Il museo Longines: benvenuti a St.Imier

Il museo Longines: benvenuti a St.Imier

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E’ successo, finalmente. Dopo due tentativi andati a vuoto (per colpa mia), sono riuscito ad entrare nel museo Longines a St.Imier. È Il regalo che mi ha fatto Longines in un fresco lunedì di settembre, il viaggio in un luogo che apre definitivamente gli occhi sulla storia di questo marchio di successo autore di memorabili pagine della storia dell’orologeria. Un regalo che può farsi chiunque, perché il marchio della clessidra alata dà la possibilità di visitare il museo a tutti gli appassionati, addirittura dal proprio salotto di casa attraverso una applicazione virtuale presente sul sito ufficiale che, seppur efficace, non è in grado di sostituire l’esperienza diretta.

Longines HeadquarterÈ un’esperienza che aiuta a comprendere la ragione per cui questo marchio non abbia mai conosciuto alcuna crisi finora e continui a perpetrare una storia fatta di successi. Il museo è inserito all’interno della sede storica del marchio, un edificio storico immerso tra colline  verdissime (in attesa della neve invernale) e situato a trenta minuti circa di auto da Neuchatel. L’arrivo è un’esperienza nell’esperienza perché in Longines ci si arriva attraverso una strada ricca di curve, un piccolo paradiso se amate la bella guida ed avete tra le mani l’auto giusta.

Longines and Gaetano CimminoCome ogni museo che si rispetti, il visitatore è guidato attraverso un percorso organizzato. Le aree, sei, sono suddivise per fase storica e per area tematica. I primi due spazi, laconicamente chiamati Agassiz e Francillon, celebrano le origini del marchio e le due figure principali nella sua storia mentre le altre quattro sono indicate come Tradition Horlogere, Aventure, Sport, Publicitè ed Elegance. L’ultima è autoesplicativa per un marchio che ha da molti anni come mission statement il motto “Elegance is an attitude” e che costruisce tutto ciò che fa in piena coerenza con questo slogan, dalla realizzazione degli orologi alla accurata scelta dei suoi ambasciatori.

Longines museum 5Nel 1832, Auguste Agassiz fondò un “comptoir d’établissage“, in sintesi gli operai realizzavano gli orologi nelle loro abitazioni che seguivano poi l’assemblaggio finale e la commercializzazione da parte di Agassiz in un edificio comune. Un modello imprenditoriale alquanto originale ed all’apparenza impossibile. Fu Ernest Francillon, nel 1867, a trasformare Longines in una fabbrica completa ed a spostare tutte le attività sotto un unico tetto. Nasceva così l’azienda Longines, come la conosciamo oggi e prendeva forma il primo dei loghi ufficiali della clessidra alata.

Longines museum historical advertisementIl percorso inizia con una grande sala in cui sono raccolti gli archivi della marchio, una enorme libreria il cui contenuto, che tracciava informazioni quali anno di produzione, modello, calibro, rivenditore etc… non è solo un archivio storico ma un modo per risalire oggi alle origini di qualunque orologio creato dal 1867 in poi; se siete interessati a scoprire cosa avete ereditato, non esiste posto più indicato cui inviare il vostro Longines, un luogo dal valore inestimabile, superiore  a qualunque moderno supporto digitale. Quei testi sono il modo più autentico per tracciare le origini di un Longines d’epoca.

Longines museum movements on displayEntrando nella Tradition Horlogere e camminando tra i display, un enorme display posto sul fondo e coperto da una grande lente magnificatrice a scorrimento, raccoglie tutti i calibri realizzati da Longines fino ad oggi, la prova di una ricerca continua e di una produzione feconda, costituita da piccoli calibri manuali rettangolari, calibri di dimensioni e geometrie incredibili, movimenti al quarzo ultra precisi ed “oggetti non identificati” come il calibro 21.29CS in foto.

