Come sarebbe l’orologeria senza Breguet? Molto diversa da come la conosciamo, non saremmo qui a parlare di alcune complicazioni meccaniche, almeno il 50% degli articoli di alta orologeria presente in rete svanirebbe all’istante e tutta l’orologeria, in particolare quella svizzera, avrebbe forse un peso decisamente minore nella storia di quello che le è oggi riconosciuto.
In più di una occasione, nel descrivere le caratteristiche tecniche di alcuni complicati, sia che si tratti di un tourbillon o di alcune parti della meccanica di un orologio, abbiamo spesso fatto riferimento al nome Breguet ed all’uso che molti marchi di orologeria fanno ed hanno fatto dei brevetti depositati dal famoso maestro orologiaio francese; l’ultimo caso, in ordine di tempo, la scorsa settimana quando ho scritto del quadrante “Frost” realizzato da MB&F sulla sua ultima Legacy Machine.
La cassa del Breguet Tradition 7047 è in platino 950 ed ha un diametro da 41mm con uno spessore di circa 16mm (15,95mm per l’esattezza), sulla carrure la classica finitura a scanalature verticali (tipo cannellè) e la corona di carica con incisa la “B” del logo riportata anche sulla fibbia della chiusura deployante. Il mercato dell’alto di gamma è pieno di proposte di tourbillon e questa invenzione è stata migliorata, sviluppata ed ulteriormente complicata, basti pensare ad esempio al tourbillon triassiale oppure all’interpretazione che ne hanno dato Greubel e Forsey.
Breguet è rimasta ancorata alla sua interpretazione primordiale, l’ha migliorata, l’ha “raddoppiata”, ma non l’ha di fatto rivoluzionata per scelta piuttosto che per mancanza di capacità. Se potessi scegliere un tourbillon, mi troverei in difficoltà perché le combinazioni disponibili sono pressoché infinite, tutte valide e ciascuna affascinante a suo modo ma poi valuti che, di tutte quelle esistenti, nessuna ha di fatto l’autenticità di un tourbillon fatto da Breguet.
(Photo credit: courtesy of Breguet; Horbiter®’s proprietary photo-shooting)