la dotazione di cinturini e le lavorazioni del quadrante sono le stesse degli altri Vacheron Constantin. Anche questi calendari completi presentano il punzone di Ginevra.

Quale scegliere?

Tra tutti i modelli ritengo che le versioni più interessanti siano il solo tempo e il calendario completo in acciaio. L’acciaio si indossa più facilmente dell’oro e, considerato il target di “nuovi appassionati” a cui è rivolta la collezione, è meno impegnativo. Il solo tempo rappresenta un perfetto entry-level di alta qualità ad un prezzo decisamente più abbordabile rispetto a qualsiasi altro Vacheron Constantin moderno, mentre il calendario completo rientra perfettamente nelle tendenze dell’ultimo anno e mezzo.

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Avete notato quanti calendari perpetui o completi sono stati rilasciati dalle diverse manifatture? Patek Philippe ha lanciato il Nautilus Perpetual Calendar 57401G, Audemars Piguet il Royal Oak RD#2 Perpetual Calendar UltraThin e Vacheron Constantin con il l'Overseas Ultrapiatto Calendario Perpetuo Oro Rosa lanciato in oro bianco nel 2017. È senza dubbio una complicazione interessante a livello meccanico, ma anche utile nella vita di tutti i giorni e avere a disposizione una versione in acciaio permette al cliente di entrare nel mondo dell’alta orologeria ad un prezzo più abbordabile rispetto a quello di un tempo.

(Photo credit: courtesy of Marco Antinori per Vacheron Constantin)

Andrea Frigerio @Horbiter®

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