Longines caliber 21.29CS Siderographe 1939Montati su cronografi da polso, cronografi da gara, ultrapiatti con cassa rettangolare e strumenti di esplorazione. I libri ed il web citano spesso il calibro 20A, il 20H ed il cronografo 13ZN, ma questi movimenti rappresentano solo la punta dell’iceberg o le pietre miliari di una ricerca incessante sulla precisione cronometrica. Il 13ZN, monopulsante o due pulsanti, è stato brevettato nel 1936 ed è inserito nelle casse di alcuni tra i crono a due contatori più ambiti tra i collezionisti, con quotazioni che partono da 5000€ per superare i 25000€.

Longines museum 12Osservando la meccanica di questo calibro si capisce perché i recenti L688 abbiano tutti lo smistamento della funzione crono mediante ruota a colonne; questa soluzione è una caratteristica del marchio dal 1936. Impossibile non citare, tra gli orologi più importanti realizzati da Longines, questo Lépine da tasca in oro 18 carati con calibro a carica manuale 18L, sfere Breguet, calendario e fasi lunari.

Longines Lepine pocket watch 18 caratÈ innegabile che la prima metà del ventesimo secolo abbia rappresentato un’epoca di esplorazione e che l’orologeria si sia prestata al ruolo di strumento affidabile di navigazione in mare ed in aria, prima ancora che di accessorio di lusso, la funzione che svolge oggi. Longines ha vissuto quell’epoca da protagonista e la prova è data proprio dal calibro 21.29CS cui accennavo prima, montato all’interno della cassa di un siderografo, orologio che fornisce il tempo siderale di Greenwich in gradi, minuti e frazioni di minuti d’arco.
Longines museum 14
Non ero a conoscenza di quanto Longines avesse fatto per il settore navale ed è stato per me una piacevole scoperta vedere i suoi grandi cronometri da marina, ma conosco bene il Weems Second-Setting Watch ed il Lindbergh Hour Angle, i due diamanti della storia dell’aviazione sperimentale ed invidio tutti i miei coetanei che hanno avuto la fortuna di ereditare almeno una delle referenze che portano il logo Wittnauer, storico importatore newyorchese del secolo scorso. Sono gli orologi da aviatore vintage più contemporanei che abbia mai visto.

Longines WittnauerLa sperimentazione si è spostata progressivamente dal cockpit degli aerei e dalle imprese di Charles Lindbergh alle competizioni sportive. Il ruolo di Longines come cronometrista vanta una lunga tradizione che non si è interrotta con l’arrivo della misurazione digitale ma è al contrario cresciuta.

Longines museum 33È a questa parte della sua storia che Longines ha dedicato un’intera sezione del museo. Dai primi sistemi di cronometraggio a filo, passando per l’esperienza in Formula 1, ricordo ancora la monoposto Ferrari con il logo Longines sul musetto, il marchio è oggi partner di competizioni classiche quali il Global Championship Tour di equitazione e della Coppa del mondo di sci.

Longines watches ProductionDopo aver completato la visita al museo siamo stati “scortati” nel reparto di produzione, l’unico in cui per motivi che potete comprendere non potevamo fare alcuna fotografia. Non ho visitato molte manifatture negli ultimi tre anni ma quelle che ho visto erano simili per tipologia e volumi a quella Longines. La sensazione che ho avuto è che il passo avanti in termini di tecnologia sia stato enorme e che gli investimenti per migliorare la qualità del prodotto a fine linea siano aumentati.

Walter Von KanelIl momento più bello? L’intervista a Walter Von Kanel, il presidente Longines dal 1988, il simbolo della continuità del marchio. Un uomo di straordinaria simpatia, che parla di orologi con la passione di un ragazzo che ne ha appena avuto uno in regalo e che mi ha dato del “collezionista“, quando ho timidamente chiesto se avrebbero mai realizzato un Heritage a carica manuale ed un Rattrapante partendo da uno dei loro cronografi monopulsanti. Probabilmente i trenta minuti più divertenti di tutta la giornata. Un’esperienza che ogni appassionato merita e che chiunque può prenotare, semplicemente seguendo questo link.

(Photo credit: courtesy of Longines; Horbiter®)

Gaetano C @Horbiter®

@Gaetano Cimmino

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